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8/10

Tamara Drewe - Tradimenti all inglese regia di Stephen Frears

Commedia
recensione di Elena Rimondo

Tamara Drewe, giornalista, fa ritorno nel nativo Dorset da Londra. Grazie ad un intervento di chirurgia estetica, Tamara ha rimosso dal suo volto il nasone che era motivo di dileggio quand'era adolescente. Uno scrittore donnaiolo, un cantante viziato e un giovanotto aitante si contendono la bella del paese, trasformando il tranquillo Dorset in un posto dove si consumano tradimenti, scherzi di cattivo gusto e amori folli.

Siamo nel tranquillo Dorset, la contea nel sud-ovest dell’Inghilterra indissolubilmente legata alle opere del romanziere e poeta autoctono Thomas Hardy. Meta agognata di scrittori in fuga dalla “pazza folla”, diventa il luogo ideale in cui si consumano tradimenti, nascono e muoiono improbabili amori, si consumano terribili vendette. A gettare nello scompiglio la ristretta comunità costituita da due ragazzine infatuate di una rockstar, uno scrittore di gialli per lettori “di bocca buona” e un critico letterario americano alle prese con Thomas Hardy, è l’affascinante Tamara Drewe. Lasciato il Dorset anni prima, tutti la ricordano come una ragazzotta contraddistinta da un naso mostruoso, per cui rimangono attoniti quando si ritrovano davanti una stupenda giornalista alla quale la chirurgia estetica ha restituito un naso perfetto.

Tratto dalle strisce di fumetti disegnate da Posy Simmonds per il Guardian, ispirate a loro volta a Via dalla pazza folla di Hardy, Tamara Drewe appare fin da subito come un film dall’aria estremamente “british”, anche se, proprio come il Wessex di Hardy, la modernità ha fatto irruzione negli angoli più reconditi della campagna inglese, solo che stavolta essa è rappresentata dall’armamentario costituito da e-mail, portatili, connessione internet e, ultima ma non meno importante, la chirurgia estetica. Il significato è evidente: per quanto dolce e pittoresco sia il tranquillo Dorset, non ci si può sottrarre all’inesorabile avanzare del progresso, e relativi gioie e dolori. Basta un naso “di plastica” (la definizione è delle due teenager scatenate) per trasformare Tamara in una femme fatale, anche se alla fine risulta chiaro che la perfezione fisica non è affatto garanzia di felicità. Oggetto di profonda invidia, derisa da chi l’ha conosciuta prima del magico ritocco, Tamara capisce che un bel nasino alla francese può essere pagato a caro prezzo, nonostante tutti i vantaggi che esso offre. Contro l’avvenente giornalista, le due ragazzine inspiegabilmente infatuate della rockstar con cui si è fidanzata Tamara escogitano un piano diabolico a base di false e-mail. Se da un lato la tecnologia, insomma, non ci fa una gran bella figura, dall’altro è pur sempre la cattiveria insita nell’uomo il motore della serie di intrighi che nascono all’ombra delle verdeggianti fronde del Dorset. Se i tradimenti “all’inglese” abbiano qualche carattere distintivo rispetto alle infedeltà di tutte le altre nazionalità è tutto da vedere. Fatto sta che l’invidia e il desiderio di vendetta non risparmiano nessuno in questo film. Ognuno ha dei segreti da nascondere, persino il remissivo critico letterario americano e l’aitante giovanotto che si dà tanto da fare per guadagnarsi la pagnotta. Nemmeno le onnipresenti mucche si salvano, trasformandosi, da noncuranti osservatrici, nelle colpevoli di una morte (tra l’altro, l’unica scena veramente tragica del film). Il miscuglio di oscure passioni represse, segreti inconfessabili e vendette in attesa di essere consumate è reso ancor più cupo se a fare da sfondo all’intrigo è una campagna idilliaca, nella quale sono le quattro stagioni dell’anno, a ciascuna delle quali è dedicata una parte del film, a scandire il passaggio del tempo. L’unica peculiarità che si può definire “inglese” è forse questa, per il resto…tutto il mondo è paese.

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