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7/10

Pater regia di Alain Cavalier

Drammatico
recensione di Francesco Carabelli

Le vicende di un presidente della repubblica e del suo ministro alla vigilia delle elezioni per il nuovo mandato; il rapporto filiale tra i due; i giochi di potere; la vita quotidiana;  il tutto visto dal rifugio di Alain Cavalier...

Presentata in concorso a Cannes nel 2011 e passata poi alla Viennale e al Torino Film Festival, l’ultima fatica del regista francese Alain Cavalier, è un mix di documentario ( making of) e finzione: le vicende legate alla realizzazione del film, il rapporto tra il regista e l’attore Vincent Lindon, si legano alla vicenda di finzione del rapporto tra un presidente della repubblica, interpretato dallo stesso Cavalier, e il suo primo ministro, interpretato da Vincent Lindon, alla vigilia delle elezioni per il rinnovo del mandato.

La pellicola si presenta quindi molto originale, dato che vediamo emergere la fiction da un substrato, dal rapporto di amicizia tra attore e regista e dai loro vissuti (anche un semplice pranzo di lavoro o la scelta di una cravatta).

Mentre la prima parte è dedicata più al “make off”, la seconda si concentra sulla fiction, con una prova davvero splendida di Cavalier e di Lindon, che recitano con sicurezza dei personaggi difficili da tratteggiare nelle loro componenti psicologiche.

Le riprese avvengono quasi tutte in interni in una casa di campagna, tranne un breve esterno boschivo.

Manca una colonna sonora, che accompagni i dialoghi fiume tra attore e regista. Dialoghi che toccano spesso questioni politiche come un più equo calcolo dei salari, o questioni etiche, ad esempio quando Lindon, primo ministro, rifiuta di utilizzare a sua favore una foto scandalo del proprio avversario alle elezioni presidenziali. Temi attualissimi e sempre difficili da affrontare.

È un rapporto complesso quello tra Cavalier e Lindon, rapporto che emerge splendidamente da entrambe le componenti del film, un rapporto quasi paterno, di stima e crescita personale reciproca, che in qualche modo ha influenzato la scelta del titolo dato a quest’opera singolare: Pater.

È sorprendente come una pellicola girata in economia possa imporsi per originalità e profondità di contenuti, oltre che per una regia mai scomposta, sempre controllata e pronta a sorprenderci con la quotidianità.

Un film da scoprire!

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