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7/10

Harold E Maude regia di Hal Ashby

Sentimentale
recensione di Francesco Carabelli

Il giovane Harold passa un’esistenza tranquilla e fanciullesca tra le mura domestiche senza studiare o lavorare. Unica passione quella per i funerali. Durante una celebrazione conosce la non più giovane Maude. Tra i due sboccia un amore fuori da ogni canone…

Un film che risente dello spirito dell’epoca (anni ’70 e rivoluzione dei costumi), un amore surreale tra un adolescente e un’arzilla vecchietta amante della natura. Questo in poche parole ciò che caratterizza questa pellicola americana. Harold, giovane alto-borghese, trascorre la propria vita in modo molto tranquillo alternando finti suicidi per terrorizzare la madre (scopriremo nel corso della pellicola il perché di queste messe in scena) ad uscite per assistere a funerali, distruzioni di palazzi e giri turistici degli sfasciacarrozze.

La passione per la morte e per la distruzione sembra pervadere lo spirito di Harold, che non riesce a sottostare alle volontà materne che lo vorrebbero giovane militare, marito di una moglie scelta tramite una sofisticata selezione tramite computer (un dating elettronico ante-litteram), figlio modello. La passione per i funerali è all’origine dell’incontro con Maude, signora alle soglie degli ottant’anni, emigrata austriaca negli Stati uniti, che ha una passione per tutto ciò che è naturale e per le piante in particolare. 

Nonostante l’età lo spirito è giovanile e libertario ed alcune sue affermazioni sembrano rivendicare diritti e realtà che sembrerebbero più consoni ad un figlio dei fiori: un mondo senza confini e nazioni, no al riconoscimento della proprietà privata, del possesso e dell’autorità pubblica. Manca tuttavia il carattere politico di queste rivendicazioni in quanto Maude ritiene che la rivoluzione debba essere individuale, nel piccolo mondo di tutti i giorni.

Certamente l’amore che nasce e si manifesta con una cura reciproca tra Harold e Maude ci sorprende ma in qualche modo è surreale, comprensibile tuttavia nel ribaltamento di piani e convenzioni proposto da un’epoca che ha perso i propri valori e crede di istituirne di nuovi come l’amore libero o il massimo della libertà individuale, alle soglie della licenza. Nel complesso comunque una pellicola ben congeniata che non manca di trovate e di humour nero, quanto basta per allietare lo spettatore alla ricerca di evasione. A contorno le belle musiche di Cat Stevens che accompagnano  questa vicenda senza mai essere di troppo.

V Voti

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