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8/10

Oltre il Giardino regia di Hal Ashby

Drammatico
recensione di Valerio Zoppellaro

Pellicola tratta dal romanzo Presenze dello scrittore polacco Jerzy Kosinski il quale ne ha anche scritto la sceneggiatura. Alla morte del padrone, Chance, un giardiniere analfabeta e non più giovane, che non è mai uscito dalla casa nella quale ha lavorato per tutta la vita, si ritrova in mezzo alla strada, con una valigia di vecchi abiti di lusso e un disarmante candore. L'unico collegamento col mondo esterno è stata nel corso di tutti questi anni la sola televisione.

Oltre il giardino è una feroce critica alla società americana dell’ epoca e allo stesso tempo il trionfo dell’ uomo lobotomizzato dalla televisione che viene eretto a simbolo di una nazione. Chance Giardiniere è un uomo che acquisisce importanza durante tutto il corso del film ma che fondamentalmente rimane ignoto per tutto il corso dell’ opera: di lui si sa solo che non sa leggere, che non è mai stato su un automobile e che è rimasto sempre nella casa del suo datore di lavoro. È legittimo chiedersi quanto egli sia consapevole di tutto ciò che gli accade:  Il suo “comprendo perfettamente” dato a molte domande alle quali viene sottoposto potrebbe far pensare ad una sua parte attiva in questa recita  di cui è protagonista, ma l’ evolversi della vicenda mantiene il suo personaggio ambiguo fino ai titoli di coda. È indubbio che Chance dal nulla diventi il tutto, ed è emblematico da questo punto di vista vedere come cambi il suo rapporto con le donne, con la sua attrattiva che cresce esponenzialmente al potere che egli acquisisce man mano che il film va avanti.  Chance vuole dire possibilità  e il personaggio interpretato da un magistrale Peter Sellers (alla sua penultima interpretazione prima di morire prematuramente l’ anno successivo) sfrutta più o meno consapevolmente nel miglior modo possibile la possibilità che il destino gli concede. L’ America è il paese che dà una “chance” a tutti, come ci mostrerà il più premiato e patriottico Forrest  Gump qualche anno più tardi. È però ovvio che questa possibilità non viene offerta a chi vuole effettivamente cambiare in modo critico la realtà americana ma solo a soggetti che per limiti propri si uniformano al modello proposto. È infatti chiaro come basti essere dei semplici ingranaggi per essere presi a modello in questa assurda grande illusione rappresentata dalla realtà che lo circonda. Il discorso finale degli eletti che seppelliscono il presidente mostra chiaramente come non importa chi abbia l’ immagine simbolica del potere. Il simbolo della massoneria sullo sfondo è la chiara immagine di come la stanza dei bottoni abbia lidi inimmaginabili per noi comuni mortali. Notevole la scelta di avere sempre la televisione in sottofondo e l’ impatto di alcune scene, come l’ uscita di Chance dalla casa del suo primo datore di lavoro  che ricorda l’arrivo di un essere ultra terreno che parla un linguaggio totalmente diverso. Film mai banale, assolutamente da non perdere suggellato dalla colonna sonora di Johnny Mandel.

 

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