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7/10

Tutti Giù regia di Niccolò Castelli

Drammatico
recensione di Francesco Carabelli

Edo, Chiara e Jullo: le loro vite si incrociano nella Lugano contemporanea, tra sfide di tutti giorni e sfide straordinarie...ma quanto è bello vivere!

Tre storie che si intrecciano sulle sponde del lago di Lugano, nella capitale economica del Canton Ticino: le vicende di tre giovani Edo, Chiara e Jullo, che cercano un posto nel mondo e che devono fare i conti con l’amarezza del vivere e con i lati negativi della vita, fatta di alti e bassi, soprattutto nel periodo della giovinezza. Chiara è una giovane campionessa di sci alpino che deve convivere con una madre che vuole sfruttare la sua immagine per garantire un reddito migliore alla famiglia e un futuro più roseo alla figlia. Jullo lavora in un negozio di skateboard, aggiustando le tavole e dedicandosi nel tempo libero alle corse in skate.

Purtroppo la sua vita sarà sconvolta da una caduta e dalla scoperta di avere una malformazione al cuore che lo costringerà al trapianto. Edo invece è un solitario. Spende il tempo disegnando e facendo graffiti sui muri della sua città. Il contatto e l’amore per la coetanea Giada lo cambierà e lo porterà a socializzare, non chiudendosi più solo nelle mura di casa. Anche lui dovrà fare i conti con il mondo e con la violenza. Una Lugano come non ti aspetti, per chi la conosce. La città lacustre assomiglia più  ad una piccola California svizzera, con le sue strade solcate dagli skateboard e i suoi muri pieni di graffiti.

La fotografia, pur avvicinandosi molto ad un impianto televisivo, gioca su inquadrature insolite e sulla camera in movimento a seguire la discese sugli sci di Chiara o le corse in skate di Jullo e della sua banda. Una sceneggiatura a tratti flebile, con elementi scontati e forse volta ad enfatizzare fin troppo il dramma di queste giovani vite. Ma c’è anche molta ironia che traspare dalle parole dei protagonisti, impersonati da un gruppo di giovani attori svizzeri di varie estrazioni. Chiara ad esempio è nella vita la famosa giovane sciatrice rossocrociata Lara Gut, alla sua prima apparizione sugli schermi, che non manca tuttavia  di sorprenderci per la sua spontaneità. Edo invece è impersonato da una giovane promessa italo-svizzera, Nicola Perot, con alle spalle una solida formazione teatrale in quel di Zurigo. L’attore riesce a rendere con verosimiglianza il carattere di Edo la sua solitudine esistenziale e le sua socio-fobia. A chiudere il giovane svizzero romando Yanick Cohades che dà grande prova attoriale impersonando Jullo, con quel sorriso sempre sulle labbra e quel suo fare scanzonato e divertente.

Diciamolo: Niccolò Castelli, il regista, è riuscito a renderci gli svizzeri un po’ più simpatici, meno inquadrati e prevedibili. Stereotipi di sicuro, ma senza dubbio una Lugano come quella rappresentata in questo film ci piace di più e ce la fa sembrare più umana e rassicurante. Il film è stato presentato all’ultimo Festival del Film di Locarno ed è prodotto dalla Imago Film di Lugano casa di produzione del regista svizzero Villi Hermann, che da qualche anno si dedica a finanziare le opere di registi emergenti della Svizzera italiana. Da segnalare la colonna sonora del gruppo ticinese Kovlo, che ci sorprende per l’originalità delle sonorità proposte. Un film da consigliare per chi desideri immergersi un paio d’ore nella realtà della gioventù elvetica.

 

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