V Video

R Recensione

7/10

Bye Bye Blackbird regia di Robinson Savary

Drammatico
recensione di Francesco Carabelli

La storia è quella di un giovane immigrato, Joseph, qui interpretato da James Thierree (nipote di Charlie Chaplin) che per amore di una giovane trapezista decide di dedicarsi a questa professione. La vicenda avrà  un finale inaspettato o quanto meno fuori dai canoni, che sorprende e lascia spunto alle più diverse interpretazioni.

Il titolo di questo film è ispirato ad una canzone americana degli anni '20, più volte rivisitata da artisti di primo piano della scena musicale americana. Sicuramente la colonna sonora di quest'opera è di primo piano (da notare la collaborazione dei Mercury Rev), ma ciò che colpisce in questa pellicola è la potenza delle immagini che ci raccontano una storia di amore impossibile nella Parigi di inizio '900.

L'ambientazione è molto suggestiva. Poche le zone di luce in una perenne notte che avvolge i protagonisti di questa vicenda umana. Il regista, Robinson Savary, alla sua prima esperienza in un lungometraggio dà prova di grande abilità nell'utilizzo delle immagini. Una scelta accurata della luce e del colore. Colori caldi e allo stesso tempo ricchi di simbolicità: il nero da cui gli oggetti e le persone fuoriescono simboleggia qui l'ordine, la realtà, lo stato delle cose, il mondo fisico, dall'altro parte il bianco, la luce simbolizza la parte ideale della vita umana, la gioventù ricca di speranza e di amore puro, di dono infinito di sè. A questi due estremi, a questi due poli si legano gli altri due colori, il rosso che indica l'amore come passione, ma anche come pietà che nasce dall'essere uomo fatto di carne e non solo di spirito, imperfetto, ma contemporaneamente portatore di verità. Ancora di più a simboleggiare  l'umanità il marrone che richiama alla terristricità, a quella terra, quell'humus che dà nome all'uomo.

Possiamo dire che il racconto che Savary mette in immagini gioca molto su queste componenti che sono una costante in tutto il film e che ci dicono dell'evoluzione dei personaggi: il passare dal bianco al nero ad esempio come passaggio dall'innocenza giovanile all'ordine della maturità, o il rosso che si presenta in alcuni momenti culminanti come indice della forte tensione di realtà pur nella idealità dell'evento che si svolge.

Accanto a questo uso simbolico della cromia vi è un utilizzo della macchina da presa molto ricercato: le carrellate circolari, le inquadrature dall'alto, i movimenti rapidi esprimono lo spirito della storia che si stà svolgendo, la narrazione avviene quindi come nel cinema classico su due piani che si compentrano: quello della forma e quello del contenuto. Anzi la forma arriva ad esprimere quello che il contenuto non riesce, risultando infatti la narrazione talvolta solo accenata o con degli iati che mettono a prova le capacità interpretative dello spettatore. I dialoghi tutto sommato spesso abbozzati ma ricchi di vita, lasciano spazio alle immagini e al loro potere.

Da segnalare tra gli interpreti il Thierree per la passione e la profonda immedesimazione nella parte e la bellissima attrice polacca Izabella Miko, qui nella parte della trapezista Alice. Superbi Derek Jacobi come circense padre di Alice e la passionale Johdi May nella parte dell'amica di Alice, nonché consigliera di Joseph.

Nel complesso un'opera interessante che lascia ampi spazi interpretativi e che ci interroga sulla vita, sui rapporti umani, sulla felicità, sulla morte e sul reale nella sua opposizione al mondo ideale e al sublime.

V Voti

Nessuno ha ancora votato questo film. Fallo tu per primo!

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.