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10/10

Barry Lyndon regia di Stanley Kubrick

Romantico
recensione di Francesco Carabelli

Il giovanne Redmond Barry, fugge dall'Irlanda dopo aver sfidato in duello il pretende della cugina. Derubato dei suoi averi, per sopravvivere, si arruola nell'esercito inglese. Sotto le armi sbarca nel continente e, dopo aver disertato, scopre il mondo del gioco d'azzardo e dello spionaggio. Innamaratosi dell'avvenente Lady Lyndon, ritorna in Inghilterra. Ma il destino dopo averlo reso padre ha in serbo per lui cattive sorprese...

Spesso di Stanley Kubrick si conoscono i film più noti come 2001 Odissea nello spazio o Arancia Meccanica e Full metal Jacket  perché hanno portato in evidenza problemi e temi che negli anni in cui furono girati erano di attualità o vi era l'intenzione di risvegliare le coscienze su quelle tematiche.

Meno noti film come questo che però mostra la maestria insuperabile del maestro. 4 premi Oscar, tra cui quello per la miglior fotografia e per la miglior colonna sonora, quest'opera lunga 178 minuti ci impressiona per la vicenda narrata, quella del giovane Redmond Barry, irlandese di umili origini, che va alla ricerca del proprio destino e di un posto nel mondo che conta.

Alla fine lo raggiungerà, ma il prezzo che da ultimo dovrà pagare sarà molto elevato (perderà una gamba a causa di un duello con il figliastro).

La storia ambientata nella seconda metà del XVIII sec. pochi anni prima della rivoluzione francese, ci porta a scoprire la vita di quegli anni, senza la pretesa di essere esaustiva, dandoci degli scorci, degli spaccati, come in una rappresentazione figurativa (si veda il gioco iniziale delle inquadrature che richiamano nella loro forma quella dei quadri di vita campestre e militare settecenteschi). 

La storia di Barry è narrata da un narratore esterno che, con la sua presenza da continuità alla vicenda e allo stesso tempo ce la espone con un certo distacco e da una posizione privilegiata, di chi sa già come finirà. La vicenda è quella dell'anti-eroe con tutte le sue fortune e le sue sfortune, con la sua costanza nella ricerca dell'affermazione di sé, ma anche con il confronto con la dura realtà.

Amori, passioni, duelli, combattimenti bellici (della guerra dei 7 anni), vita militare, vita da spia, vita da giocatore d'azzardo. Tutto ci viene narrato con abile maestria e con una ricerca estetica pregevole, volta a privilegiare l'uso dell'illuminazione naturale anche nelle scene notturne.

Efficace raffigurazione e narrazione dei sentimenti e degli stati d'animo dei protagonisti.

La storia è avvincente e dà ampio spazio alla riflessione sulla vita umana pur nell'incessante susseguirsi degli eventi. Imperdibile la prestazione attoriale di Ryan O’Neal, che impersona qui Barry.

Se volete conoscere meglio Kubrick e il suo modo di fare cinema dedicate una serata alla visione di quest'opera!!

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Voto degli utenti: 9,5/10 in media su 15 voti.

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s.m.a.c. (ha votato 10 questo film) alle 13:05 del 9 luglio 2009 ha scritto:

per me uno dei 10 film (o forse dei 5) più belli della storia del cinema. pura gioia per gli occhi e per le orecchie. bravo francesco.

Enzo Barbato (ha votato 10 questo film) alle 13:24 del 6 ottobre 2009 ha scritto:

Concordo perfettamente su quanto descritto nella recensione. Eccellente.

Sydney (ha votato 10 questo film) alle 14:04 del 16 settembre 2011 ha scritto:

Un pezzo di storia di Arte contemporanea. Capolavoro sottovalutato schiacciato dalla popolarità dei precedenti e dei successivi. La più alta vetta del cinema anni '70 e il più grande film del Maestro dei Maestri. Certamente tra i più grandi capolavori mai prodotti in assoluto dalla settima Arte.

dalvans (ha votato 10 questo film) alle 0:18 del 12 ottobre 2011 ha scritto:

Maestoso

Il terzo capolavoro di Kubrick

lorenzof.berra alle 17:48 del 25 febbraio 2014 ha scritto:

Ciao a tutti è l'ultimo commento che faccio su questo blog,per motivi che non sto a evidenziare ,vi lascio .mi è stata data la possibilità di scrivere solo due recensioni,gli altri sono tutti commenti ,ma ho sempre cercato di dare il meglio di me a questa bellissima pagina di storia dei film,mi è piaciuto poter ,attraverso i commenti esprimere il mio parere e dare sfogo alla mia comprensione filmica. Ho scelto questo film ,perché adoro la filosofia Kubrickiana, mi piace vedere come un regista sappia essere un grande regista ,nel momento in cui la sua regia sa svolgere un ruolo "critico decisivo",un regista di origini europee ,ebree, come del resto tutti i grandi di Hollywood, penso al grande Lang, dove approdo giovanissimo in America per poter esprimere liberamente "il suo canto libero cinematografico" senza opposizioni o rigurgiti nazisti. Kubrick è stato ,come dicevo un regista versatile ,pieno di ironia leopardiana sottilmente gestita e ben calibrata in una filosofia filmologica di forti contenuti psicoempatici.Vorrei ricordare alcuni film magistrali oltre al mitico Barry Lyndon, penso a :Lolita ,Arancia meccanica,e 2001 Odissea nello spazio,per approdare al mitico film con Cruise e la Kidman Eyes wide shut,un film tutto incentrato sull'io sulle suggestioni e sulle debolezze umano che l'io vive e viene assorbito da forze più potenti di lui .Anche in questo film Kubrick sa esprimere tutte quelle pulsioni dell'io che l'uomo ha sempre vissuto nel corso dei secoli e che vivra ancora le pulsioni dell'io ,in arancia meccanica le note della nona sinfonia di Beehtoven scandiscono quel godimento empaticamente negativo del protagonista nell'uccidere e nel torturare le sue vittime,in Lolita si mettono in luce quelle pulsioni matricide e incestuose e forse perverse di una ragazzina adolescente che non si fa scrupolo di nulla,tanto da sacrificare la madre,in 2001 odissea nello spazio c'è il senso di una distruzione e autodistruzione della volonta' di potenza dell'uomo di dominare il mondo tecnologica,è una odissea all'opposto ,l'uomo qui non vive per ritornare a casa e ritrovare la strada di casa dopo un lungo viaggio fatto di stenti e di peripezie che Odisseo vive,ma c'è la volontà dell'uomo di fare un viaggio per far vivere l'uomo al di fuori del mondoumano dominato non dalle pulsioni affettive ,ma da quelle tecnologiche ,l'uomo e la macchina sono due componenti protesiche della stessa struttura empatica ,e il monolito iniziale è l'origine di quella conoscenza distruttiva che sara' poi vissuta tragicamente nel finale delle ultime sequenze filmiche.Qui Raimond Barry vive solo sulle menzogne ,vive solo di piccoli espedienti ,tutto pur di raggiungere quella ricchezza materiale ,che lo portera' solo a perire in una tragica solitudine dell'io,la gesolia per il figliastro ,la volontà di sposare la contessa Lyndon ,dopo aver fatto fuori a parole e con una sottile cattiveria il conte di Lyndon ,tutto per cupidigia ,tutto per sporco danaro,le pulsioni dell'io sono determinate e sottolineate da un mix di nome e sonetti musicali tratti da Hendel , da Bach e da tutto un repertorio settecentesco, ma solo un momento mi colpisce del film la morte del figlio ,e soprattutto la scena finale quello in cui il primo genito della contessa di Lyndon sottopone alla madre l'assegno che mensilmente deve versare all'ormai marito lasciato e ritornato dalla madre,il primo piano e totale è puntato a sottolineare quella espressività dell'attrice Marisa Berenson,(nipote della stilista Romana Schiapparelli),tutto è in ritmo ascnedente per poi divenire sempre piu' marcato da un atto finale di lei scandito dalle note di Hendel ,la sua firma ,su quel foglio ,che il figlio le pone ,l'assegno per l'ex marito ,lei è perplessa nel firmare ,ma poi ecco ,che la sua mano acquista forza e pone la sua firma con il nome del suo secondo marito ....e con un tale atto teatraleggiante si conclude il film Kubrickiano tanto amato dalla critica,e su quelle note ,da me ricordate e impresse nella mia memoria ,ma godute esteticamente ,vi dico ADDIO E GRAZIE DI AVER LETTO LE MIE DUE RECENSIONI E APPREZZATO I MIEI COMMENTI.LORENZO