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8/10

Anni di Piombo regia di Margarethe von Trotta

Politico
recensione di Francesco Carabelli

Juliane e Marianne, due sorelle divise dalle proprie scelte politiche. Entrambe contro il sistema, lottano però diversamente contro di esso: Juliane nella legalità come giornalista, Marianne come terrorista fino al giorno della cattura.. mostra spoiler

La vita intima delle due donne e delle loro famiglie nella dura lotta quotidiana della vita. Ma l'epilogo sarà tragico; a Juliane toccherà  rivendicare giustizia per la sorella morta impiccata in carcere.

Questo film ha vinto il Leone d’Oro al Festival del cinema di Venezia nel 1981. È la storia di due sorelle Juliane e Marianne che vivono gli anni della rivolta contro il passato nazista e i suoi orrori e che si fanno portavoce di un modo nuovo di vedere il mondo. Juliane sceglie la via della legalità con la sua attività di giornalista, mentre Marianne partecipa ai gruppi armati e compie attentati.

L’attenzione della regista si focalizza maggiormente sul rapporto tra le sorelle, un rapporto che sussiste fin dall’infanzia e che si basa anche nell’oggi sul ricordo vissuto di queste origini (la von Trotta insiste nell’utilizzo di flash-back che sottolineano questo passato e ne rendono partecipe lo spettatore). È un legame che vive anche nelle piccole cose, in quel rapporto fraterno che supera anche  il divario ideologico che permane tra e due sorelle.

A fare da sfondo la vita della famiglie di Juliane e di Marianne che ne escono spaccate e distrutte. Jan, il figlio di Marianne, affidato ad un’altra famiglia dopo la fuga della madre e la morte per suicidio del padre, deve fare i conti con la figura materna, in quanto rischierà di morire ustionato per una ritorsione da parte di dissidenti verso l’attività politico-rivoluzionaria di Marianne. La zia si farà carico di svelare a Jan la verità sulla madre.

Stilisticamente è un film ben architettato, che non lascia tempo allo spettatore di annoiarsi, ma segue costantemente la vita delle protagoniste (in primis Juliane) nel tentativo di portare in evidenza la vita intima di chi ha sofferto e ha fatto soffrire per le proprie idee politiche. Toccanti le immagini dell’Olocausto mostrate nelle scene di flash-back, con inserti di documentari memorabili come Notte e Nebbia di Alain Resnais.

Rimane l’interrogativo di come chi abbia vissuto da vicino l’Olocausto o abbia visto quelle immagini possa poi impegnarsi in una lotta armata altrettanto sanguinosa e portatrice di dolore. Sicuramente questo interrogativo affiora in Juliane che non smette tuttavia di amare la sorella e di combattere perché le sia resa giustizia dopo la sua morte in carcere. La vicenda narrata ha delle basi storiche nella vicenda della giornalista e attivista tedesca Ulrike Meinhof, vicenda che è recentemente tornata alla ribalta con il film La Banda Baader-Meinhof di Uli Edel, candidato agli ultimi Oscar come miglior pellicola straniera. Da notare la superba interpretazione del trio di attori Vogler Sukowa - Lampe che tengono la scena perfettamente e polarizzano l’attenzione dello spettatore per tutta la durata del film.  

 

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