R Recensione

7/10

La Lettera Scarlatta regia di Wim Wenders

Storico
recensione di Francesco Carabelli

America, Nuova Inghilterra, XVII sec. la comunità di Salem deve fare i conti con la presenza di un'adultera che mette in discussione il buon nome della comunità. Hester Prynn vive ai margini della comunità, ma viene gradulamente reinserita per spingerla a pronunciare il nome della persona con cui ha commesso adulterio. Si ripresenta però il marito che riuscirà a capire la verità ma non la svelerà...

Un’opera seconda questa di Wim Wenders e come tutte le opere seconde risente di maggiori difficoltà di realizzazione e del blocco psicologico del regista che ha ottenuto successo con il suo primo film. Nonostante tutto però questa pellicola impressiona positivamente lo spettatore che si sente coinvolto nella storia narrata. La base del racconto è il romanzo di Nathaniel Hawthorne rivisto dallo scrittore tedesco Tankred Dorst: una giovane donna che ha commesso adulterio viene segnata dalla comunità in cui vive (Salem – Massachussets) e annualmente deve sottoporsi al giudizio di una corte che le richiede il nome dell’uomo con cui ha commesso adulterio e con il quale ha avuto una figlia, la piccola Pearl.

La vicenda è ambientata nell’America delle colonie del XVII secolo in un ambiente  molto religioso e segnato dalle difficoltà ambientali di adattamento al nuovo continente. La storia è molto intricata con un finale aperto che ridà speranza alla giovane donna lasciandole aperta una via di salvezza. Ciò che ci colpisce di questo film è la perfetta armonia dei movimenti di macchina (fotografia dell’epico Robby Müller) e la linearità con cui la vicenda viene narrata senza grandi fratture, con un ritmo lento che restituisce in modo perfetto l’umanità di queste genti e il clima in cui questa vive.

Attori di primordine quali Senta Berger nella parte dell’adultera Hester Prynn e Lou Castel nella parte del suo amante, oltre al superbo Hans Christian Blech nella parte del marito tradito. Da segnalare poi la figura della bambina, Pearl, interpretata dalla giovane Yella Rottländer che sarà in seguito protagonista di quel capolavoro di Wenders Alice nelle città che segnerà la carriera del regista tedesco e sarà l’inizio della trilogia della strada. Anche l’altro protagonista di quest’ultimo film, Rüdiger Vogler, ha una piccola parte ne La lettera scarlatta. Insomma un cast di attori di primo piano che fanno dimenticare un’ambientazione non propria adatta. Certo suggestive le coste della Galizia, ma non hanno nulla a che vedere con quelle americane, così come il villaggio west nella Spagna centrale non ha nulla a che fare con  un villaggio della Nuova Inghilterra del XVII sec.

Questo è e rimane il cruccio del regista tedesco, che pur avendo amato la storia non fu soddisfatto dalle locations, cosa veramente importante per un regista, tanto più per Wenders che ha ampiamente dichiarato il valore dell’anima dei luoghi, ossia il fatto che siano i luoghi ad ispirare le storie e non il contrario. Un film in costume, senz’altro fuori dai canoni della cinematografia di Wenders, sempre teso verso la contemporaneità ed il futuro, l’innovazione e la tecnologia. Comunque nel complesso un’opera da gustare, da vedere con passione soprattutto se si è letto il romanzo da cui il film è tratto, e che non ha niente da invidiare ad altre pellicole, anzi ci regala molto e ci ridà gusto per l’insieme, attraverso l’armonia e la pittoricità delle immagini.

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