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7/10

Madagascar 3 regia di Eric Darnell

Avventura
recensione di Alessio Colangelo

Alex e i suoi compari si trovano in viaggio verso casa e passando per l'Europa troveranno nuovi nemici, un circo itinerante carico di sorprese, un mare di nuove avventure...

Questo nuovo Madagascar risulta davvero rinnovato rispetto alla trama originale e alle vicende dei simpatici personaggi Alex, Marty, Gloria e Melman, nonostante sia già il terzo capitolo della saga. In questo film viene dato un maggiore spazio ai personaggi secondari (pinguini e scimpanzé) e ai nuovi animali circensi che aiuteranno i protagonisti a orientarsi nell’avventura europea.

Una parte consistente dell’intrattenimento è data, come sempre, dalle battute di spirito coinvolgenti, concitate ed esilaranti che aumentano piacevolmente il ritmo della narrazione e sono in grado di far connettere empaticamente ai personaggi anche un pubblico non proprio giovane.

Il 3D nativo, non post-prodotto, unito al CGI, riesce a consegnarci un effetto alla vista abbastanza realistico, con oggetti che si avvicinano precipitosamente verso di noi o rocamboleschi inseguimenti ai quali ci sembra di partecipare.  Non ultima la realizzazione digitale  consente ormai ogni virtuosismo stilistico, riuscendo in inquadrature “impossibili” grazie alla macchina da presa virtuale nata in ambiente software.

Le musiche di Hans Zimmer non sembrano risaltare molto, infatti spiccano canzoni pop recenti come: “Everybody dance now”, “We no speak americano”, una specie di balletto di “Sexy and I know it” interpretato da Marty, e la giubilante “Firework “ di Katy Perry,  il vero leit-motiv del film. Canzoni che hanno poco a che fare con i contenuti,  ma che concorrono ad aumentare la carica d’entusiasmo e di gioiosa concitazione.

Il film dura solo 94’ minuti, forse  poteva essere allungato con qualche trovata in più nella trama o con sequenze più descrittive ed approfondite sui personaggi, anche se sappiamo benissimo che i bambini seduti  al buio non possono resistere più di tanto. I paesaggi che si notano nel film sono più originali e meglio realizzati rispetto ai film precedenti e in particolare spiccano le location europee delle Alpi, di Roma, di Londra, e di Monte Carlo, molto curate nei dettagli pur essendo riprodotte come disegni d’animazione. La ricostruzione interna del Casinò di Monte Carlo è perfetta!

In questo episodio si è voluto dare importanza al Circo come luogo di avventura e di crescita per i nostri protagonisti in contrasto con l’ambiente dello zoo visto invece come museo delle cere a cielo aperto. Del resto il Circo con la sua carica archetipica di metà ‘800 è stato sempre inserito nella storia del cinema e tramandato fino ai giorni nostri.

Un elemento forse meno riuscito del film sono le voci originali che tentano di pronunciare qualche parolina in italiano non molto sincronizzata con il discorso del personaggio che risulta perciò fastidioso.

Abbastanza scollegato con il resto della diegesi è l’incipit onirico del film. Il finale lascia presupporre, come già anticipato dalla Dreamworks, che Madagascar avrà un quarto capitolo.

 

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