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R Recensione

3/10

Elles regia di Malgorzata Szumowska

Drammatico
recensione di Alessio Colangelo

Una giornalista della rivista Elle intervista due studentesse che si prostituiscono. Da quel momento la sua vità cambierà radicalmente...

“La prostituta fa commercio del proprio fascino. Essa si sforza di guadagnare il più possibile, di avere una clientela da cui trarrà profitto e di realizzare le migliori condizioni d'esercizio.”  Vivre sa Vie Di Jean Luc-Godard

Escort, squillo, battona, lucciola, bagascia, troia sono solo alcuni dei modi per definire una stessa persona, ossia una prostituta; quest’ultimo termine deriva dal latino pro-stare che significa “esporsi, mettersi in mostra”. Elle è una rivista francese che è rivolta unicamente all’universo femminile ed è anche il titolo del film di Malgorzata Szumowska, regista polacca esordiente, poco conosciuta in Italia. Elles è anche un punto di vista, una prospettiva assolutamente (ex)clusiva per il campo maschile, sull’alterità femminile che indaga il fenomeno sociale del mestiere più antico del mondo. La regista effettua la messa in scena commettendo la scorrettezza di evidenziare una  retorica da saputella che  potremmo definire come una particolare forma di “prostituzione intellettuale”,  sia per il messaggio da indottrinamento pro-escort  smascherato dall’ evidente ossimoro musicale extradiegetico della classica Ave Maria,  sia per la piattezza diegetica e realizzativa di questo film. È tutto quasi un piano sequenza di scopate ininterrotte che non lasciano grossi spazi di approfondimento psicosociologico del fenomeno, ma si limitano a ipostatizzarlo in una ineguagliabile indeterminatezza.

La protagonista ( Juliette Binoche che interpreta il ruolo della giornalista)  seguirà un processo mitopoietico di volgarizzazione che la condurrà, dopo l’inevitabile scontro con la natura matrigna del tempo e della vecchiaia, alla metamorfosi in una MILF o in una quasi-escort attempata. Un’altra regista middle age e ovviamente middle class molto simile alla Szumowska è Mijke De Jong che in Olanda ha esordito alla regia cinematografica con Katia’s Sister, un film sulla prostituzione del medesimo rango:  voyeuristico e posticcio che spesso scade nell’ affettazione culturale. D’altra parte registi come la francese Catherine Breillat o come lo statunitense Larry Clark hanno rivitalizzato invece generi filmici sempre softcore, ma almeno onesti e caratterizzati.

Quello che viene fuori da Elles è un pasticcio, un film-pentolone nel quale gettare alla rinfusa ingredienti che non sono nemmeno immaginati o presentati in modo originale come fece a suo tempo un grande come Dario Fo nella famosa scena della fame dello Zanni in Mistero Buffo. Juliette Binoche, davvero sottotono, mette in ombra anche la performance delle altre due attrici, che forse prima di cimentarsi in ruoli così difficili dovrebbero ripassare un po’ Stanislavskij.  Non a caso infatti certe presunte parti serie e intense  hanno invece  scatenato l’ilarità in sala. Le inquadrature si soffermano spesso su dettagli ortofrutticoli ad indicare la differenza tra una vita alla Desperate-housewife e una vita da primadonna in carriera. La disparità di classe fra il benessere acquisito dalla giornalista borghese e il benessere acquistato dalle studentesse-escort non fa altro che coronare il sogno della tipica pruderie cinematografica francese. C’est Tout!

Le note della Settima Sinfonia Op. 92 in La maggiore di Beethoven su primi piani di escort-angelicate sono la brutta copia del cammino della Grazia di The Tree of Life dove Malick non usava certo sonoro e filmico a casaccio.

In conclusione è un film che non ho gradito e un voto bassissimo penso sia meritato,  non perché la scelta delle tematiche sia in contrasto con l’etica o la moralità comuni, ma piuttosto perché tecnicamente scarso e intellettualmente inconsistente.

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Voto degli utenti: 5,7/10 in media su 3 voti.

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alejo90 alle 14:41 del 18 luglio 2012 ha scritto:

la tua disamina è così radicalmente senza appello che mi guardo bene dall'andare a vedere questo film. Le stroncature ogni tanto sono benedette, mettono in guardia da tentativi di smerciare prodotti di bassa lega mascherati da operazioni pseudo-intellettuali.

alejo90 alle 14:43 del 18 luglio 2012 ha scritto:

PS: il trailer non c'entra nulla XD

Alessio Colangelo, autore, (ha votato 3 questo film) alle 16:45 del 22 luglio 2012 ha scritto:

il trailer è corretto.

alejo90 alle 18:36 del 22 luglio 2012 ha scritto:

ora va bene.

Paolo Severi (ha votato 8 questo film) alle 11:01 del 17 ottobre 2012 ha scritto:

Elles è il solito capolavoro francese che vede qui una giovane regista polacca e due splendide giovani attrici recitare magistralmente il ruolo di due prostitute che si vendono per pagarsi gli studi nella difficile condizione esistenziale di Parigi. Juliette BInoche è superlativa nel ruolo di una giornalista che tutta dedita al suo lavoro non si accorge di quello che le accade intorno. La domanda drammatica è: cosa c'entra Dario Fo? E poi: perchè il cinema francese (in questo caso abbiamo però una giovane regista polacca) riesce a trattare in maniera dolce e delicata ma al tempo stesso cruda questi temi? Noi evidentemente abbiamo dimenticato la lezione dei maestri del neorealismo. Loro, i francesi e gli europei che crescono alla scuola francese, non hanno dimenticato la lezione dei loro maestri ed è per questo che sono infinitamente più grandi. Il calderone in questo film c'è. E' una miscellanea disordinata di emozioni e sentimenti ma il cui risultato finale è di lascare senza fiato lo spettatore alla fine del film. Un dolce pugno nello stomaco. La sala di Rimini in cui ho visto questo film è stata ben attenta e gli unici momenti di ilarità sono stati quelli in cui il ragazzino figlio della giornalista confessava beatamente di fumarsi dei cannoni alla madre distratta e assente. Il martedì è il giorno del cinema donna e la sala era appunto piena di donne che nel silenzio e nel buio della sala si stavano chiedendo, forse, se i loro mariti si dedicassero a questa attività extraconiugale di andare con le prostitute. Una fotografia scarna ed essenziale ma non tetra. Una regia asciutta e coinvolgente. Splendida la chiusura finale sull'ipocrisia della famiglia (sia degli uomini che delle donne). Insomma il solito quasi capolavoro francese capace di trattare con sublime maestria ogni sfumatura dell'animo umano (Ricordo Stella, Ci sarà la neve a natale, La vita sognata dagli angeli e tanti altri mini capolavori d'oltralpe).