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R Recensione

7/10

Sole A Catinelle regia di Gennaro Nunziante

Comico
recensione di Alessio Colangelo

“Se sarai promosso con tutti dieci papà ti regala una vacanza da sogno”. È questa la promessa che Checco fa al figlio Nicolò. Fin qui tutto bene. Il problema è che Checco, venditore di aspirapolvere in piena crisi sia con il fatturato che con la moglie, non può permettersi di regalare al figlio nemmeno un giorno al mare e, quando Nicolò riceve la pagella perfetta, la promessa va mantenuta.

“Non conoscevo Zalone, anzi Luca Medici. È un comico irriverente: non finge, è così sempre, anche sul set.” Caparezza

L’ultimo film di Checco Zalone (come è ormai identificato dal pubblico anche se alla regia c’è Gennaro Nunziante) forse si espone più dei precedenti a dare un giudizio sul nostro Paese e lo capiamo già dal titolo ossimorico “Sole a Catinelle”.  È proprio in questa contraddizione in termini che possiamo intuire quali siano le linee comiche che caratterizzano Luca Medici, in arte Checco Zalone: la capacità di far risaltare i contrasti e di cambiar faccia in un attimo, insieme ad una ignoranza spudorata che nasconde una certa furbizia italica e infine l’arte di arrangiarsi, queste sono le carte vincenti delle gag del film tanto sapientemente studiate da risultare esilaranti. Come giustamente diceva Antonio Falcone a proposito di Che Bella Giornata, anche in questo film passiamo dall’esaltazione della medietà sordiana alla mediocrità zaloniana. Nel film troviamo gli elementi caratterizzanti la commedia, come la dislocazione del personaggio che passa dagli ambienti più umili a quelli più altolocati, la ripetitività di certi elementi già visti (la nonna che non vuole consumare la corrente) e il capovolgimento della normalità (ecco che le parolacce pronunciate dal figlio sono rassicuranti per il padre poiché scongiurano una visita dal logopedista). Il film potrebbe indurre a giudizi negativi e a critiche affrettate poiché la comicità di Zalone è sempre un’ arma a doppio taglio, se da un lato si “gode” ad una rappresentazione della mediocrità e della stupidità umana, dall’ altro si “soffre” per una presentazione arrivistica e gretta della società italiana. Non bisognerebbe  accostare un film come questo al cinepanettone o alla commedia radical-chic. Remixando gag e adattandosi ad uno stile sempre più riconoscibile, Zalone riesce a realizzare un format simpatico e veloce anche grazie alla sua spontaneità sul set. L’impressione che nulla sia lasciato al caso è la garanzia che ha lo spettatore di poter godere di una commedia studiata e per questo non banale. Un difetto del film è sicuramente l’invisibilità registica di Gennaro Nunziante che sembra seguire ammaliato la linea dettata dal suo protagonista ed è così che Zalone diventa sapientemente la figura centrale su cui è costruita l’intera diegesi, la sua essenzialità è accresciuta dal fatto che anche le sagaci canzoni sono composte dal poliedrico attore e divertono il pubblico. Sole a catinelle è certamente un film di svago che non fa solo sorridere, ma ridere, i tempi comici sapientemente calcolati e l’inserimento di temi d’attualità come la crisi economica hanno sempre più il sapore della satira intelligente e non della beceraggine gratuita di un Natale alle Fiji. Alla fine il messaggio che Zalone lascia è l’ottimismo contagioso unito alla rivincita sull’ avarizia e una grande lezione di comicità. Ritornando alla scelta dei titoli, dopo i due modi di dire “Cado dalle nubi” e “Che Bella Giornata”, arriviamo finalmente all’espressione più congrua della mentalità italiana quella che riesce a vedere il sole anche quando piove.   

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