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5/10

300 L'Alba Di Un Impero regia di Noam Murro

Avventura
recensione di Alessio Colangelo

La storia contrappone il generale greco Temistocle alla massiccia invasione delle forze Persiane, al comando del mortale trasformato in Dio - Serse, guidate da Artemisia, il vendicativo comandante della marina Persiana.

“Tutti dovranno vedere, che noi abbiamo scelto di morire in piedi pur di non vivere in ginocchio.” Temistocle nel film.

300: L’alba di un impero sancisce il passaggio di consegne dal regista Zack Snyder (Watchmen, L’Uomo d’Acciaio) a Noah Murro (Smart People). Il titolo iniziale avrebbe dovuto essere 300: Battle of Artemisia visto che la narrazione è concentrata per lo più sul personaggio femminile di Artemisia I di Carnia, luogotenente di Serse e avversaria di Temistocle. Penso sia superfluo cominciare la lista di incongruenze storiche che il film ci propina perché in fondo 300 è un prodotto ibrido: film e fumetto si uniscono insieme a dare un girato sempre più colorato in “sepia” dove l’(ab)uso dello slowmotion assume la funzione spettacolare e incantatoria dello spettatore. La prima scena si apre con una melodrammatica plongée sulla ormai persa battaglia delle Termopili e sul corpo esanime di Leonida; successivamente un flashback ci riporta al regno di Dario I che però muore colpito da Temistocle a Maratona. Conosciamo il giovane Serse, un ragazzotto poco abile in guerra che manipolato dalla perfida Artemisia diventa il “Dio re”. Dopo essersi immerso in una magica sorgente muove le sue truppe su Atene. La trama viene letteralmente gettata addosso allo spettatore in maniera talmente rocambolesca che ci si stufa di cercare di capire il senso storico degli avvenimenti dopo 5 minuti di proiezione, la restante ora e mezza è un unico enorme massacro continuo sempre in slow motion che più che altro intrattiene per lo stile da graphic novel con cui è girato. Il VFX, davvero esagerato, rende questa pellicola vagamente “aliena”, come se fosse ambientata su un mondo parallelo, gli elementi scenografici di riconoscibilità del reale vengono distorti e modificati così che tutto sembri forzatamente finto. I realizzatori hanno dichiarato di essersi esaltati e divertiti a creare questo nuovo capitolo e noi siamo contenti per il loro divertimento, certo se avessero cercato di soddisfare maggiormente gli spettatori sarebbe stato anche meglio. La sensazione, a fine proiezione, è che si sia trattato del solito film fracassone ingigantito dalle subito smentite promesse del 3D ormai vecchio che non potrà più competere con la sensazionalità grafica della pellicola IMAX nativa (la convertita resta un gradino sotto). Il sonoro è costantemente inframezzato da inserti di musica moderna ai quali avremmo preferito musicalità più coerenti con la classicità greca. Le novità di rilievo di questo nuovo capitolo sono la presenza della figura femminile seppur “machizzata” oltremodo e lo spostamento della battaglia dalla terraferma al mare con le imponenti coreografie delle triremi. Non esiste nel film un solo momento di discussione e di dialogo, i personaggi sono tutti preda di un’isteria urlante che li rende troppo spesso esaltati e ridicoli, affetti da una smania di guerra forse troppo americana.  In 300 il reale è diventato un inferno solo racchiuso in una bolla di sapone.

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