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9/10

La Battaglia di Hacksaw Ridge regia di Mel Gibson

Guerra
recensione di Claudia

In seguito a un incidente domestico, Desmond Doss (Andrew Garfield), ragazzo Virginiano, decide di non toccare mai più un arma. Letteralmente. E per sempre. Ciò non lo ferma comunque dalla decisione di arruolarsi durante la seconda guerra mondiale. Sarà, pur senza armi, nè toccate nè avvicinate (neanche durante il mese di prova), capace di salvare quasi 50 soldati feriti a seguito di una sanguinosissima e violenta battaglia (Haksaw Ridge, da cui il titolo) contro "i musi gialli", battaglia  dalla compagine americana persa ben 6 volte, prima della comparsa providdenziale (e inzialmente caldamente osteggiata) del primo soldato obiettore di coscienza a "combattere" in prima linea.

Capolavoro assoluto con al suo centro, oltre che tante e encomiabili idee (il valore dei propri valori, delle promesse fatte a se stessi, del rispetto), soprattutto il cinema con la C maiuscola. La battaglia di Hacksaw Ridge è puro intrattenimento: non c'è una scena, un momento, un movimento che non sia più che giustificato, che non porti avanti il discorso messo su da Gibson e i suoi sceneggiatori, con maestria da veri campioni. La storia, così com'è affrontata e realizzata, potrebbe anche non essere vera, tant'è tutto ben studiato e pianificato e recitato e messo a punto ma comunque pieno di cuore; e l'opera non ci rimetterebbe una sola virgola: il fatto che poi lo sia è solo una vera goduria in più  per gli amanti dei film quando questi sono al loro massimo come in questo caso.

La prestazione di Andrew Garfield -da ammirare e riammirare in lingua originale: un inglese che parla con un profondo e perfetto accento dell'america rurale- è monumentale nel suo suggerire grandissima forza d'animo senza far mai diventare il desiderio di non avere a che fare con la violenza tout-court (neanche mangia carne!) del Doss solo un vezzo da portare con vanto, come molti esasperati -e molto di più- commilitoni vogliono invece credere. E evitando  ovviamente anche di  farlo passare per un dono sovrannaturale-divino. Il suo Desmond  è davvero un uomo comune, ma è unico: e la sua unicità non ha neanche un briciolo di propaganda.

Il resto del cast, con occhio ben aperto all'Australia madre patria di Gibson - Rachel Griifths, Teresa Palmer, Sam Worthington - pur nel suo essere poco conosciuto porta a casa tanti, molto risultati. Paradossalmente Vince Vaughn, unico volto noto assieme al comunque astro nascente Garfield - è quasi un pesce fuor d'acqua, ed è stato molto "arrotato" per fargli annichilire i suoi soliti vezzi da star, perchè Hacksaw Ridge è il film colossal meno hollywoodiano in circolazione, pur avendone in sè tutti i pregi (il senso dello spettacolo, la love story , il dramma interno e esterno) e i difetti (qualche scenetta d'accatto, come il momento dell'harakiri).

Splendida la confezione, disarmante nella sua precisione mai tronfia (bellezza non si può usare, ma sarebbe quello il termine) la truce e infinita sequenza finale dell'attacco, divisa in due blocchi distinti, in cui va dato un 10 alla prima e un 8 e mezzo alla seconda, che in effetti porta un pò di stanchezza. Ma è stanchezza da cose cinematograficamente troppo ben fatte, come accadeva con i film di Powell e Pressburger.

Per quanto di tema opposto (là un cecchino, qua un obiettore di coscienza, là l' importanza dell'attaccare in guerra per difendersi, qua l'opposto) Hacksaw Ridge è un po' un American Sniper del 2016. A Clint Eastwood piacerebbe e probabilmente piacerà tantissimo, anche se non ne condividerà una virgola.

Perfetta chimica tra Garfield e la Palmer. Piccola curiosità: applaudito persino in sala stampa.

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alexmn 8/10

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