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7/10

L Alba Della Libertà regia di Werner Herzog

Guerra
recensione di Massimiliano Scordamaglia

Film tratto dalla storia realmente accaduta al pilota Dieter Dengler, abbattuto e catturato nel Laos e li' condotto in un campo di prigionia dal quale riuscira' a fuggire coi suoi compagni.

Prima dell’avvento del "politicamente corretto", la piu’ grave piaga intellettuale che storia umana ricordi, c’erano i western con i cowboy sempre buoni e gli indiani spesso cattivi. 

Certo, le storie non erano un esempio di equilibrio ma anche gli indiani un po’ carogne lo saranno state no? 

Poi l’ondata del "volemose bene" ha reso gli indiani buonissimi e teneroni mentre il resto e’ noia.

Il Vietnam invece nacque gia’ sotto la stella buonista e ci fosse stato da allora un solo film senza intenti "politici", coi vietcong sempre povere creature, coi soldati vittime del sistema e la politica USA alla pari del Terzo Reich.

Herzog, oltre 40 anni dopo riesce dove nessuno ha mai osato prima: raccontare una storia ambientata in Vietnam, senza morali, senza condanne, senza proclami, senza puntare il dito contro qualcosa o qualcuno.

"L’alba della liberta’" o "Rescue down" s’ispira alla vicenda realmente accaduta al pilota americano di origine tedesca Dieter Dengler  precipitato durante una missione segreta nel Laos, catturato da guerriglieri del fronte opposto, sino alla fuga rocambolesca e drammatica.

Il regista si trova benissimo nelle jungla, come dubitarne e mette una passione enorme nel descrivere le gesta del suo quasi compatriota, mostrando un sano cameratismo che qualcuno gli ha contestato perdendo di vista il punto centrale del film: l’avventura.

Chi invece ha compreso in pieno il ruolo e la situazione e’ il superbo Christian Bale, attore dotatissimo con la capacita’ di trasformare il suo corpo come vuole, alla faccia di quelli che ricordano solo De Niro di "Toro scatenato".

Classe da vendere, infiniti chili persi, praticamente nessuna controfigura e veri vermi mangiati durante le riprese, giusto per accontentare Stanislavskij e il suo metodo.

Ineccepibile anche il resto della truppa, Steve ZahnJeremy Davies in testa.

Herzog eversivo quindi nel suo primo approccio hollywoodiano, senza piegarsi alle logiche tecniche e stilistiche del carrozzone statunitense e proprio per questo originale e meravigliosamente sincero.

Godibilissimo anche da coloro che , come il sottoscritto, non amano i film di guerra, qualunque guerra.

Ah, dimenticavo: perche’ malgrado tutto questo buonismo i tedeschi e i giapponesi restano sempre e comunque degli infami? Vuoi vedere che Herzog

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