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7/10

Hysteria - l'eccitante invenzione del vibratore regia di Tanya Wexler

Commedia
recensione di Alessio Colangelo

Nel 1880 il dottor Mortimer Granville trova lavoro presso il dottor Darympyle il quale pratica il “massaggio manuale” per curare l’isteria delle sue pazienti. Per porre sollievo alla sua mano affaticata Mortimer inventerà un massaggiatore elettrico che diventerà il primo vibratore…  

“La tecnologia non è la conoscenza profonda della natura ma la relazione fra la natura e l'uomo.” W Benjamin

Il film, che unicamente leggendo il titolo parrebbe l’ultima provocazione alla American Pie, in realtà si dimostra una commedia dal sapore inglese gradevole e sottile dove il divertimento non eclissa i temi seri della sessualità e dell’emancipazione della donna. La storia ci porta agli sgoccioli dell’ ‘800 a Londra quando un medico inventò il massaggiatore elettrico portatile che successivamente prese il nome di vibratore per curare l’isteria delle donne. La pellicola nella prima parte si concentra forse troppo sulle scene masturbatorie sulle pazienti come stanno a indicare i primi piani degli orologi che  scandiscono ellitticamente le ore di massaggio. La seconda parte assume toni più da love story e la trama si regolarizza fino a giungere ad un lieto fine. Il film è una commedia romantica che farà sussurrare non poco le vecchie signore in sala, tuttavia non c’è  nulla di particolarmente innovativo nell’ossatura, resta un film ben confezionato, spassoso a tratti e aggraziato che ha un po’ la presunzione di propinare temi femministi sotto la veste di una commedia leggera. Da un certo lato ricorda Irina Palm per l’argomento e per la mis en scene che eleva il discorso, ma non osa realizzare virtuosismi o tematizzazioni forti come avviene invece per esempio in Shame.

Nonostante le buone perfomance della Gyllenhaal e di Rupert Everett, in Hysteria, nonostante il titolo,  manca totalmente la componente psicologica che  ha dimostrato negli ultimi tempi di essere invece un tema accattivante come in A Dangerous Method. Restiamo appesi in una tiepida sospensione tensiva che non giunge a nessun ribaltamento di prospettiva o riflessione profonda , da questo punto di vista la rivoluzione femminile auspicata nel film è lungi dall’ essere raggiunta.

Interessante lo spunto di riflessione sulla nascita del telefono, mentre il vibratore viene presentato nel finale come lo strumento che ha cambiato la vita delle donne. Peccato che dalla pellicola resti eclissato il grande protagonista che dal 1895 cambierà l’esistenza umana. Stavolta Davvero.      

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Peasyfloyd (ha votato 7 questo film) alle 1:23 del 14 agosto 2012 ha scritto:

d'accordo su tutto con la recensione. Impeccabile Alessio