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R Recensione

5/10

Operazione Valchiria regia di Bryan Singer

Thriller
recensione di Alessandro Pascale

Storia ispirata a fatti veri: nel 1944 un complotto di alcune delle più alte cariche militari e politiche portano avanti il piano di uccidere Hitler ed eliminare il nazismo grazie a un piano che prende il nome di Operazione Valchiria. Ma nonostante la precisione del piano e la tenacia del colonnello Claus von Stauffenberg qualcosa va storto e il colpo di stato fallisce.

Forse il fatto stesso di avere una trama con il finale già scritto può depotenziare la visione di un film che di fatto si presenta come di non facile impatto per la maggior parte degli utenti “normali”. Già perché non so voi ma quaggiù in molti si sono messi ad arricciare il naso quando si è parlato dell’ennesimo film-polpettone sul periodo nazista con il chiaro intento pedagogico di mostrare che non tutti i tedeschi erano seguaci di Hitler e che i buoni sono di qua e i cattivi di là e ciccì ciaccia…

Non tutti insomma erano entusiasti di un film che dietro i strombazzamenti dei media per un tema sempre attuale (e culturalmente fondamentale) nascondeva un finale già scritto (per la sua stessa pretesa di veridicità storica) e per di più con l’infamante accusa di mettere sul piedistallo un colonnello impersonato nientepopodimeno che da mister scientology Tom Cruise, il quale torna a vestire i panni di “eroe storico” dopo il quantomeno discutibile L’ultimo samurai (2003). Lo preferivamo senz’altro nel cameo di Tropic Thunder (2008) dove faccione ciccione e parlantina volgare gli conferivano una simpatia quasi istantanea e naturale. E invece eccolo qua, sguardo fisso e serio, a costruire un personaggino tutto testa sulle spalle dotato di quella tipica moralità kantiana che impone di fare quel che bisogna fare per il bene dell’umanità, eccetera eccetera eccetera. Onore al vero colonnello von Stauffenberg, sia chiaro. A lui e a tutti gli altri che persero la vita nei vari attentati falliti contro quel miracolato di Hitler.

Ma qui si parla di cinema e pur apprezzando il contenuto didascalico della vicenda dobbiamo cercare di andare oltre, mettendo in rilievo la freddezza della regia di Bryan Singer, che dopo essersi sbizzarrito con il filone Marvel-movie (suoi i primi due X-Men e il Superman Returns che ha riportato in auge con discreti risultati Clark Kent) torna a rivisitare il tema del nazismo a una decade di distanza da L’allievo (1998). E rivisitando la sua filmografia non si può fare a meno di notare quanto sia terribilmente morale (per non dire moralistica) la sua produzione, tutta tesa nello sforzo di indottrinare sempre e comunque verso l’ideale popperiano di una società aperta, contro ogni totalitarismo e ideologia apertamente di destra.

Emerge nettamente questa politicizzazione, per quanto bisogna riconoscere una certa abilità nel mascherarla dietro il filone fantascientifico dei film “fumettistici”. Se però in questi ultimi si riusciva a mantenere un certo equilibrio tra ritmo, forma e contenuti (tanto da far riscontrare un certo successo anche di critica oltre che di pubblico) Operazione Valchiria svolta decisamente verso un cinema convenzionale che perde quel ritmo tecnico (vero cardine del capolavoro assoluto di Singer: I soliti sospetti, non a caso film non politico ma un narrativo fine a sé stesso) che dava quel principio di autorialità (nonché autorevolezza) al regista. Singer viene così a diventare un regista tra i tanti, realizzando un’opera lineare e moralistica, convenzionale sia per tecnica che per contenuti. Adattissima per le scuole, quindi, ma certo incapace di infiammare i cuori dei cinefili. Torna in mente il discorso fatto per Defiance. Pari pari…

V Voti

Voto degli utenti: 5,6/10 in media su 7 voti.

C Commenti

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Gabrepa1990 (ha votato 7 questo film) alle 3:10 del 3 ottobre 2014 ha scritto:

indubbiamente ben fatto dal punto di vista tecnico. Da quello storico un po' meno il vero von Stauffenberg non era affatto un anti nazista come viene descritto nel film. Egli condivise tutte le scellerate criminali scelte del Terzo Reich fino a quando non capì che ormai la Germania aveva perso la guerra e che per salvarsi il culo bisognava trattare direttamente con gli Alleati. Insomma un Badoglio in salsa crucca