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6/10

Gli Impenitenti regia di Martha Coolidge

Commedia
recensione di Alessandro Pascale

Herb Sullivan (Jack Lemmon) e Charlie Gordon (Walter Matthau) sono due cognati: il primo è vedovo, il secondo è oppresso dai debiti che ha accumulato scommettendo e perdendo alle corse dei cavalli. I due decidono allora di fare una crociera insieme.

Charlie però per non pagare il viaggio decide di imbarcarsi e far imbarcare Herb sulla nave come ballerini per ogni notte delle due settimane che dura la crociera.

I personaggi secondari del film sono Gil Godwin (Brent Spiner), il pignolo capitano della nave, Vivian (Gloria DeHaven), la futura moglie di Charlie, Liz LaBreche (Dyan Cannon), futura moglie di Herb ed Ellen Carruthers la proprietaria della nave (Rue McClanahan).

Alla fine del film, i due cognati ritornano con due future spose e Charlie con ben 18.000 $ vinti al casinò della nave, così da poter risarcire i debiti accumulati.

 

Il duo Walter Matthau-Jack Lemmon è senz'altro una delle coppie più belle ed eleganti che il cinema americano ci abbia regalato in oltre un secolo di vita. La loro capacità di integrarsi è eccezionale, unendo la timidezza sentimentale di Lemmon alla spigliata carica istrionica di Matthau, secondo il classico modello diventato canonico dai tempi di Stanlio e Olio.

Gli impenitenti è uno degli ultimi film che mettono assieme la celebre coppia, ma nonostante si rimanga distanti anni luce da capolavori classici del duo (da ricordare le produzioni sotto la regia di Billy Wilder, e cioè almeno Non per soldi ma per denaro e Prima pagina, ma anche lo storico La strana coppia di Gene Sacks), rimane una produzione gradevole e ben curata, anche se appare un episodio minore pure in considerazione del fin troppo sottovalutato La strana coppia 2 (1998) che riusce nel miracolo di raggiungere livelli esilaranti di comicità, come poche volte in passato.

Se c'è un motivo per cui Gli impenitenti si può salvare è però sempre e solo nella straordinaria capacità attoriale dei due grandi vecchi, che con una serie di battute pungenti, micidiali e repentine rendono ogni dialogo un evento imperdibile per grandi e piccini. Un grande sorriso lo regala poi soprattutto Matthau, da sempre agevolato dal fatto di avere un volto già di per sé comico (caratteristica che emerge chiaramente suo malgrado anche negli ottimi ruoli drammatici da lui affrontati, si pensi a mò di esempio al finale de Il colpo della metropolitana), ma anche dalla fortuna, intrecciata alle sue capacità, di godere sempre dei ruoli più clowneschi, inebrianti e simpatici.

In effetti però Gli impenitenti è tutto qua, perchè il resto è una sceneggiatura scopiazzata da canovacci già consumati, mentre non appena si abbandona il campo dello humour si cade in un bieco sentimentalismo da due soldi, peraltro scarsamente approfondito psicologicamente (e in questo una buona colpa ce l'hanno le due interpreti femminili Rue McClanahan e Dyan Cannon). Da nostalgico amarcord poco fruttuoso anche il tentativo di ricreare alcune atmosfere musical d'epoca swing, attraverso una serie di sequenze posticce e raffazzonate totalmente sconnesse con il resto della vicenda. Insomma non si può proprio dire che la regista Martha Coolidge abbia avuto così tanta voglia di lavorare...

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