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R Recensione

7/10

Enter the Void regia di Gaspar Noé

Drammatico
recensione di Alessio Colangelo

Oscar e sua sorella Linda sono appena arrivati a Tokyo. Oscar è un piccolo spacciatore e Linda lavora come spogliarellista in un nightclub. Una notte, Oscar cade in una retata della polizia e viene ferito a morte in una sparatoria. Mentre è disteso a terra morente, la sua anima, fedele alla sorella a cui aveva promesso che non l'avrebbe mai abbandonata, vaga per la città rifiutando di lasciare il mondo in cui ha vissuto.

Viaggio,Trip,Allucinazione,Visione,Illusione sono solo acuni degli elementi di cui è composto questo film. Iniziando dai titoli di testa (ricordate quelli mitici di Saul Bass?) psichedelici si che si alternano su sottofondo martellante si intuisce quanto innovativo possa essere un film come Enter the void girato quasi tutto in soggettiva o semisoggettiva di Oscar ci impossessiamo della sua visione prima diegetica  poi dopo lo sparo extradiegetica ed extracorporea. Cominciamo a viaggiare insieme a oscar nella Tokyo notturna nella novella Gotham di Gaspar Noè attraverso dei lunghissimi pianisequenza girati in Plongée dall' alto con i quali Oscar si immerge di volta in volta nelle vicende che gli interessano maggiormente essendo ormai ridotto allo stato metacorporeo.

Se la voce di Oscar la possiamo ascoltare nelle sequenze iniziali e in brevi Flashback ritorneremo a udirla nel finale dopo la sua Metempsicosi in un nuovo essere. Vita e Morte dunque sono un tema principale in questo film insieme all' inevitabile Eros e Thanatos rappresentati nelle numerose sequenze hard gore non censurate della versione UnCut. La morte è rappresentata come un evento casuale e improvviso che distrugge la pseudonormalità di un tossico e di sua sorella cosi come aveva precocemente portato via loro i genitori lasciandoli orfani. C'è in tutto il film la compoente Videoartistica che spinge a farci riflettere su quanto i film delle origini abbiano ancora molti strascichi in alcune opere Post-moderne; pensando all' inevitabile parabola che attraversa il film dal concepimento al trapasso è difficile non pensare a The Tree of Life di Malick anche se qui tutto il ciclo vitale ha perso un po' di quella sacralità aureolare che avvolgeva la storia del film Palma d'Oro.

C'è meno disincanto e più contretezza tanto da mostrare senza troppe remore un interruzione di gravidanza e innumerevoli atti sessuali fino a filmare con contro campo ginecologico un coito dall' interno della vagina e la successiva fecondazione. Uno scguardo entomologico che fa un po' ricordare le inquadrature impossibili di C.S.I Scena del crimine. Se posso darvi un consiglio eviterei di portarci la fidanzata al cinema perchè se ancora non l'avete capito Enter de Void non è un film per tutti. Noè intrattiene un rapporto sadomaso con il suo spettatore per l'enorme durata del film e per alcuni colpi diretti a far capire chi è che ci sta somministrando la nostra cura Ludovico. 

Volutamente Fastidioso è l'utilizzo della camera a mano che ci sballottola per le strade di Tokyo simili a autostrade luminose che rievocano le architetture (già?) futuristice di Tron (1982). Se lo sguardo del regista è inevitabilmente scop(r)ofilo non resta che convincersi che anche il film sia un buon esempio di cosa voglia dire avere uno stile di regia, uno stile che già si intravedeva nel suo bellissimo Irrèversible (2002) mistura di sguardo realistico e allucinato bastano a fare di lui perlomeno un buon autore affacciatosi sul panorama del post-moderno.    

Da notare anche una Lucile Hadzihalilovic in sceneggiatura che con il suo Innocence ci aveva stregato speriamo di vederla tornare presto dietro la macchina da presa.

Coraggiosa e lodevole la scelta della Bim di distribuire questa non facile opera.

   

V Voti

Voto degli utenti: 6,8/10 in media su 4 voti.
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FreakM 9/10

C Commenti

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alejo90 (ha votato 8 questo film) alle 17:07 del 8 dicembre 2011 ha scritto:

bellissimo film, sta talmente bene dentro al paradigma della post-modernità da travalicarlo offrendo qualcosa di inedito. Ce ne fossero di film così. Per una volta la distribuzione italiana mostra lungimiranza.