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8/10

Valzer Con Bashir regia di Ari Folman

Guerra
recensione di Francesco Carabelli

Il regista israeliano Ari Folman, colpito dal racconto di un amico a riguardo della guerra del Libano, cerca di ricostruire la sua esperienza militare in terra libanese, esperienza che la sua memoria aveva quasi completamente rimosso. Una ricerca che lo porterà a fare i conti con un passato tragico e con le proprie responsabilità...

Come può la memoria di fatti vissuti nella prima gioventù cancellarsi fino a lasciare spazio solo a ricordi vaghi e frammentari? Questo il tema dell’opera di animazione di Ari Folman, regista israeliano che con la sua opera cerca di ricostruire le vicende che lo videro coinvolto nella guerra in Libano agli inizi degli anni ’80 fino al massacro di Sabra e Shatila nel settembre del 1982.

L’utilizzo della tecnica di animazione permette molta libertà al regista israeliano, che può in questo modo lasciare spazio ad elementi immaginifici: il ricordo emerge a poco a poco dai fatti raccontati dagli amici e compagni d’armi, ma la memoria dei fatti si unisce ad elementi fantastici che l’autore non esita a mettere anch’essi in immagini, immagini che ritornano ciclicamente man mano che la pellicola si svolge.

Potremmo parlare di un documentario sui generis, dato che comunque è costruito sul racconto diretto, sulle testimonianze dei militari e di coloro che hanno vissuto in prima persona quei fatti tragici, testimonianze veritiere che però vengono ridisegnate dalla matita e dai computers con un tocco realistico. Alla fine la realtà in toto fa il suo ingresso sconvolgente nel mondo della finzione, dato che il regista lascia spazio alle immagini colte da una troupe israeliana poco dopo il massacro di Sabra e Shatila, massacro che ha colpito un campo palestinese in terra libanese.

Il regista cerca quindi di ricomporre un  puzzle ben complesso la cui realtà pur vissuta in prima persona dall’autore, non era stata colta in tutta la sua portata ed era anzi stata rimossa nel corso degli anni dal vissuto successivo del protagonista, quasi a liberarsi da un peso troppo ingombrante. Ciò che emerge è una documentazione puntuale che nasce dalla testimonianza diretta degli interessati, ma che lascia spazio alla poesia come nella sequenza che dà il titolo al film dove un soldato si oppone ai ribelli palestinesi ingaggiando uno scontro diretto che assomiglia ad una danza tra i loro proiettili, sullo sfondo del ritratto di Bashir Gemayel, presidente cristiano in pectore del Libano, poi assassinato dagli arabi o altrove nel racconto toccante di un compagno d’armi ed amico di Ari Folman che ci fa rivivere i momenti precedenti lo sbarco israeliano sulle coste del Libano.

Un’opera toccante sulla guerra e sulle sue tragedie accompagnata da una colonna sonora potente che sottolinea in chiave musicale i diversi frangenti della pellicola e che, come tutte le opere di guerra, ci pone interrogativi profondi sulle responsabilità dei combattenti e sul male che scaturisce dalla mancanza di pace.

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alexmn 9/10

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