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8/10

Eldorado Road regia di Bouli Lanners

Drammatico
recensione di Francesco Carabelli

Il giovane tossicomane Didier commette furti per raccimolare il denaro per visitare la famiglia, ma viene colto sul fatto dal quarantenne Yvan, comerciante in auto americane d'epoca. Sarà l'inizio di un'amicizia che li porterà a mettersi in viaggio assieme alla ricerca delle proprie origini...

Un film frizzante, giovane, ironico, un film belga che sembra girato in America. Il talentuoso attore e regista belga Bouli Lanners ci sorprende con questo suo secondo lungometraggio presentato alla Quinzaine des Réalisateurs di Cannes 2008. Una fotografia ispirata che gioca su piani e  campi fissi, in cui la macchina da presa risulta occhio obiettivo che riprende la realtà che avviene davanti a lei. Campi lunghi si alternano a primi piani nello svolgersi dei dialoghi, senza lasciare spazio alla macchina in movimento ( se si escludono i movimenti dovuti agli spostamenti in automobile).

La natura con i suoi grandi spazi ha un posto di onore in questo film, elemento che pacifica i conflitti umani e rende i protagonisti parte di un mondo che va oltre i propri piccoli problemi di ogni giorno (ad esempio la pioggia come elemento di sorpresa che li costringe a cambiare i propri programmi e ad adattarsi). Lanners ci racconta la storia di un giovane tossicodipendente, Didier (Elie) che per potersi pagare il viaggio di ritorno in famiglia si dedica al furto.

Scoperto dal padrone di casa Yvan, interpretato qui dallo stesso Lanners, non viene tuttavia denunciato alla polizia, anzi tra i due uomini nasce un’ amicizia, una simpatia reciproca. Yvan decide di accompagnare il giovane dai genitori e così inizia un viaggio nel verde della Vallonia, nel quale i due avranno modo di confrontarsi, di conoscersi e di apprezzarsi. Non mancano gli incontri con personaggi strambi come il collezionista veggente di auto incidentate o la coppia di omosessuali nudisti. Yvan vede nei problemi di Didier i propri, nella di lui solitudine la propria, nella lotta costante con la droga la propria lotta per il fratello tossicomane da poco scomparso.

Ma tutto è preso con molta ironia pur nella realtà dei problemi trattati, sorprendendoci e rendendoci partecipi di quanto accade. Lo stesso finale pur se aspettato, rimane aperto e la speranza di una vita nuova non viene del tutto negata. È un film molto maschile, in cui il tema dell’amicizia tra uomini ha un posto importante assieme a valori quali la solidarietà umana e la fiducia reciproca (anche nel finale la fiducia di Yvan per Didier non viene meno nonostante gli accadimenti). Da citare la bella colonna sonora che riesce a sottolineare in modo appropriato i momenti salienti dell’azione senza mai risultare di troppo, come nei migliori road movie. Un’opera seconda matura che mostra un autore da seguire, espressione di una dinamica cinematografia quale quella belga.

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Voto degli utenti: 8/10 in media su 1 voto.
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Peasyfloyd (ha votato 8 questo film) alle 0:40 del 20 agosto 2009 ha scritto:

splendido

colonna sonora da paura, fotografia incantevole e regia assolutamente moderna ed eclettica. Un film molto maschile è vero, e anche molto tipico del mondo odierno, tutto teso a mostrare un costante imbarazzo nei rapporti reciproci tra individui.

Silenzi talvolta un pò troppo lunghi ma ripagati da alcune scene surreali davvero incredibili, con sprazzi di umorismo grottesco folli!