Lasciami Entrare regia di Tomas Alfredson
HorrorSvezia 1981. Il dodicenne Oskar fa conoscenza con la vicina di casa, Eli sua coetanea. Ben presto se innamorerà ma dovrà fare i conti con il suo lato oscuro...
Cosa c’è di più candido ed innocente di un amore tra due pre-adolescenti. Apparentemente nulla, se non fosse che lei è un vampiro e per sopravvivere deve uccidere e succhiare sangue alle sue vittime. Come far coesistere amore e vampirismo in una piccola donna, che apparentemente sembra sofferente e indifesa? La sua diversità ne marca ogni gesto, persino l’entrare a casa di un amico deve essere accompagnato dal permesso manifesto dell’ospite (“lasciami entrare”).
Eli preferisce la notte, di giorno dorme nella sua culla/bara per non venire in contatto con la luce; veste leggero pur nel freddo dell’inverno; emana uno strano odore che subito l’amico Oskar nota; non può mangiare nulla di quello che mangiano gli umani, neppure un semplice dolciume. In lei vive una doppia natura che fa coesistere il bambino e l’amore di cui questo è capace con una rabbia repressa che sfoga sulle sue vittime senza ritegno e pietà. L’unica pietà sembra provare nei confronti di Oskar, al quale riesce ad evitare l’attacco diretto, nonostante sia provocata dalla vista del sangue.
Forse che l’amore riesca in qualche modo a vincere sul vampirismo? Il film non manca di toccare temi importanti quali la difficoltà di essere adolescenti, con i fenomeni di bullismo verso i più deboli (Oskar) e i conflitti e la voglia di rivincita che ne derivano. La violenza sembra essere l’unica risposta alle violenze subite e in molti passi del film la violenza va ben oltre ogni pur fervida immaginazione. In qualche modo viene toccato anche il problema della morte, dandone una visione pessimista e tragica: molte le morti causate direttamente da Eli e dal padre che non mostrano alcuna pietà per le proprie vittime, ma molte sono anche le sofferenze indirette. Vi è poi una denuncia dell’uso di droghe e alcool, messe quasi sullo stesso piano del vampirismo, quasi alcool e sangue fossero due vizi che mostrano le stesse problematiche: si cerca di sfuggirne, ma se ne rimane invischiati per sopravvivere.
Eppure l’amore di Oskar ed Eli è qualcosa che li lega e che dà loro sicurezza, pur nella tragicità delle esperienze vissute, rendendoli in qualche modo altri. Visivamente la pellicola è molto curata con una preferenza per le ambientazioni notturne: neve e notte sono insieme al sangue delle costanti che ci accompagnano per tutto il corso della pellicola e marcano profondamente la storia raccontata. Nel complesso una pellicola ben strutturata, che si avvale di una recitazione vissuta dei giovani attori e che ha permesso al regista Tomas Alfredson di fregiarsi di molti riconoscimenti a livello internazionale. Il film si basa sul best-seller dell’autore svedese John Ajvide Lindqvist.
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