V Video

R Recensione

8/10

Non E' Un Paese Per Vecchi regia di Ethan Coen

Thriller
recensione di Dmitrij Palagi

Texas anni '80. Un veterano del vietnam trova una valigietta piena di soldi, in mezzo ad una decina di cadaveri e auto abbandonate. Inseguito da uno spietato assassino si ritroverà a scappare per tutto lo Stato, fino al Messico.

Un road movie, su ambientazioni western, asciutto e serrato come dovrebbe essere ogni buon thriller. Un capolavoro dei fratelli Coen, capaci di mettere in scena il romanzo di McCarthy con i giusti attori e sequenze impeccabili.

Il vero protagonista è il Texas, terra arida e primordiale, in cui l'uomo può riscoprire la sua essenza e confondere istinti antichi con il livello contemporaneo di moralità, lasciando rimpiangere tempi ignoti e spaventando gli onesti. Un buono e un cattivo inseguono l'uomo qualunque, ingegnoso e privo di particolari meriti. In fondo l'unico che si può muovere a proprio agio nella realtà è il destino, gli altri saranno sempre impotenti davanti ai fatti, se non chi comprenderà, machiavellicamente, che la fortuna è donna e che, con un insieme di regole, può essere piegata. Regole che potranno far apparire chi le rispetta un folle, ma d'altronde la vita stessa ci appare assurda nel suo complesso.

Javier Bardem è perfetto nel dare corpo a un personaggio che non ha personaggio, la perfetta incarnazione del destino in cui confida, un uomo di cui non importa sapere niente, poichè l'essenza risiede nel suo essere fantasma, un sicario slegato dal contesto umano.

L'inseguimento a tre si svolge su canali insoliti, nessuno incontra nessuno, ci si limita a seguire le traccie e scontrarsi a distanza. Niente è definito, tutto è già stato deciso. All'esatto opposto di Bardem, Lee Jones e Brolin vestono i panni degli animali autoctoni, capaci di contrastare l'apolide assassino perchè legati in modo quasi primordiale alla terra in cui sono nati. Persino la scozzese Macdonald sembra del posto.

Il silenzio e gli spazi vuoti stanno lì a dimostrare quanto impotente sia l'uomo, animale tra gli animali, mortale tra i mortali.

Una violenza spietata e asciutta si muove con tinte horror, alternandosi con parenti ironiche e relazioni umane più profonde di quanto si possa percepire in un primo momento. Non esistono particolari secondari, non esistono distrazioni, qualsiasi colonna sonora sarebbe stata fuori luogo. I dialoghi si imbevono di declinazioni filosofiche, dimostrando ai ben pensanti che non occorre citare Platone per ritrovarsi incantati davanti ad un monologo interlocutorio come quello di Bardem al distributore di benzina.

Filosofia e cinema si incociano sotto l'ombra del nichilismo, in una narrazione nostalgica strettamente collegata agli anni '80, capace di dimostrare come la morte non sia mai fuori tempo o fuori luogo.

Alla fine ti dimentichi che per come era partito poteva anche essere un noir.

E a te cosa importa da dove vengo, "amico"?

 

V Voti

Voto degli utenti: 8,7/10 in media su 19 voti.

C Commenti

Ci sono 4 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

bargeld (ha votato 8 questo film) alle 20:08 del 5 luglio 2010 ha scritto:

Un film fuori dal tempo eppure perfettamente inquadrato nel nostro, un Bardem stellare, e poi Tommy Lee Jones sempre perfetto, i Coen alla regia (a proposito è di entrambi vero? Perchè credo erroneamente sia stato riportato il solo Ethan)... Come dici tu, Dmitrij, un capolavoro dei giorni nostri.

Marco_Biasio (ha votato 9 questo film) alle 21:36 del 6 luglio 2010 ha scritto:

Bravo Dmitrij. Una madonna di film della madonna. Ricordo solo che lo andai a vedere quando uscì e rimasi letteralmente ipnotizzato davanti allo schermo. Un gioiello che rimarrà tale negli anni a venire, ma i Coen sono due bastardi che non ne sbagliano una. Testa o croce? Scegli... Ho detto: scegli! P.S. Ottima la scelta di non mettere nessuna colonna sonora, l'orrore della pellicola è sufficiente per qualsiasi musica.

Peasyfloyd (ha votato 9 questo film) alle 14:29 del 9 gennaio 2011 ha scritto:

un post-western fuori dal tempo. In mezzo di tutto, ma quel che più conta è l'estetica scelta dai Coen: completamente anti-spettacolare e semi-invisibile, tesa a nascondere e oscurare molte scene clou lasciandole alla fantasia dello spettatore. Che alla fine può rimanerci male (se è una persona triste abituata alle storie hooywoodiana classiche e ben lineari), a meno che non sia un vero amante del cinema!

Pilastro del cinema post-moderno attuale. Bardem monumentale. Coen da erigerci un monumento. E ottima rece del buon Palagi!

fabio palma (ha votato 10 questo film) alle 7:43 del 27 febbraio 2014 ha scritto:

Un unico appunto: i Coen hanno, parola per parola, utilizzato i dialoghi del romanzo, non alterando neppure le virgole. Hanno però deciso di non inserire "Si dice che gli occhi sono la finestra dell'anima...", e la frase sulla fontana di pietra, i due momenti più intensi, liricamente, dello sceriffo, che da solo valgono l'acquisto del libro e che avrebbero solo potuto aggiungere, e non togliere, al film. Bravissimi i fratelli, comunque, ad orchestrare la NON colonna sonora. Tommy Lee Jones fu talmente folgorato da Mac Carthy da acquistarne Sunset limited, che ha poi recitato per HBO