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7/10

I Guerrieri regia di Brian G. Hutton

Commedia
recensione di Dmitrij Palagi

Dallo sbarco in Normandia la vita non è semplice per i soldati statunitensi, impegnati in un'avanzata verso Berlino che attraversa la liberazione della Francia. L'incompetenza degli alti gradi militari USA e le condizioni atmosferiche non aiutano minimamente. Ubriacando un agente nazista il soldato Kelly scopre dell'esistenza di una banca piena di oro, per un valore di 16 milioni di dollari, in mano ai soldati tedeschi. Decide di tirare su un plotone privato, attraversare le linee nemiche e anticipare l'avanzata dell'esercito alleato.

Stesso regista, stesso attore da cartellone. Brian G. Hutton e Clint Eastwood ci riprovano, ad un anno da Dove osano le aquile (1969) e sulla scia della satira antimilitarista che aveva già segnato (con un buon successo di botteghino) diversi film, compreso il noto M*A*S*H (sempre del 1970). Un film improbabile ma solare, incentrato su un cast internazionale che compensa un Eastwood quasi anonimo, sbiadito rispetto al brillante Donal Sutherland e all'ottimo Terry Savalas (che resterà alla storia come volto di Kojak qualche anno dopo). Una commedia tra carrarmati ed esplosioni.

Parlare di film di guerra sarebbe azzardato, salvo la splendida sequenza dell'assalto alla banca, che dimostra un livello altissimo di cinema, capace di rendere omaggio anche al western, indovinando perfettamente i tempi, quasi si fosse davanti ad una partita a scacchi (metafora giustamente utilizzata da Antonio Rubini).

Da Dove osano le aquile ci si muove verso Il buono, il brutto e il cattivo, rimanendo a metà strada. Funziona tutto, non ci si entusiasma ma c'è di che rimanere compiaciuti lungo i 138 minuti, ad eccezioni dell'inizio, più macchinoso e quasi fuori luogo. Sulle note di Lalo Schifrin la carovana statunitense si muove indisturbata tra le linee nemiche, lasciando fuori dalla storia il conflitto mondiale, aprofittando della situazione per adattare una commedia d'azione a situazioni parzialmente inedite. Un film classico, con tutte le caratteristiche del kolossal, di quelli che sulla carta fanno storcere la bocca agli intellettualoidi del cinema, di quelli che ti muovono a pregiudizi forti e critiche prevenute... peccato che la fattura sia ottima e il risultato indiscutibile (almeno nella sua sufficienza).

Diverte e compiace, senza pretendere nulla di più, un giocattolo per adulti ed adolescenti, che dimostra come si può distrarre senza cedere alla demenzialità e alla volgarità.

Ci sono delle volte in cui uno non ha voglia di film impegnati o truculenti. La necessità di distrarsi senza cedere al pornografico o al sangue. Di questi tempi sono i robot, le divinità e roboanti effetti speciali a garantire il film d'avventura.  Dal passato si conserva però un classico statunitense girato nella Jugoslavia di Tito, un piccolo cimelio dai più dimenticato che invece varrebbe la pena recuperare.

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