V Video

R Recensione

8/10

Steve Jobs regia di Danny Boyle

Biografico
recensione di Verdiana Paolucci

Ambientato nel backstage del lancio di tre prodotti iconici culminato nel 1998 con l'inaugurazione dell’ iMac, Steve Jobs ci porta dietro le quinte della rivoluzione digitale per dipingere il ritratto intimo di un uomo geniale.

Dimenticate il film omonimo del 2013, biopic frettoloso e non sostanzioso sul fondatore dell’impero della Apple. Lo Steve Jobs che ci propone Danny Boyle tralascia la biografia essenziale del genio e passa a raccontare le fasi principali della vita dell’inventore, focalizzandosi su tre date: 1984, lancio del Macintosh, 1988 e infine l’iMac nel 1998. “Steve Jobs” è affidato alla regia di Danny Boyle (Trainspotting, The Millionaire) e alla sceneggiatura di Aaron Sorkin (The Social Network). Il film infatti sembra ripercorrere più l’aspetto psicologico di Jobs che l’aspetto tecnologico dei prodotti che man mano si susseguono sullo schermo, e che andranno quindi a rivoluzionare il mondo dei computer. Spetta a Michael Fassbender dare anima e corpo all’inventore nevrotico, lunatico e apparentemente senza cuore: colui che odia le continue interruzioni della presunta figlia Lisa e della madre Chrisann Brennan, di Steve Wozniak (Seth Rogen), partner degli inizi in quel garage di Los Alton, e di John Sculley (Jeff Daniels), CEO Apple. A riportare Jobs sul suo corretto comportamento ci pensa l’occhio razionale e fidato di Johanna Hoffman (Kate Winslet), tanto da farci pensare che l’elemento romantico sia dietro l’angolo, ma c’è solo un rapporto platonico tra i due. Man mano che vediamo i tre eventi passare sullo schermo, assistiamo all’evoluzione di Steve Jobs sia come inventore che come essere umano; è qui che si sente maggiormente la mano di Sorkin, che come fu con The Social Network, scava a fondo nei conflitti dei personaggi, tirando fuori espressioni, frasi e scontri interiori. Vediamo quindi il suo rapporto con la figlia Lisa, dapprima difficile da accettare come sua legittima, che poi pian piano cresce, si modifica in uno più o meno parentale; viene data luce anche alla relazione con Johanna, a quella con il suo partner\amico Steve. Lo script del film è impeccabile, i dialoghi sono calzanti, e Fassbender, seppur non proprio somigliante come lo era Ashton Kutcher al fondatore della Apple, riesce comunque a esternare e ricalcare l'uomo oltre la leggenda. L'approccio che usa Danny Boyle infatti è insolito, azzardato se proprio vogliamo, ma coinvolgente, che farà felici i fan della Apple, ma farà storcere il naso a chi ha immaginato il film in maniera diversa.

V Voti

Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 2 voti.
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.