T Trailer

R Recensione

7/10

The Social Network regia di David Fincher

Drammatico
recensione di Francesco Carabelli

Come è nato facebook? Chi sono stati i suoi inventori? Cosa hanno dovuto passare per portarlo alla ribalta internazionale e farsi un nome nel mondo dell'informatica?

Le vicende di Mark Zuckerberg e soci dalle prime delusioni al successo internazionale....

La storia di facebook. Così potremmo soprannominare questo film che , seppur in modo drammatizzato ci racconta le vicende legate alla nascita del social network più diffuso al mondo con oltre 500 milioni di iscritti. Sembra che tutto abbia inizio con la delusione amorosa di Mark Zuckerberg, il quale rifiutato dalla sua ragazza, programma in una notte un sito progenitore di facebook,  che attira su di sé l’attenzione di tutta l’università di Harvard per l’enorme flusso di dati generato. È l’inizio di una storia affascinante, ma allo stesso tempo ricca di colpi di scena, di litigi tra fondatori  o presunti tali e di eliminazioni dall’assetto societario.

Il film mantiene desta l’attenzione dello spettatore tramite questi continui rivolgimenti, ma non ci regala innovazioni stilistiche di rilievo, né in campo registico né in campo fotografico, discostandosi il regista David Fincher da quanto fatto in altre opere precedenti (penso ad esempio al recente Zodiac). La narrazione procede per continui flash-backs, incrociando le vertenze legali più attuali con la storia della nascita e dello sviluppo di facebook, con una costruzione che potrebbe avvicinarlo a quella di un buon legal-thriller.

Lodevoli le prestazioni degli attori, che oltre ad assomigliare fisicamente ai protagonisti reali delle vicende (penso in particolare al protagonista Jesse Eisenberg che impersona Mark Zuckerberg) riescono  ad immedesimarsi nella parte in maniera perfetta. Da segnalare la partecipazione di Justin Timberlake che impersona il fondatore di Napster Sean Parker, che diede una mano a Zuckerberg e compagni nel trovare fondi per sviluppare il sito. Il ritmo delle vicende è molto veloce e le due ore passano senza che ce ne si accorga, entusiasmati dal racconto di ciò che ha cambiato il modo di vivere non solo dei protagonisti, ma di molti giovani e non che ogni giorno utilizzano il social network per esprimere le proprie opinioni e i propri stati d’animo. Il social network nacque come esperienza per universitari e collegiali e solo successivamente si espanse all’uso generalizzato. Interessante sapere che, nonostante la grande diffusione, la società che gestisce facebook è in attivo solo dal 2009.

Il finale, vagamente romantico, vede un Mark Zuckerberg impegnato nel riconquistare la propria ragazza, indovinate come…lascio a Voi lettori immaginare.. Interessante sapere che il regista David Fincher  sta dedicando tutta una serie di film ai fondatori delle nuove aziende leader mondiali nel settore informatico…il prossimo sarà dedicato ai fondatori di google Larry Page e Sergey Brin.

V Voti

Voto degli utenti: 7,8/10 in media su 12 voti.

C Commenti

Ci sono 5 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

AndreaBrunelli (ha votato 8 questo film) alle 9:11 del 9 dicembre 2010 ha scritto:

Forse il miglior film visto in questa stagione al cinema. Che ne pensi della scena di canottaggio ? A mio parere è un piccolo gioiellino, un corto all'interno della storia...

Marco_Biasio (ha votato 8 questo film) alle 17:13 del 10 dicembre 2010 ha scritto:

RE:

Ah, che il film sia una critica al capitalismo degli anni Duemila lo si evince proprio in una scena con protagonisti i due gemelli canoisti ed il loro amico arabo. Andando a protestare dal rettore di Harvard, questo li liquida dicendo grossomodo: "Quel Facebook non vale niente. Sono stato ministro del Tesoro qualche anno fa, credete che non me ne intenda di economia?". La scena di canottaggio indica la sfida dentro la sfida. I gemelli sono battuti due volte: in campo e fuori, dagli avversari "fisici" e da quelli virtuali. Una doppia sconfitta inaccettabile anche per il prototipo esemplare di Harvard, sempre composto ed attento ad evitare le beghe che possano screditare la sua immagine agli occhi degli altri universitari.

Marco_Biasio (ha votato 8 questo film) alle 17:09 del 10 dicembre 2010 ha scritto:

La storia di facebook

Mi trovi in disaccordo, Francesco. Per me facebbok è solamente un piccolo pretesto per inscenare un film ben diverso, incentrato sulla difficoltà della comunicazione e dei rapporti umani oggi, sui parametri del "genio" moderno, sulla solitudine umana e, ultimo ma non per ultimo, sul modello fallimentare del capitalismo, che inghiotte i sentimenti ed i legami d'amicizia in nome del dio denaro. Non a caso, come modello d'impostazione, a tratti mi ha ricordato la regia di Sam Raimi, grottesca e iperspettacolosa ma con un sostanziale messaggio dietro. Molto bravo Jesse Eisenberg ma quasi meglio Justin Timberlake, che mi ha lasciato un'ottima impressione.

alexmn (ha votato 9 questo film) alle 3:06 del 11 dicembre 2010 ha scritto:

anche per me

la storia di facebook è un pretesto. o meglio è il modo per parlare sostanzialmente di due argomenti:

- a livello macro, una critica al capitalismo;

- a livello micro/umano, la storia della fine di una (grande) amicizia.

in ogni caso, pollice molto alto per fincher...non ci son in circolazione tanti registi che possono vantare un curriculum come il suo e una grande capacità di stare al passo coi tempi in quanto a stile e capacità espressivo-visiva.

superPOP girl (ha votato 8 questo film) alle 23:22 del 12 novembre 2011 ha scritto:

Condivido

Quando un regista sa fare il suo mestiere una storia che avrebbe potuto essere banale diventa un pretesto per sollevare alcuni odierni quesiti sociali e persino famosi cantati pop risultano bravi "attori"!