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6/10

The Ward regia di John Carpenter

Horror
recensione di Riccardo De Franco

Anni '60: Kristen è una giovane donna che in seguito ad una crisi di panico da fuoco ad una fattoria e ne perde ogni ricordo. La bravata non passa inosservata e la ragazza viene internata in un ospedale psichiatrico, all'interno del quale sono ricoverate diverse pazienti che soffrono di disturbi mentali. Il reparto, dove alloggiano le ragazze, si rivela essere un posto pieno di segreti, e Kristen comincia a temere per la propria vita quando scopre che una misteriosa entità aggredisce e uccide i pazienti.

Dopo circa un lustro torna sulle scene John Carpenter, “il maestro” dell’horror che ci aveva lasciati 11 anni fa con il dimenticabile Fantasmi Da Marte. Nonostante quell’ultima pallida prova, l’attesa per il ritorno di questo cineasta navigato era alta, ampliata notevolmente dalla sensazione di vuoto che si prova ultimamente quando si va al cinema in cerca di un film d’orrore che sappia andare oltre il mero spavento improvviso con la “botta” della colonna sonora.

The Ward è un film su commissione, e lo si intuisce già dal fatto che Carpenter non ha firmato le musiche, solitamente uno dei suoi marchi di fabbrica: in questa occasione difatti le composizioni sono opera del sudafricano Mark Kilian (delizioso ed evocativo il main theme, ma per il resto una soundtrack abbastanza anonima rispetto al resto della produzione carpenteriana). La sceneggiatura è opera dei fratelli Michael e Shawn Rasmussen, e il soggetto sostanzialmente si dimostra un canovaccio abbastanza comune: il tema del protagonista internato in un istituto le cui mura racchiudono un’entità sovrannaturale era già presente, seppur con qualche differenza, proprio in un precedente lavoro di Carpenter, il celebre In The Mouth Of Madness (“Il seme della follia”), l’ultimo grande capolavoro del maestro.

Assodato che la trama non è tra le più originali, conviene soffermarsi sul contorno del film: la prima cosa che salta all’occhio è che finalmente non ci tocca vedere un horror con quella stramaledettissima fotografia patinata che tanto piace ai giovani registi degli odierni film del brivido, e ai teen-ager che affollano le sale per questi videoclip musicali mascherati da film. La resa visiva di The Ward è ottima, fin dallo splendido incipit con il logo del film (accompagnato dall’ormai leggendaria scritta “John Carpenter’s”) e gli affascinanti titoli iniziali; la regia non si concede particolari virtuosismi, ma determinate scene risaltano per l’uso di luci (penso soprattutto alla scena nel bagno comune) e ombre, così come determinate inquadrature mostrano una mano matura ed esperta. Svogliata, ma esperta.

La cosa che si lascia apprezzare di più (vuoi anche per l’innegabile fisicità) è la protagonista, Amber Heard, che si sta facendo strada pian piano a Hollywood, e che proprio da questo attesissimo film ha cominciato la sua carriera in “serie A”. Benchè il personaggio sia speculare a tante altre protagoniste di incubi cinematografici, la giovane Kristen che mette in scena è efficace e mostra quel grado minimo di spontaneità che si richiede ad un ruolo abbastanza stereotipato per non risultare sterile; ottimo anche il cast di supporto, in particolare Jared Harris nei panni del direttore del manicomio e alcune delle altre internate, che riescono a non sfociare nel già visto.

Le scene più truculente sono la migliore rappresentazione del fascino old-style di questa pellicola, grazie all’uso di effetti speciali tradizionali, quindi niente sangue in CGI, che ultimamente sta andando di moda nonostante l’effetto finale sia decisamente fastidioso e finto. E nonostante tutto, i pochi colpi di scena fanno il loro dovere. In conclusione, come accennavo all’inizio, siamo diversi passi avanti rispetto alla pellicola con cui si era indegnamente congedato John Carpenter, e tuttavia siamo anche a diversi passi indietro rispetto alle perle cui ci ha abituato fino agli anni ’90. Tuttavia a 70 anni suonati questo regista che non si impegna più di tanto e che confeziona un compitino senza sbavature, può benissimo dare lezioni ai vari Marcus Nispel, Alexandre Aja, Samuel Bayer…

V Voti

Voto degli utenti: 6,1/10 in media su 8 voti.
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Sydney 3/10
Slask 7/10

C Commenti

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Bedobedin (ha votato 6 questo film) alle 13:13 del 19 settembre 2011 ha scritto:

concordo

concordo su tutta la linea. film carino, ma niente di nuovo. devo ammettere di aver preso una cotta per la Heard, anche se nel film sembra tutto tranne che uscita dagli anni '60...

Slask, autore, (ha votato 7 questo film) alle 3:21 del 21 settembre 2011 ha scritto:

che ci vuoi fare

la vecchiaia arriva per tutti. fa piacere vedere che un "master of horror" come lui sappia ancora intrattenere in maniera efficace, ma inevitabilmente è un regista al tramonto. Aggiungiamoci che da sempre è uno che ha dovuto faticare per ottenere i finanziamenti adatti e il sostegno dei produttori per le sue idee personali.

Concordo sulla Heard, che donna!

Sydney (ha votato 3 questo film) alle 2:43 del 14 ottobre 2011 ha scritto:

La 350 milionesima versione di Psycho: da cascare i coglioni. Non se ne può più. Carpenter alla frutta più che mai. Da pensionare subito. Soprattutto per il rispetto che deve a se stesso e al grande regista che è stato.

Slask, autore, (ha votato 7 questo film) alle 15:59 del 14 ottobre 2011 ha scritto:

ma guarda, Sydney...

...è vero che ormai Carpenter è alla frutta, ma se proprio dovessi scegliere (e purtroppo non posso), preferirei farlo lavorare altri 10 anni e invece mandare in pensione anticipata i "giovani talenti" che sfornano horror di questi tempi.

Sydney (ha votato 3 questo film) alle 18:50 del 14 ottobre 2011 ha scritto:

Slask,

Sì, vero. Però il fatto è che a vedere un film come questo quasi lo confondi con uno di quegli horror odierni alla quale fai giustamente riferimento. A me non è neanche sembrato un film di Carpenter, il suo stile è quasi sparito del tutto. E mi fa un pò di tristezza questo. Per me è il suo peggior film. E, per quanto mi riguarda, questo genere di horror psicologico in particolare ha sparato la sua ultimissima cartuccia con Session 9... ora non se ne possono più vedere.