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9/10

La Cosa regia di John Carpenter

Fantascienza
recensione di Gabriele Repaci

Antartide, 1982: un husky inseguito da un elicottero guidato da un pilota norvegese che cerca di ucciderlo giunge nei pressi della base scientifica statunitense U.S. Outpost mostra spoiler

31 dove viene accolto dall’equipe di scienziati. Tuttavia essi non sanno che il cane è in realtà un mostro alieno  riportato in vita dalle radiazioni e capace di assumere la forma delle proprie vittime. 

Remake di  «La Cosa» da un altro mondo di Christian Nyby  e Howard Hawks del 1951, a sua volta basato sul racconto Who Goes There?  di John W. Campbell, il lungometraggio di John Carpenter si situa a metà fra il genere horror e quello fantascientifico. Nella trama sono contenuti infatti sia gli elementi tipici dei film dell’orrore (i personaggi intrappolati in luogo isolato dal mondo esterno, una creatura feroce che cerca di ucciderli) che quelli del cinema di fantascienza (l’entità aliena arrivata sulla Terra con la sua astronave circa 100.000 anni fa).  Benché si tratti di un rifacimento le differenze fra la pellicola di Nyby/Hawks e quella di Carpenter sono notevoli. Nell’originale l’azione si svolge in Alaska mentre nel remake in Antartide. Anche la descrizione del mostro è diversa: se nel film del 1951 la «cosa» è un organismo vegetale dalle sembianze umanoidi che si nutre di sangue, in quello del 1982 essa non ha una forma propria ma assume quella delle sue vittime.  L’idea di un alieno che «copia» la forma degli esseri umani tanto da risultare irriconoscibile non è in se originale: basti pensare al celebre L’invasione degli ultracorpi  del 1956 dove dei baccelli alieni insinuatisi nei corpi degli abitanti della cittadina di Santa Mira riescono a replicare fedelmente le sembianze dei loro ospiti.  Ciò che rende unico La Cosa di Carpenter è l’atmosfera di terrore che regna sovrana per tutta la durata della pellicola. La creatura infatti potrebbe manifestarsi  da un momento all'altro, saltando fuori da uno qualunque degli scienziati della base senza che nessuno se lo aspetti. Tutto ciò contribuisce al diffondersi di un clima di panico nel quale nessuno si fida più di nessuno in quanto chiunque potrebbe essere la «cosa».  Il succedersi di colpi di scena e trovate memorabili contribuiscono a tenere lo spettatore con il fiato sospeso per tutto l’arco del film. Indimenticabile a tal proposito la scena durante la quale per identificare l’essere, il pilota MacReady, interpretato da un superlativo Kurt Russell, decide di esaminare il sangue di tutti i componenti della base. Molto spesso i critici hanno paragonato il capolavoro di Carpenter a quello Ridley Scott Alien del 1979 nel quale l’astronave Nostromo viene invasa da una creatura mostruosa che uccide uno per uno i membri dell’equipaggio. Paragone del tutto pertinente soprattutto per l’evidente influenza che la letteratura Lovecraftiana ha avuto su questi due lavori: in entrambi i casi ci troviamo infatti davanti a qualcosa che, come i «Grandi Antichi» dello scrittore di Providence, è molto antico ed incredibilmente ostile al genere umano. La differenza principale fra i due mostri è che quello di Scott è mosso da un istinto distruttivo e in qualche modo «anarchico» votato alla semplice distruzione della realtà esistente, mentre la «cosa» di Carpenter vuole invece sopravvivere e attraverso i propri cloni moltiplicarsi su tutta la Terra.  Paradossalmente possiamo dire che è forse a causa della sua grande riuscita che il film di John Carpenter non ha riscosso il successo che meritava. Proprio l’eccessivo orrore suscitato dal mostro infatti ha contribuito a tenere lontani gli spettatori dalle sale cinematografiche con evidenti ripercussioni negative sugli incassi al botteghino. In ogni caso, se non si tratta proprio del miglior lavoro di Carpenter, La Cosa è comunque uno dei suoi più riusciti in quanto con esso ha raggiunto vette che difficilmente in seguito ha potuto eguagliare.

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