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8/10

Essi Vivono regia di John Carpenter

Horror
recensione di Gabriele Repaci

John Nada (Roddy Piper) giovane disoccupato e vagabondo arriva a Los Angeles dove trova lavoro all’interno di un cantiere edile. Qui conosce Frank (Keith David) un altro operaio che lo fa alloggiare a Justiceville una baraccopoli situata ai margini della città. In seguito Nada, dopo che la polizia avrà sgomberato la bidonville, troverà in una scatola di cartone un paio di occhiali da sole in grado di fargli vedere il mondo in una luce completamente diversa.

Nel documentario The Pervert's Guide to Cinema diretto da Sophie Fiennes il filosofo e psicanalista sloveno Slavoj Zizek ha definito Essi vivono di John Carpenter un «capolavoro dimenticato della sinistra hollywoodiana». Secondo Zizek infatti «gli occhiali da sole fungono da critica dell’ideologia. Essi ti permettono di vedere al di la di tutta la propaganda, lo sfarzo, i poster e così via. Quando indossi gli occhiali da sole vedi la dittatura nella democrazia, l’ordine invisibile che si sorregge su una libertà apparente».

Basato sul racconto breve di Ray Nelson Eight O'Clock in the Morning, il film di Carpenter è un potente atto d’accusa contro la moderna società capitalistica nella quale dietro la facciata di una formale democrazia si nasconde una feroce tirannide. In una sorta di trasposizione moderna del platonico mito della caverna il personaggio principale della storia riesce a liberarsi dalle catene imposte dal pensiero dominante e a osservare la realtà per quella che essa è, capendo di aver vissuto fino a quel momento nell’inganno. 

A differenza di quanto accadeva nei film di fantascienza degli anni cinquanta come il celeberrimo L'invasione degli Ultracorpi (1956), qui l’insospettabile alieno che si cela fra di noi non è rappresentato dal comunista ma dallo yuppie reaganiano. In maniera molto intelligente il regista mette in evidenza come nel capitalismo le classi dominanti riescano ad ottenere l’obbedienza dei dominati non più solamente tramite la coercizione, come accadeva nei tempi antichi, ma soprattutto attraverso l’egemonia culturale che esse esercitano sulla società civile. Ai subalterni viene fatto pensare che se obbediranno in silenzio, magari rendendo più facile la vita ai propri padroni, forse un giorno potranno anch’essi assaporare la comodità e il benessere di questi ultimi. Spontaneo viene il paragone con un’altra pellicola anch’essa caduta ingiustamente nel dimenticatoio ovvero Society –The Horror di Brian Yuzna del 1989 che riesce ad unire oltre ad una sana dose di umorismo e scene splatter una radicale critica del sistema sociale esistente. Nel film in questione infatti il protagonista Bill Whitney, adottato da piccolo da una coppia dell’alta società americana,scoprirà uno scioccante segreto ovvero che i membri dell’establishment non sono umani come tutti gli altri ma feroci cannibali che si divertono ad organizzare festicciole nelle quali «succhiano» il corpo dei poveri.

In entrambi i film viene sottolineata l’estraneità della classe borghese rispetto alla restante parte dell’umanità ed il suo comportamento parassitario nei confronti di quest’ultima.

Tale realtà è talmente sconvolgente che l’uomo comune rifiuta di accettarla. È per questo motivo che Frank il compagno di lavoro di John Nada, interpretato dall’attore Keith David, si mostra così restio nel voler indossare gli occhiali, tanto che il protagonista dovrà metterglieli addosso con la forza. «Perché – si chiede Zizek - quest’uomo rifiuta così violentemente di mettersi gli occhiali? Come se sapesse bene di vivere spontaneamente in una menzogna che gli occhiali gli mostreranno come è la verità ma che questa verità può essere dolorosa».  

Con Essi Vivono più che dirigere un film Carpenter ha firmato il suo testamento politico in cui appare netto il rifiuto del regista verso quell’America che, dopo i turbolenti anni della contestazione studentesca contro l’intervento in Vietnam, si era trasformata in una nazione profondamente conservatrice dove un mediocre attore divenuto Presidente aveva dichiarato guerra ai valori della sinistra progressista riscuotendo purtroppo un ampio consenso. 

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