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R Recensione

5/10

Annabelle regia di John R. Leonetti

Horror
recensione di Alberto Longo

1970, California. Mia e John Form, giovani neo sposi, attendono la loro primogenita. Un tragico evento sconvolge la vita della coppia: cultori di una setta esoterica compiono una strage nella casa dei vicini per poi introdursi nella loro. L'intervento della polizia pone fine l'incubo, ma il sangue della giovane Annabelle, compagna dello squilibrato cultore, bagna una delle bambole di Mia Form.

Un anno fa il pubblico rimaneva terrorizzato nelle sale con The Conjuring - L'Evocazione di James Wan, (Saw - L'Enigmista; Insidious; Dead Silence) congelato sulle poltrone di un cinema a partire dalle vicende di una bambola indemoniata. Ora Annabelle ha lo schermo tutto per sè: le bambole sono un vero cavallo di battaglia da incubo per James Wan. Nulla di cui meravigliarsi, in fondo: la storia era già pronta, potenzialmente inquietante da poter creare nuovi spaventi e un'ottima esca per richiamare tutti gli spettatori che avessero apprezzato le atmosfere evocate dal regista. Il testimone viene passato a John R. Leonetti, direttore della fotografia nei film di The Conjuring, Insidious (2010) e Insidious 2 (2013); Wan figura come produttore.

Il cambiamento si vede. O meglio, si sente: il film sembra una summa delle opere più importanti di Wan, senza che Leonetti metta veramente del suo. Ci sono alcune sequenze capaci di regalare salti dalla sedia e un senso di paura, ma il ritmo narrativo non riesce ad essere lineare, continuo e soprattutto sempre vivo: il rischio di annoiare lo spettatore è serio, soprattutto nella prima fase. La semina per creare la supense è troppo lunga, con tempi morti e a tratti ripetitivi. La pellicola non si giova dell'interpretazione degli attori: se Vera Farmiga e Patrick Wilson sono stati in grado di rendere accattivanti i loro già eccentrici protagonisti di The Conjuring, Annabelle Wallis e soprattutto Ward Horton non presentano la stessa sintonia e credibilità, rischiando di coinvolgere poco lo spettatore nel loro dramma familiare. Decisamente superficiali i personaggi di contorno, capaci di regalare poche sincere emozioni. Il piano tecnico dell'opera è ineccepibile, appoggiandosi alla formula già collaudata da Wan: bruschi cambi di scena, carrellate lente per incrementare l'attesa, celare l'elemento del terrore con brevissime inquadrature o sfocato in secondo piano. la colonna sonora è sempre di Joseph Bishara: le sue cacofonie sanno sempre dove colpire.

In breve... Annabelle di John R. Leonetti è una prevedibile e furba macchina di brividi, spin off del fortunato The Conjuring. La bambola ha lo schermo per sè, ma Leonetti è uno scolaretto diligente e la mano di Wan, qui produttore, è pesantissima. Nulla da eccepire a livello tecnico, discontinuo a livello narrativo. Brividi su brividi fini a sè stessi, senza che la vera angoscia si faccia avanti in maniera consistente e continua. Le vicende della bambola sono deja vu di Wan e strizzate d'occhio a Polanski. E la vera paura lì rimane.

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