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6/10

Il Seme Della Follia regia di John Carpenter

Horror
recensione di Maurizio Pessione

Un ispettore delle assicurazioni, John Trent, un vero e proprio maestro per smascherare color che tentano di farsi pagare sostanziosi risarcimenti per atti dolosi procurati di proposito, è finito in manicomio. Il film ripercorre la sua storia fino a questa drammatica condizione. A partire da quando è stato inviato presso una casa editrice per indagare sulla scomparsa del celebre scrittore Sutter Cane, proprio mentre stava per pubblicare il libro finale di una saga che ha catturato innumerevoli lettori fino a farne nascere una sorta di dipendenza collettiva. John è sempre stato un uomo concreto, scettico per natura ma curioso per mestiere, così per documentarsi legge alcuni romanzi di Cane e finisce come risucchiato dentro una tortuosa vicenda nella quale nulla è più reale e tutte le certezze che aveva costruito nel corso degli anni vengono a crollare come castelli di carta, sino a farlo impazzire.

Si è forse un pò perso per strada John Carpenter, un po’ come il protagonista del suo film Il Seme Della Follia datato 1995?

Autore, di alcune opere cult del genere horror, thriller, fantascienza ed azione, negli anni a cavallo fra il 1975 e il 1990 caratterizzate da uno stile moderno ed accattivante, soprattutto per le generazioni più giovani, come Christine la macchina infernale, Fog, Halloween, 1997: fuga da New York, La cosa, Starman e Distretto 13: le brigate della morte, Carpenter ha dato il meglio di sé come regista quando era ancora piuttosto giovane (è nato nel 1948), senza più riuscire ad incidere nello stesso modo successivamente.

Se in Nightmare – Dal Profondo Della Notte addormentarsi significava sprofondare dentro un incubo di sangue ed orrore nel quale realtà e fantasia si mescolavano fra di loro, in Il Seme Della Follia è invece la lettura di racconti fantastici, nati dalla penna di Sutter Cane, uno strano scrittore il cui successo sembra persino oscurare quello di Stephen King, che trasporta le persone in una sorta di altra dimensione nella quale personaggi e luoghi immaginari si trasformano in angoscianti avvenimenti dai contorni indefinibili. Una di quelle storie che dovrebbe far ricredere gli scettici riguardo l’attendibilità delle sedute spiritiche e dei fantasmi e mostri provenienti da scenari diversi da quelli che normalmente percepiamo.

Esattamente quello che accade a John Trent (davvero bravo Sam Neill nell’occasione), ispettore delle assicurazioni, un vero e proprio asso nello scoprire coloro che tentano di farsi pagare inesistenti o fraudolenti risarcimenti per le polizze che hanno sottoscritto. Una persona con i piedi ben piantati per terra, pratica, concreta, abituata a considerare ostinatamente solo quello che è ed a scavare dietro le apparenze.

Eppure è impazzito e le prime sequenze lo vedono imprigionato in una camicia di forza, scaraventato non senza qualche difficoltà dentro una cella che ha le pareti morbide ed imbottite perché non possa nuocere a se stesso.

Per sapere come è arrivato sin lì, bisogna ripercorrere la sua storia. Cambia la scena e troviamo John calmo e sicuro di se stesso nell’atto di smascherare un uomo che ha incendiato il capannone della sua impresa per buggerare l’assicurazione; poco dopo lo vediamo al bar assieme al suo assistente che si complimenta con lui per la sua tecnica espositiva ed indagatoria. Nel frattempo però sopraggiunge un pazzo che infrange con una scure la vetrata di fronte al loro tavolino, intenzionato ad uccidere John, che viene salvato miracolosamente grazie all’intervento di due poliziotti che sparano sul folle abbattendolo.

Scampato il pericolo ma senza aver compreso il movente di quel gesto, ritroviamo John in una società editrice, il cui proprietario è interpretato niente meno che da Charlton Heston. In questo caso c’è da valutare la denuncia di risarcimento per la scomparsa del celebre scrittore Sutter Cane, proprio nell’imminenza della pubblicazione di un suo romanzo, ultimo di una lunga serie che ha creato una vera e propria dipendenza e delirio fra i suoi affezionati lettori pur di accaparrarselo nelle librerie. Una trovata pubblicitaria della casa editrice per incrementare l’attesa dell’evento oppure effettivamente un danno economico derivante dalla sua sparizione e la conseguente mancata distribuzione?

John Trent ovviamente non è assolutamente convinto riguardo la misteriosa scomparsa. Entra in una libreria, come tante altre nel frattempo messa a soqquadro dai fans dello scrittore e nella quale un ragazzo allucinato lo avvicina per annunciargli sibillinamente che… LUI lo vede… e per curiosità acquista alcuni romanzi di Sutter Cane (interpretato da Jurgen Prochnow). Dopo essersi immerso nella lettura, seduto sul comodo divano di casa sua ed aver riconosciuto, fra l’assurdità delle vicende narrate, le qualità di uno scrittore trascinante, John si ritrova a sua volta suggestionato, talmente impressionato dalla sua prosa da appisolarsi e svegliarsi ripetutamente in preda ad incubi e con la sensazione che i personaggi descritti nei romanzi, dai connotati più simili a zombie che ad umani, siano delle presenze concrete accanto a lui.

Convinto di poter ritrovare lo scrittore in un luogo situato al centro dello stato del New England, identificato facendo un collage delle copertine dei suoi libri, John viene accompagnato da Linda (Julie Carmen), l’esperta dei libri di Sutter Cane della casa editrice, in un luogo che in realtà non esiste, perlomeno nelle carte geografiche, indicato invece nei romanzi di Sutter Cane. Dopo un lungo viaggio, alternandosi alla guida, i due arrivano come per magia a destinazione: Hobb’s End. L’ultima parte del percorso, mentre guidava Linda e John dormiva, è stata però una specie di viaggio immaginario, contornato da personaggi dalle strane sembianze che vanno in giro in bicicletta di notte con delle carte da gioco infilate fra le ruote generando un rumore particolare. Uno di questi Linda l’ha pure investito ma quando sembrava che fosse ferito gravemente s’è improvvisamente rialzato e ripresa la bicicletta si è dileguato. A ciò s’aggiunga, ad un certo punto, l’impressione di guidare come sospesi nel vuoto ed infine il passaggio attraverso un tunnel apparentemente senza fine, all’uscita del quale il paesaggio è completamente mutato mostrando un paesino tranquillo di campagna. Il tutto proprio mentre John si è risvegliato, ignaro in gran parte di quello che è accaduto nel frattempo. Il posto è così tranquillo che non c’è nessuno per le strade e l’unica dimora dove è possibile pernottare, descritta da Sutter Cane in un suo racconto, sembra vuota ed è gestita da una ambigua vecchietta.

Se fino a questo momento gli episodi accaduti, per quanto strani, hanno generato una curiosa aspettativa riguardo il mistero che li hanno generati, da ora in poi il film cambia marcia e stile, lasciando da parte ogni logica ed enigma per imboccare decisamente la via del terrore e della cruda rappresentazione, senza sottintesi ed allusioni sospensive. I quadri appesi alle pareti della hall raffigurano personaggi che si muovono e cambiano posizione a seconda dei momenti in cui i nostri protagonisti li osservano. Spunta un gruppo di bambini, intravisti solo da Linda, mentre inseguono un cane, come fossero in trance. John e Linda si dirigono verso l’imponente chiesa sconsacrata che domina la zona, nello stesso istante in cui sopraggiungono alcune auto dalle quali scendono degli uomini armati di fucili chiedendo a viva voce a Sutter Cane di aprire il portale e restituire una bambina che tiene prigioniera. L’apparizione della bambina anticipa di poco quella dello scrittore, con un ghigno beffardo e di sfida. In risposta vengono invece sguinzagliati alcuni cani da difesa che assalgono ed azzannano gli assalitori costringendoli alla fuga.

John e Linda restano sbigottiti. Ma mentre quest’ultima mostra di credere a ciò che vede ed essere inconsciamente attratta dagli eventi horror-onirici nei quali si ritrova immersa, John è convinto invece di essere al centro di una farsa, ottimamente organizzata da Linda stessa e dalla sua casa editrice.

Linda non resiste alla tentazione di entrare nella chiesa sconsacrata nonostante l’evidente minaccia scolpita all’esterno e dopo aver ritrovato lo scrittore scomparso, viene come soggiogata da forze oscure e mostri dagli innumerevoli tentacoli, trasformandosi in qualcosa di simile a loro. John invece non capendo più cosa è vero (come afferma lui stesso picchiettando su un mobile) e cosa invece è costruito ad arte per condizionarlo, dopo aver subito persino un’aggressione da parte della donna improvvisamente dotata di una forza inusuale, decide di mollare tutto e fuggire in auto.

Ma come fosse in un sogno, quando immagina di essersi allontanato dalla strada dove alcuni zombie stanno cercando di raggiungerlo, si ritrova invece poco dopo nello stesso punto di prima, costretto a frenare di colpo per non investirli. Una, due, tre volte di seguito, come se continuasse a girare su se stesso senza soluzione di continuità. A trattenerlo sembra sia la perversa forza di volontà di Sutter Cane che lo vuole protagonista della stessa storia che sta battendo sulla macchina da scrivere, chiuso dentro la chiesa sconsacrata e difatti è a John che affida il compito di consegnare il manoscritto finito da dare alle stampe. Nonostante quest’ultimo tenti di distruggerlo più volte, bruciandolo persino, se lo ritrova comunque nuovamente fra le mani, intatto, come la classica Araba fenice che risorge dalle sue stesse ceneri. Il finale dentro il cinema è tuttavia evocativo e ripropone il tema di fondo del film riguardo il confine fra apparenza e realtà, fra finzione e verità, fra terreno e sovrumano, fra il cinema stesso come metafora della vita e come quest’ultima spettacolo di se stessa.

Il Seme Della Follia è un film contradditorio; idee ne mette parecchie sul piatto della bilancia anche se non sempre originali. Alcune sequenze sono certamente suggestive ed anche impressionanti, cogliendo appieno il primo obiettivo di un film di questo genere, ma purtroppo non riesce ad evitare allo stesso tempo, soprattutto nella seconda parte, una confusione di intrecci narrativi e di intenti. L’autore sembra voglioso di tornare ai temi a lui più cari che però finiscono per apparire più che altro come un riepilogo di quanto già visto in precedenza in tanti altri film dello stesso genere, non solo usciti dalla sua fantasia, piuttosto che perseguire la via dell’originalità.

Alcuni momenti sono decisamente degni di nota: ad esempio la sequenza del viaggio in auto verso Hobb’s End è inquietante e misteriosa. La scena della tentata fuga di John in auto che si ritrova dopo pochi secondi davanti agli stessi zombie nonostante avesse lanciato l’auto a tutta velocità nella direzione opposta è indubbiamente di grande effetto e ricorda, pur da tutt’altro versante, la ripetitività ossessiva della sveglia nel giorno della marmotta del basito Bill Murray in Ricomincio da capo. Le inquietanti apparizioni degli zombie in bicicletta e, all’inizio, l’aggressione dell’agente impazzito di Sutter Cane armato di scure nel bar sono narrativamente sorprendenti ed efficaci. La riproposizione, in momenti diversi del film, della sequenza nel vicolo dove il poliziotto sta menando un malcapitato, il quale una volta ha sembianze umane ed un’altra un viso orripilante ha un indubbio impatto figurativo. Con la variante, ad un certo punto, dell’apparizione di un gruppo di zombie al cui centro c’è ancora l’agente impazzito di Sutter Cane che annuncia a John, un’altra volta, che LUI lo sta guardando e subito dopo viene massacrato dai suoi stessi ‘compagni’ armati di scure. Per chiudere con i dialoghi metafisici fra John e Sutter Cane, forse eccessivamente filosofici ma indubbiamente suggestivi e la sequenza del pullman tutta virata sul blu che contrasta con il significato di questo colore solitamente simbolo di calma, tranquillità e contemplazione: l’esatto contrario dei sentimenti che prova John, il quale lancia difatti un urlo forsennato di terrore.

Insomma ci sono alcuni momenti realmente godibili (si fa per dire, ovviamente ciò vale per chi queste scene di intensa emotività è in grado di sopportarle) in Il Seme Della Follia, che confermano la grande capacità inventiva di John Carpenter. Peccato che poi il tutto scivoli sulla ‘buccia di banana’ del trash, raffigurando esplicitamente una serie di mostri che, saranno pure di derivazione lovecraftiana come suggerisce qualcuno, ma che sfiorano quasi il ridicolo e soprattutto diradano del tutto l’atmosfera surreale costruita sin lì. Come quando Linda si mette a quattro zampe con la testa rovesciata, oppure nelle sequenze dove appaiono alcuni profili di canidi dalle sembianze orripilanti che sembrano provenire direttamente da Alien.

L’idea che qualcuno ad un certo punto, preso in maniera eccessiva dall’immedesimazione con i personaggi di un film o di un libro, possa in qualche modo confondere reale ed immaginario è interessante, seppure non nuova e sinchè il film si mantiene su questo binario d’ambiguità, pur spinta sino all’eccesso, è convincente. Peccato che nella seconda parte Carpenter si faccia prendere la mano dal voler rendere troppo manifeste certe situazioni, sterzando decisamente verso un horror più cervellotico, gotico e grossolano, in una deriva dal significato discutibile, scostandosi da quel minimo di attendibilità che ci si aspetterebbe anche da un film chiaramente fantastico.

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Voto degli utenti: 8,4/10 in media su 14 voti.

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twoems (ha votato 8 questo film) alle 12:23 del 7 febbraio 2014 ha scritto:

Come si può dare 6/10 a un film come questo? Una lettura direi superficiale, se si considera che non viene quasi per nulla preso in considerazione il carattere metalinguistico dell'opera, molto complessa e suggestiva, ma anzi se ne parla come di qualcosa poco originale. E soprattutto si definiscono trash e ridicoli i riferimenti all'universo narrativo di Lovecraft, da sempre presenti in sottofondo nei lavori di Carpenter. Chi conosce o ha letto qualche racconto sa bene che i "mostri" lovecraftiani sono esattamente come il regista li ha messi in scena, trasmettendo perfettamente l'idea di un male atavico che brama un ritorno sulla faccia della terra. Per non parlare della musica che dà un tono accattivante al tutto. E poi il tema della potere della scrittura e dell'immaginazione? Il controllo delle masse? E' un film anche, come a solito, dal carattere politico. A mio parere è il picco del cinema di Carpenter.

tramblogy alle 18:08 del 7 febbraio 2014 ha scritto:

son d'accordo (anzi mi era sfuggito!!), ma qui alle volte bevono due gocciolini poi scrivono..gnè gnè!

alexmn alle 22:14 del 18 febbraio 2014 ha scritto:

normalmente apprezzo la boutade, la provocazione, il sarcasmo e altri strumenti retorici affini, anche quando c'è poco approfondimento delle proprie motivazioni. ma buttarla così sul piano personale è COMPLETAMENTE FUORI LUOGO!

qui si dovrebbe parlare e discutere di cinema, non delle persone che scrivono. è veramente una delusione immensa leggere questo tipo di commenti in risposta ad una persona come maurizio che - è evidente dal suo storico di recensioni - ci mette sempre passione e competenza nei testi che scrive.

in questi casi calza a pennello la battuta finale di wesley snipes in blade..

alexmn alle 22:15 del 18 febbraio 2014 ha scritto:

e non mi si venga a dire che era solo una battuta perchp il morettiano le-parole-sono-importanti vale sempre. fine.

Slask (ha votato 8 questo film) alle 3:33 del 12 febbraio 2014 ha scritto:

6 su 10 ad uno dei capolavori assoluti dell'horror?

Ossignur........

Upuaut alle 14:27 del 13 febbraio 2014 ha scritto:

Onestamente, non ho visto il film (uno dei pochi di Carpenter che mi mancano), però se dovessi scegliere a chi affidarmi per avere un'idea del valore della pellicola sceglierei il recensore, no di certo i commentatori sottostanti.

Almeno si è preso la briga di rispettare il film tanto da dedicargli una corposa analisi, a differenza dei "luminari" qui sotto.

Non riesco a capire come non ci si renda conto che non si fa alcun tipo di favore al film difendendolo in modalità "tifosi", invece di andare un minimo ad articolare le motivazioni che portano ad avere un'opinione differente, almeno (e soprattutto) per rispetto al film (e al regista).

Prima di "commentare" sputando sentenze ci si è fatta la domanda "il mio commento contribuisce alla discussione?" o è semplicemente una gara a chi cel'ha più lungo?

PS: twoems è parzialmente escluso dalla mia critica, anche se onestamente mi sarebbe piaciuto che avesse analizzato un minimo le tematiche che ha citato, fare un elenco di cose che secondo noi son presenti nel film non dimostra nulla se non si fanno degli esempi concreti. Soprattutto sarei curioso di saperne di più sul carattere metalinguistico della pellicola.

Slask (ha votato 8 questo film) alle 17:11 del 13 febbraio 2014 ha scritto:

Veramente proprio perchè twoems ha già spiegato abbastanza bene e in maniera concisa le inesattezze della recensione, non ho avuto bisogno di ripetere le sue stesse cose, mi sono solo limitato a osservare che dare la sufficienza ad una colonna portante dell'horror moderno è alquanto forzato.......

Upuaut alle 18:27 del 13 febbraio 2014 ha scritto:

Veramente twoems ha spiegato in maniera abbastanza superficiale il suo pensiero: ha elencato una serie di presunti temi che il film tocca senza però spiegare i motivi per cui a suo parere il film tocca i suddetti temi.

E' come scrivere "il film non è brutto perchè è bello". L'unico tema su cui si è soffermato sono i riferimenti a Lovecraft.

E in ogni caso nel tuo commento vedo solo un "ossignur" non un, semplice e facile da battere, "concordo con twoems".

Slask (ha votato 8 questo film) alle 0:46 del 14 febbraio 2014 ha scritto:

In base a cosa dici che ha spiegato male il suo pensiero? "senza spiegare i motivi per cui a suo parere il film tocca suddetti temi" il motivo per cui li tocca è che sono temi ricorrenti nel cinema di Carpenter, è stata precisa intenzione dell'autore trattarli. Io mi ritrovo perfettamente nella descrizione che ha fatto lui del film, non trovo cose fuori posto... così ti va bene?

Piuttosto invece di presumere che lui l'abbia descritto male a questo punto ti consiglierei di recuperare la pellicola e giudicare con i tuoi occhi quanto abbiamo scritto.

Upuaut alle 2:01 del 14 febbraio 2014 ha scritto:

Non hai capito che intendevo. Non volevo sapere le motivazioni del regista per toccare quei temi, volevo capire in base a quali elementi del film (scene particolari, dialoghi, recitazione, fotografia, musiche) si possono dedurre i temi che voi (in realtà solo twoems) sostenete siano presenti nel film.

E' ovvio che il regista ha toccato i temi perché gli stanno a cuore, non é chiaro però in quello che avete scritto tu e twoems quali sono gli elementi che vi hanno portato a quelle conclusioni.

Poi liberissimi di fare quello che volete, consapevoli però del fatto che un "ossignur" o peggio ancora un "qui alle volte bevono due gocciolini poi scrivono..gnè gnè!" fanno ridere, soprattutto se paragonati al lavoro di analisi fatto dal recensore (che paradossalmente non ha apprezzato il film) che voi (tu e soprattutto tramblogy) avete liquidato irrispettosamente.

Ripeto, non basta dire che il film è un capolavoro per dimostrare che è un capolavoro.

E il fatto che io abbia visto o meno il film non conta nulla nel contesto di questa discussione, non mi pare di avere espresso alcuna opinione sul contenuto effettivo delle vostre "argomentazioni".

Slask (ha votato 8 questo film) alle 15:02 del 14 febbraio 2014 ha scritto:

Come facciamo a spiegarti come mai sono presenti quei temi nel film se non l'hai visto?!? Per farlo dovremmo necessariamente parlare di cose che hanno a che fare con i risvolti della trama e con il finale del film. Comunque si ci sono scene chiave, dialoghi e scelte estetiche che sono chiari elementi di metacinema, e che allo stesso tempo contengono forti rimandi alla mitologia lovecraftiana, se poi le vuoi descritte per filo e per segno te le elenchiamo, ma non avrebbe senso se non guardi prima il film.

Se avessi la possibilità inserirei alla scheda del film una mia recensione in cui spiego come quando e perchè questo film è un caposaldo del cinema di genere, e forse apice della cinematografia di J.Carpenter, ma purtroppo sono stato anticipato, e mi dispiace soprattutto perchè utenti casuali che magari cercano informazioni sul film potrebbero lasciarsi scoraggiare dal voto e da una recensione così vuota e sbagliata (perchè lo sono proprio le premesse... già il fatto che si parli di "trash" per una pellicola del genere vuol dire averne colto un'impressione totalmente errata).

p.s: conta eccome il fatto che non hai visto il film, perchè di fatto hai detto che le argomentazioni di twoems sono inconsistenti... se lo avessi visto invece capiresti che ogni singola parola che ha detto fa quadrare i conti perfettamente.

tramblogy alle 20:28 del 14 febbraio 2014 ha scritto:

slask, ma gli rispondi pure?...il teatro dell'assurdo!

Upuaut alle 22:18 del 14 febbraio 2014 ha scritto:

Quindi sostanzialmente mi stai dicendo che le recensioni andrebbero lette solo dopo aver visto il film.

Il che contraddice l'uso che il 99% delle persone fa di una recensione.

Ho solo due possibilità allora:

-andare a vedere il film alla cieca spendendo potenzialmente dai 6 ai 20 euro e poi attaccarmi se il film fa pena

-leggere una recensione/commenti che elenca dei temi forse presenti nel film, forse no, senza alcuna certezza, perchè è vietato citare qualsiasi elemento interno al film, quindi, comunque, andare a vedere il film alla cieca, fidandomi di qualcuno che non ha giustificato le proprie opinioni e non conosco.

Capisci il problema?

Premesso che io di base vado comunque a vedere un film, al di là di cosa possa dire un recensore, un non cinefilo, lo spettatore medio, il target principale di un sito di recensioni arriva su questa pagina e si ritrova un recensore che spiega per filo e per segno perchè il film è solo "sufficiente" e sotto dei commentatori che per controbattere "blaterano" (escluso sempre twoems).

Su chi credi si baserà il suddetto lettore per formarsi un'opinione?

Ti rendi conto poi che la tua "teoria" che fare riferimenti al film equivalga a rovinare completamente la visione è una baggianata?

Lo dimostra una qualsiasi delle recensioni di questo sito (in realtà di qualsiasi sito/quotidiano/rivista, a patto che siano scritte con criterio). Non ci vuole mica tanto a evitare lo spoiler: esempio "il tema x è dimostrato dalla scena x". Oppure: "Il tema x è rappresentato dal personaggio x".

Non è importante che io capisca i riferimenti, è importante che percepisca il fatto che le opinioni sono basate su qualcosa di concreto, e non su un'opinione di pancia.

Continui poi a rispondere come se io fossi l'unica persona che leggerà mai il tuo commento, nonostante tu dica il contrario.

Tu non puoi sapere chi leggerà questa pagina, quindi non sai se hanno visto o meno il film, quindi non deve avere importanza nel momento in cui commenti. Deve essere decifrabile in gradi differenti sia da chi ha visto che da chi non ha visto.

E voglio credere che se ti prendi la briga di scrivere la tua opinione su un sito è perché vuoi che qualcun'altro la legga, altrimenti bastava scriversela su un post-it e attaccarla al monitor del pc se lo scopo era rileggersela e sentirsi bene con se stessi.

Voglio pensare che se qualcuno scrive un commento per criticare una recensione è anche (e soprattutto) per suggerire a chi legge che il film è molto di più di ciò che dice il recensore.

Ora, assodato tutto questo, spiegami che cosa racconta del film il tuo "ossignur"?

Quale elemento del tuo commento dovrebbe invogliare un possibile lettore a scegliere la tua opinione piuttosto che un'altra (o a modificare la propria)?

E non parlo dei commenti successivi, scritti in risposta alla mia provocazione, parlo del primo, quello che probabilmente sarebbe rimasto come unica espressione del tuo pensiero per lungo tempo se non avessi commentato.

Detto questo, chiudo il discorso.

Ora, finalmente, intravedo il tuo interesse e capisco in parte il tuo discorso (scommetto anche che visto il film sarò probabilmente più d'accordo con te che con il recensore visto che sono un grande fan di Lovecraft e Carpenter).

Però rimane il fatto che ho dovuto cavartelo a forza

Pippe? Sarà, io però sono abbastanza convinto che scrivere commenti/sentenza faccia perdere tempo sia a chi scrive che a chi legge, oltre a far perdere lettori al sito. Una riflessione leggermente più approfondita invece ci rende tutti un pochettino più intelligenti e soddisfatti.

PS: mai detto che le argomentazioni di twoems fossero inconsistenti, ho usato la parola "superficiali" per un motivo, la consistenza c'è ma rimane eterea in assenza del benchè minimo approfondimento. Il discorso su Lovecraft è un esempio perfetto di quello che intendo come minimo.

Slask (ha votato 8 questo film) alle 18:24 del 15 febbraio 2014 ha scritto:

Boh, eppure mi sembrava di essere stato chiaro e cristallino, com'è che hai fatto a rigirare tutta la frittata per far sembrare le mie affermazioni tutt'altra cosa me lo dovrai spiegare... vabè, armiamoci di pazienza:

- NO, non ho affatto detto che le recensioni vanno lette dopo aver visto il film, trovami il passaggio esatto dove avrei detto o sottinteso una cosa del genere. Ho detto che TU non puoi pretendere che ti svisceriamo per filo e per segno tutti gli elementi e le tematiche del film e il come siano interconnesse con la visione del regista, perchè per gran parte significherebbe appunto rovinarti la visione. Questo non esclude che si possa fare un'ottima recensione parlando di tali temi senza scendere troppo in dettaglio per chi non l'ha visto.

- I temi che ha elencato twoems ci sono, non è nè un forse nè un no, sono ben evidenti durante la visione, Carpenter utilizza il linguaggio metanarrativo tramite la figura dello scrittore del film e il culto che si crea intorno a lui, e di riflesso tramite il film che un editore vuole trarre da uno dei romanzi citati nella pellicola; per quanto riguarda Lovecraft, purtroppo ho letto ancora poco, ma a livello iconografico conosco le sue creature e conosco il fil rouge che lega le sue produzioni letterarie, e ciò che Carpenter mette in scena, a livello visivo e contenutistico è di chiara matrice lovecraftiana. Se non ti vuoi fidare nè di me nè di twoems allora aspetta che vengano a dirtelo altre 2,3,4,5,6,10,100 persone e chiunque altro abbia un minimo di senso critico. Ma in realtà basta che leggi una qualunque altra recensione più completa e meno superficiale di questa...

- lo spettatore medio di cui parli si baserà proprio sulla recensione per decidere se vedere o meno il film, e purtroppo in questo caso la recensione in esame fa un grandissimo torto ad un'opera così stratificata e così potente, affibbiando un voto ingiusto e descrivendo in maniera concettualmente errata una delle migliori opere del più grande regista horror degli ultimi 20 anni.

- "Non ci vuole mica tanto a evitare lo spoiler: esempio "il tema x è dimostrato dalla scena x". Oppure: "Il tema x è rappresentato dal personaggio x". Ed è esattamente quanto ho fatto prima, ma qualcosa mi dice che non ti basterà neanche quello..

- La mia opinione sul film, incompleta perchè non ne sto certo scrivendo un trattato, non è di pancia, si basa su visioni reiterate dell'opera e approfondimento della filmografia intera del regista. L'iniziale "ossignur" era dettato dallo stupimento nel vedere un film di tale portata sminuito in quella maniera, non ho scritto altro perchè LO RIPETO, secondo me twoems aveva già detto in una decina di righe tutto ciò di cui c'è bisogno sapere per ricredersi sull'attendibilità della recensione. Non ci vedo niente di etereo nella sua sommaria ma concisa spiegazione delle creature mostrate da Carpenter, se poi qualcuno volesse approfondire ulteriormente se ne può parlare, ma la sua frase riassume splendidamente il motivo di errore della recensione sulla questione.

Upuaut alle 19:00 del 15 febbraio 2014 ha scritto:

- Parte in cui sottintendi che non puoi analizzare il film senza rovinarmelo "Come facciamo a spiegarti come mai sono presenti quei temi nel film se non l'hai visto?!? Per farlo dovremmo necessariamente parlare di cose che hanno a che fare con i risvolti della trama e con il finale del film.".

- Chi ha mai detto che non mi fido di nessuno? Ho detto che per accettare un'opinione quest'ultima deve essere legata ad elementi concreti. Elementi che mi hai risottolineato nel tuo nuovo commento, nonostante io ti abbia già detto, e cito, "Ora, finalmente, intravedo il tuo interesse e capisco in parte il tuo discorso (scommetto anche che visto il film sarò probabilmente più d'accordo con te che con il recensore visto che sono un grande fan di Lovecraft e Carpenter).". Ti è sfuggito?

Continui comunque ad ignorare che la mia critica è basata solo ed esclusivamente sul PRIMO COMMENTO, non sugli altri, non capisco perchè mi rispondi come se stessi criticando tutto quello che dici.

- quindi secondo te lo spettatore si basa solo sulla recensione, non sui commenti? Quindi commentare è in ultima stanza inutile? Non è che forse lo spettatore se vede un'analisi approfondita nei commenti che critica la recensione magari si fa un'opinione diversa? Altrimenti, perchè commentare?

- mi basta eccome e l'ho detto nel commento precedente. Ricito: "Ora, finalmente, intravedo il tuo interesse e capisco in parte il tuo discorso (scommetto anche che visto il film sarò probabilmente più d'accordo con te che con il recensore visto che sono un grande fan di Lovecraft e Carpenter)." A questo punto deve esserti proprio sfuggito l'ultimo paragrafo....

Il problema di comunicazione qui è che la mia critica è rimasta sempre sul tuo PRIMO COMMENTO, non quelli successivi (e mi pareva di essere stato chiaro) mentre tu hai deciso che ti è più comodo trattare la mia come una critica indiscriminata.

- e allora lo fai apposta.... io non ho mai detto che E' di pancia, io ho detto che se scrivi "ossignur" e basta per difendere un film la tua opinione VIENE PERCEPITA come di pancia, non come razionale. Ma l'avevo già scritto in quei termini: "Non è importante che io capisca i riferimenti, è importante che [PERCEPISCA] il fatto che le opinioni sono basate su qualcosa di concreto, e non su un'opinione di pancia."

A me sembra che ci si stia impantanando senza motivo, sembra quasi che tu stia fraintendendo apposta quello che scrivo per poi continuare a sottolineare perché mi sbaglio.

Detto questo, non serve che tu ribadisca le tue opinioni, ho capito che sono basate su delle fondamenta solide (ma lo avevo già scritto nel commento precedente), mi fa piacere che tu abbia approfondito di più e sarò felicissimo se continuerai a farlo.

Slask (ha votato 8 questo film) alle 4:40 del 16 febbraio 2014 ha scritto:

Vabè il succo è che fino ad ora ti sei riferito solo al mio primo commento? Dopo 3/4 post che ho scritto allora potevi anche lasciare perdere, visto che nel frattempo avevo snocciolato altre cose... almeno ora ci siamo capiti.

p.s: Se a te risponderà, spiega a maupes che non ce l'ho con lui, e se ha percepito offese alla sua persona dai miei commenti, non era affatto mia intenzione.

Upuaut alle 19:33 del 17 febbraio 2014 ha scritto:

Volevo evitare di essere frainteso (difatti... ).

Per quanto riguarda Maupes, il tuo post di risposta mi sembra abbastanza esauriente, comunque credo si riferisse più a tramblogy.

maupes, autore, alle 10:10 del 18 febbraio 2014 ha scritto:

Premesso che trovo di una noia mortale dover affrontare argomenti del genere che nella mia visione dovrebbero essere invece già ampiamente scontati, per chiudere, almeno definitivamente da parte mia questa discussione, che dai contenuti del film è scivolata ahimè sul piano personale, credo che ci siamo chiariti ed ho inteso il punto di vista di Slask, Twoems (e Upuaut ovviamente), verso i quali non ho alcun risentimento. Insisto tuttavia nel dire che il lavoro dei recensori dovrebbe essere considerato con un po' più di rispetto. Sono certo infatti che nessuno di loro scrive recensioni in maniera superficiale o semplicemente per apparire con il nome in calce alla recensione di quel film. Poi, è ovvio, nel loro giudizio concorrono fattori di diversa natura (culturale, di genere, di gusto personale, di passione per un autore, ecc. ecc…) che possono, anzi devono essere discussi nei commenti di chi legge le recensioni. Non tanto per uscire poi con affermazioni che riguardano più il recensore che il film, offendendolo pure, quanto semmai per contribuire o addirittura ribaltare l'analisi di quel film che il commentatore non ritiene adeguata. Questo, secondo me contribuisce ad arricchire la recensione stessa e svolge un servizio utile al sito in generale, tutto il resto è bisticcio sterile e francamente inutile oppure, per qualcuno, solo evidente mania di protagonismo, dietro la quale però molto spesso c’è solo un desolante vuoto.

tramblogy alle 20:50 del 13 febbraio 2014 ha scritto:

contribuisco alla discussione : ecco bravo, evita il film. anzi, d'ora in poi leggi le recensioni e non guardare films.

maupes, autore, alle 21:46 del 15 febbraio 2014 ha scritto:

Visto che sono stato tirato in ballo personalmente, in maniera offensiva, intervengo nella discussione per rispondere a tono, ma lo dico subito: non ho intenzione di iniziare una diatriba al riguardo, quindi nel caso lascio a voi proseguire questa antipatica discussione.

Innanzitutto volevo tranquillizzare Trombology: non bevo superalcolici e mi limito, neppure con continuità, ad un bicchiere di vino a pasto, una volta al giorno. In compenso lui è sicuramente arrogante nella gran parte dei 181 commenti che ha pubblicato sinora. Ha anche scritto però zero recensioni. Forse perché trova più facile sparare sentenze velenose sugli altri piuttosto che cimentarsi lui stesso a dare un contributo con qualcosa di più impegnativo ed approfondito, sottoponendosi a sua volta al giudizio tranchant altrui.

Chiedo scusa a Slask se ho osato scrivere qualcosa su quest’opera che lo ha urtato così profondamente da commentare la mia recensione con un esauriente 'ossignur'. Ma se era così importante questo film per lui perché s’è lasciato soffiare l’occasione di scriverla? Anzi, suggerisco alla redazione di chiedergli di farlo, così da riequilibrare il torto che ho fatto io, secondo lui, a quest’opera.

Chiedo scusa anche a Twoems se non ho compreso il carattere metalinguistico di questo film di Carpenter rispetto alla letteratura di Lovecraft cui s'ispira. Sono un povero spettatore cinefilo, come tanti, che certamente cerca di documentarsi un po’ riguardo i film che vede ma senza arrivare al punto, ogni volta, lo ammetto, di leggere tutta la bibliografia che lo riguarda, né eventuali tesi di laurea scritte sull’argomento. Purtroppo faccio anche altre cose nella vita. Il cinema è un’arte che genera anche sensazioni e spesso si rivolge ad un pubblico che può recepirle ed esprimerle a livelli differenti. Non è un delitto e neppure giustifica il ricorso all’offesa personale o al dileggio da parte di chi dissente riguardo il significato che ognuno recepisce. Un sano contraddittorio senza considerare un deficiente ubriaco chi la pensa diversamente non farebbe male però, non credete? Oppure pensate che l’unica lettura possibile di un film sia inequivocabilmente la vostra?

Detto ciò non posso che concordare con Upuaut, che ringrazio per l’appassionata difesa, non tanto alla mia persona, quanto semmai per quello che sostiene dovrebbe essere il migliore utilizzo della sezione Commenti. Ovvero, non una ghigliottina per quei pochi fessi che perdono tempo nel cimentarsi a scrivere qualche recensione, sottoponendosi masochisticamente al ludibrio altrui, ma una vetrina nella quale certamente dissentire, se necessario, da quanto sostiene il recensore, motivandone però in maniera esauriente le ragioni ma soprattutto aggiungere/discutere il testo della recensione in maniera non offensiva innanzitutto e poi arricchendone i contenuti, visto che la recensione, tranne casi particolari, la scrive uno solo in questo sito. Detto ciò, può essere che quando Upuaut vedrà questo film, come dice giustamente lui stesso, dissentirà dal mio commento, ma sono sicuro che sarà certamente meno presuntuoso nella sua disamina.

Ah… concludo dicendo che invito la redazione di Storiadeifilm ad essere meno superficiale nel permettere che certi ignoranti come me possano scrivere e pubblicare recensioni, rivolgendosi direttamente e solo ad esperti riconosciuti a livello internazionale di quel singolo tema/autore (in questo caso ne abbiamo scoperti almeno tre). Buona visione a tutti…

Slask (ha votato 8 questo film) alle 4:38 del 16 febbraio 2014 ha scritto:

io e twoems non ti abbiamo dato dell'ignorante o dell'ubriacone, non c'è bisogno di scaldarsi. Comunque non ero ancora iscritto sul sito quando hai pubblicato la recensione, questo non vuol dire che mi sento superiore a te o altro, ti abbiamo solo fatto notare (magari esageratamente) che hai colto dal film una lettura abbastanza approssimativa. In seguito ho aggiustato il tiro e ho evidenziato quali sono i pregi che, secondo me, la tua rece non ha evidenziato, soffermandosi su altre caratteristiche ed estremizzandone i lati negativi.

Se avrai voglia e pazienza di concedere a questa pellicola un'altra chance, saremo ben lieti di confrontarci nuovamente con te, altrimenti resta pure della tua opinione, nessuno ti lapiderà, ti offenderà o ti insulterà, se è questo quello che pensi.

Nessuna diatriba.

swansong alle 17:07 del 19 febbraio 2014 ha scritto:

Mah...non vi sembra di esagerare?

E poi, come possa Upuaut pontificare sulla recensione, sui commenti e sul film senza averlo nemmeno visto, rimane un mistero...boh!

Upuaut alle 3:05 del 20 febbraio 2014 ha scritto:

Nello stesso modo in cui posso dedurre la qualità della scrittura di un giornalista senza sapere nulla dell'argomento di cui parla l'articolo.

A me non sembra così difficile da comprendere, basta attaccare il cervello alla presa di corrente

swansong alle 17:07 del 19 febbraio 2014 ha scritto:

Mah...non vi sembra di esagerare?

E poi, come possa Upuaut pontificare sulla recensione, sui commenti e sul film senza averlo nemmeno visto, rimane un mistero...boh!

Slask (ha votato 8 questo film) alle 23:18 del 19 febbraio 2014 ha scritto:

Tra l'altro mi pento di avergli dato solo 8, all'epoca sono stato troppo tirchio, 9 è la mia vera valutazione...

Albyscorpio (ha votato 8 questo film) alle 15:17 del primo luglio 2014 ha scritto:

Devo dire che sono particolarmente affezionato a questo film di Carpenter. E sono, anche io, convinto che sia forse il più bel film che abbia diretto. Mi ha trasmesso intense e durature emozioni, tanto che, a distanza di anni, ancora rientra tra i miei film preferiti.

Non sono, certo, all'altezza delle vostre argomentazioni o delle vostre note tecniche, stilistiche o di concetto, ma vivo i film in modo estremamente emotivo e viscerale. E questo film mi ha riempito di quelle emozioni che ricerco guardando un horror.

Ammetto che sono rimasto incantato dall'analisi attenta, precisa e ricca di argomentazioni del recensore, e, pur non essendo d'accordo con la sua visione, volevo comunque indirizzargli i miei più vivi complimenti.

E credo che, se realmente ti sei preso la briga di scrivere tanto su di un film che, alla fine, dici non averti entusiasmato, significa comunque che hai riconosciuto una dignità tanto al film quanto all'autore dello stesso.

Detto questo ribadisco il mio plauso per un film che, nonostante le scene di splatter (comunque, a mio avviso, mai gratuite), rimane un film che coinvolge più la sfera psichico emotiva che non la sfera meramente visiva...

Albyscorpio (ha votato 8 questo film) alle 15:17 del primo luglio 2014 ha scritto:

Devo dire che sono particolarmente affezionato a questo film di Carpenter. E sono, anche io, convinto che sia forse il più bel film che abbia diretto. Mi ha trasmesso intense e durature emozioni, tanto che, a distanza di anni, ancora rientra tra i miei film preferiti.

Non sono, certo, all'altezza delle vostre argomentazioni o delle vostre note tecniche, stilistiche o di concetto, ma vivo i film in modo estremamente emotivo e viscerale. E questo film mi ha riempito di quelle emozioni che ricerco guardando un horror.

Ammetto che sono rimasto incantato dall'analisi attenta, precisa e ricca di argomentazioni del recensore, e, pur non essendo d'accordo con la sua visione, volevo comunque indirizzargli i miei più vivi complimenti.

E credo che, se realmente ti sei preso la briga di scrivere tanto su di un film che, alla fine, dici non averti entusiasmato, significa comunque che hai riconosciuto una dignità tanto al film quanto all'autore dello stesso.

Detto questo ribadisco il mio plauso per un film che, nonostante le scene di splatter (comunque, a mio avviso, mai gratuite), rimane un film che coinvolge più la sfera psichico emotiva che non la sfera meramente visiva...

maupes, autore, alle 21:47 del 3 luglio 2014 ha scritto:

Grazie Albyscorpio, questo si chiama discutere in maniera corretta e rispettosa delle diverse visioni e giudizi di un film. E' un piacere leggere commenti come il tuo, che sai riconoscere lo sforzo del recensore pur avendo un'opinione diversa ed esprimendo quelle sensazioni personali che sono fondamentali nella valutazione di un film, persino al di là del valore assoluto o meno che gli viene solitamente riconosciuto dalla critica ufficiale e dagli appassionati cinefili che ne scrivono.

Stefano Luigi Maurizi (ha votato 10 questo film) alle 19:23 del 21 settembre 2017 ha scritto:

Uno dei miei 10 film preferiti un assoluto...