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9/10

Ragazze interrotte regia di James Mangold

Drammatico
recensione di Dejanira Bada

Susanna è una ragazza molto sensibile ed intelligente, ma che a causa dei tempi che corrono (siamo a cavallo della fine degli anni sessanta) verrà vista, anche dai suoi stessi genitori, come una "disadattata", una giovane che necessita di cure ben specifiche, soprattutto dopo il suo tentato suicidio. Sarà questo il motivo principale che porterà Susanna ad essere rinchiusa in un ospedale psichiatrico, dove finalmente riuscirà a ritrovare se stessa, capendo di non essere affatto pazza...

 Avete mai provato una sensazione di stanchezza estrema? Avete mai desiderato di dormire per giorni e giorni? Avete mai avuto mal di testa e per questo motivo assunto un'intera bottiglia di vodka e una scatola di farmaci per riuscire a farvelo passare? Bè, immagino che alle prime domande abbiate risposto di sì. Per quanto riguarda l'ultima, l'unica persona che potrebbe sicuramente confermare è Susanna Kaysen, nel film Winona Ryder, interprete del cult Ragazze interrotte.

Non è comprensibile a tutti il disagio mentale, bisogna esserci passati per capire veramente certi meccanismi del cervello, ma di certo ognuno di voi si sarà sentito almeno per un giorno come la protagonista del film in questione, che non è Angelina Jolie, nonostante quest'ultima abbia vinto l'oscar per questo capolavoro proprio come attrice non protagonista. Susanna non è pazza, ma nel lontano 1967, i genitori della ragazza decidono di farla ricoverare in un istituto psichiatrico, o meglio, in un vero e proprio manicomio il Claymore Hospital.

Sarà la stessa Susanna a dover firmare e acconsentire il suo ricovero in clinica, motivo: tentato suicidio. Durante la permanenza in ospedale la Kaysen farà amicizia con le sue compagne di reparto, tra cui l'affascinante Lisa (Jolie), una sociopatica rinchiusa in questa struttura ormai da tempo immemore. Le due ragazze “interrotte” legheranno tantissimo tra loro, forti della loro superiorità in quanto “folli”, che verrà considerata da Susanna, almeno per un momento, come un dono riservato a pochi eletti. In breve tempo però la Kaysen si renderà conto che l'amicizia con Lisa si sta tramutando in un rapporto deleterio, che le condurrà anche a scappare dalla clinica per un breve periodo, durante il quale si recheranno a casa di una loro ex compagna di reparto da poco dimessa, che si impiccherà in bagno proprio durante la permanenza delle due scapestrate fuggitive.

Una delle scene agghiaccianti che farà tornare di corsa la Kaysen in ospedale, sarà quella in cui Lisa, completamente indifferente di fronte alla morte di Daisy, ruberà dei soldi dalla vestaglia del cadavere ancora appeso al cappio attaccato alla doccia, incitando Susanna a scappare insieme, prima che qualcuno si accorga della morte della ragazza. Questo gesto farà aprire gli occhi alla protagonista, che realizzerà di non essere pazza e di non avere niente a che fare con una come Lisa. Susanna verrà anche etichettata da una prestigiosa infermiera di colore (Whoopi Goldberg), come una ragazza viziata e non malata, che si è praticamente rinchiusa da sola in un manicomio. Questo perchè in fondo la Ryder (attrice da oscar anch'essa) non risulterà come una persona affetta da disturbi psichici, ma più semplicemente come un individuo stressato, stanco, depresso, che come molti altri giovani simili a lei sta attraversando un periodo buio e difficile delle sua esistenza.

Il film è del 1999 ed è diretto da James Mangold, già regista di Quando l'amore brucia l'anima, Cop Land, Identità, Quel treno per Yuma. Ragazze interrotte è un viaggio a colori in un'America ancora ottusa alla fine degli anni '60, una storia drammatica che porta lo spettatore a riflettere profondamente sul significato della parola follia. Ci si renderà conto, per tutta la durata del film, di quanto sia soggettivo reputare un individuo “normale” e non pazzo. In fondo ognuno di noi è almeno in minima parte un soggetto nevrotico e dati i tempi che corrono siamo tutti più che giustificati. Risulterà quindi più che lecito immedesimarsi, anche solo in minima parte, nella protagonista Susanna. Ma non preoccupatevi, perchè ciò starà semplicemente a significare che siete delle persone intelligenti e sensibili.

La forza di volontà, il coraggio di dirsi la verità guardandosi negli occhi davanti al proprio specchio, accettandosi per quello che si è, può aiutare ognuno di noi a risalire dal baratro. Tutti hanno attraversato, durante il corso della vita, dei periodi difficili e chissà quanti ne verranno ancora, ma nonostante questo non bisogna mai darsi per vinti. La depressione è una cosa brutta e a Susanna verrà riscontrata la patologia “borderline”, ma credendo in sè stessi si può superare e vincere ogni disagio. Con l'aiuto dell'analisi, della famiglia, degli amici e del proprio compagno/a, ognuno di noi può uscire definitivamente dal tunnel. La vita, come diceva Svevo nella Coscienza di Zeno, non è né brutta né bella, ma semplicemente originale. Il segreto sta nel provare a viverla nel miglior modo possibile, cercando l'equilibrio dentro di sé e non al di fuori, perchè nessuno in fondo può essere salvato da qualcuno che sta all'esterno.

Fare le vittime di un'esistenza ingiusta e senza scopo è troppo semplice. Molto più complicato è vivere la vita in ogni sua forma, accettando anche il dolore che essa stessa molto spesso ci procura. La soddisfazione che proverete, rialzandovi nuovamente con l'ausilio delle sole vostre forze, avrà un valore talmente inestimabile da far arrivare la vostra autostima fin sopra le montagne. Quindi, per non finire in “manicomio” anche voi, cercate di non sopravvivere, ma di vivere la vostra vita in prima persona, nel modo più semplice possibile, rallentando i ritmi e soprattutto capendo che l'uomo in realtà, ha bisogno di ben poche cose per riuscire a trascorrere una vita serena e soddisfacente.

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