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6/10

Rapunzel - L'intreccio della Torre regia di Nathan Greno, Byron Howard

Animazione
recensione di Alessandro Giovannini

Una vecchia strega rapisce la figlia del re, perché ha dei poteri magici infusi nei suoi capelli: grazie a questi poteri la strega si assicura eterna giovinezza, e rinchiude Rapunzel nella sua casa/torre, senza farla mai uscire e spacciandosi per sua madre. Ma un giorno un ladro fuggiasco, Flynn, ripara nella torre in cerca di un nascondiglio: inevitabile l'innamoramento fra i due (ma in modi molto meno classici del solito!) e l'inizio di una serie di avventure rocambolesche che porteranno Rapunzel a scoprire la verità.

Il progetto risale al 2005, con autori diversi ed un'impostazione meno fedele alla fiaba dei fratelli Grimm. Nel 2008 è stato invece presentato il progetto in una nuova versione, più fedele alla fiaba.

Il problema principale del film è la prolissità: la trama è un po' esile per giustificare 100 minuti di durata, cosicché la sceneggiatura ricorre a fughe lunghissime, scene d'azione e baldoria che si protraggono per molti minuti ed un finale che, cercando ostinatamente l'happy ending, appare ingiustificato e poco soddisfacente. Peccato, anche perché il resto del film fa di tutto per cercare di uscire dal modello stereotipato di fiaba, mettendo un fuorilegge al posto di un principe ed una ragazza sicura, determinata ma un po' ingenua nel ruolo di protagonista. Insomma un tentativo di svecchiamento clamorosamente smentito dal finale.

Per il resto, il ritorno alla CGI dopo il ricorso al disegno del film precedente è gradito, per gli ottimi effetti visivi e le coloratissime ambientazioni, anche se queste tecnologie iper-avanzate hanno fatto lievitare i costi: Rapunzel è il film d'animazione più costoso della storia (260 milioni di dollari!), nonché il secondo film più costoso in assoluto (il primo è Pirati dei Caraibi - Ai confini del mondo, con 300 milioni di dollari di budget). Ha fruttato comunque abbastanza incassi da renderlo il secondo Classico Disney in termini di introiti (590 milioni, contro i 950 de Il Re Leone). Il design dei personaggi comunque è stato prima studiato con modelli dipinti ad olio, ispirati allo stile rococò dell'artista francese Jean-Honoré Fragonard, in particolare il suo quadro del 1767 L'altalena.

Molto è stato speso in termini di resa realistica della profondità, cui si è arrivati con un'inedita tecnica denominata multi-rigging, usando coppie di telecamere virtuali per riprendere i vari elementi compositivi dell'immagine posti a distanze diverse, per poi assemblare assieme le varie riprese.

La resa visiva complessiva è ottima, e rende meno rilevante l'incerto lavoro di scrittura: peccato perché poteva essere un film da storia dell'animazione, invece rimane solo un film ben fatto, ma un po' banalotto.

E' andata così.

Carine le musiche.

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