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R Recensione

4/10

Sette Opere Di Misericordia regia di Gianluca De Serio

Drammatico
recensione di Alessandro Giovannini

Torino. Luminita (Olimpia Melinte), clandestina, si arrangia come può. Un giorno penetra nella casa del vecchio Antonio (Roberto Herlitzka), lo sequestra rinchiudendolo in un ripostiglio, e si trasferisce nel suo appartamento assieme ad un neonato. Fra Antonio e Luminita nasce a poco a poco una forma di reciproca solidarietà che li porta ad aiutarsi vicendevolmente. Luminita sembra stare elaborando un piano che le permetta di fuggire dai suoi padroni/aguzzini.

Cosa vuol dire questo film? Questa è la domanda che è legittimo porsi. Incontro/scontro tra due solitudini, verrebbe da dire. Nient'altro? Sette opere di misericordia non è un film malfatto, anzi: lentezza, silenzi, cupa atmosfera e violenza (più psicologica che fisica) sono i caratteri che denotano un'opera tetra ma sincera nella sua sensibilità. Il problema del film è che dice poco, o comunque che non dice nulla che non sia già stato detto. Di film sull'incontro tra emarginati ne esiste una caterva, più o meno diversi da questo (uno su tutti: Quando sei nato non puoi più nasconderti, di Marco Tullio Giordana, migliore di questo sotto tutti i punti di vista).

Tolti gli aspetti tecnici, in particolare la cura fotografica con cui si dipinge un mondo notturno e quasi incolore nella sua freddezza, non rimane niente di particolarmente significativo. L'interpretazione di Roberto Herlitzka, tutta rantoli e mugolii, è encomiabile (meno quelle degli altri protagonisti): si può dire che tutta la pellicola si regga sul suo personaggio (ciò è più un male che un bene, nel senso che senza di lui il film sarebbe trascurabile). La colonna sonora, peraltro poco presente e relegata a ruolo di sottofondo, è invece del tutto superflua. Ma il maggior difetto è l'impostazione del film, cui rimanda il titolo, ovvero la scansione a episodi, ognuno recante come titolo una delle sette opere suddette: slegate dalla storia, non si capisce cosa centrino con la narrazione, tanto più che sono talvolta presentate ossimoricamente (ad esempio il segmento riguardante l'alloggiare i pellegrini coincide nel film con l'irruzione di Luminita in casa di Antonio), talaltra difficilmente (o artificiosamente) riconducili a ciò che accade nel film.

La pellicola vuol forse mostrare la necessità di una misericordia laica (nessun riferimento religioso, nessuna connotazione cristiana accompagna le sette opere mostrate nella vicenda) nei confronti del prossimo, di qualunque etnia e condizione. Ma il discorso è farraginoso, poco approfondito (molti dei 100 minuti si perdono in inquadrature estetizzanti, in lunghi piani-sequenza di cui non si sente il bisogno), non originale. Sono apprezzabili l'evidente impegno e la competenza tecnica dei due registi/sceneggiatori, già autori di numerosi cortometraggi, ma le incertezze di questa loro opera dimostra ancora poca dimestichezza col lungometraggio.

V Voti

Voto degli utenti: 7,5/10 in media su 2 voti.
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alexmn 7/10

C Commenti

Ci sono 2 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
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jooon alle 17:01 del 23 dicembre 2011 ha scritto:

da non perdere

il film è davvero bellissimo, l'ho visto al TFF. Si stacca nettamente dalla media dei film italiani, con un'estetica potente e spiazzante. Da non perdere!

Noodles (ha votato 8 questo film) alle 23:34 del 5 febbraio 2012 ha scritto:

Grande esordio di una freddezza gelida e lacerante. Un film che si distacca dall'escrementizia media italiana di film pompati o banali.

Temi già toccati è vero ma mai in questo modo. Una regia eccellente, implacabile che richiama quella degli eccelsi Dardenne. Scelte tecniche azzeccatissime e alcuni momenti di grande grande cinema (lo sguardo in macchina del piccolo amico di Luminita su tutti).