Vallanzasca regia di Michele Placido
ThrillerRenato Vallanzasca, criminale incallito, uomo mediatico, sogno erotico delle donne degli anni '70, punto di riferimento della scena malavitosa milanese, abile retore e infine giustiziere di amici, una delle figure più controverse, appassionanti e "americane" del panorama italiano, viene riletto da Michele Placido in un percorso che incrocia storia, cronaca e rivelazioni fatte dalle stesso Vallanzasca.
Non c'è molto altro da dire sulla trama di un film che prende ispirazione dai fatti di cronaca, li romanza, li allarga, ci infila il mito, l'epica e tenta anche di dire qualcosa che non si sapeva in precedenza. Ma l'idea di Michele Placido non è solo la ricostruzione storica quanto il dipinto di uno stile di vita che mescola il cinema è la realtà. La storia di Vallanzasca, come in precedenza quella della banda della Magliana raccontata in Romanzo Criminale, è il gangster movie perfetto e anche nelle sue componenti più reali (i discorsi spacconi con i giornalisti o le fughe iperboliche) è più cinematografica di tanti altri racconti inventati.
La realtà imita il cinema e il cinema la ripropone quasi uguale. Forse volendolo o forse anche no Placido con il suo stile molto d'azione e molto tagliato sull'immaginario filmico (colori desaturati, atmosfere raggelate e grande disperazione) riesce a stimolare alcune delle riflessioni più interessanti sui confini tra ciò che accade e ciò che ci raccontiamo attraverso i film, almeno quanto faceva (con maggiore maestria filmica) Matteo Garrone con Gomorra.
Così sebbene Vallanzasca si inserisca nel solco del cinema europeo degli ultimi anni che sempre di più rielabora la criminalità degli anni '70 (La Banda Baader-Meinhof, Carlos, Nemico Pubblico Numero 1 e via dicendo), dall'altra parte ha anche una sua valenza riflessiva. Se infatti la storia di Jacques Mesrine (per fare un esempio) ha goduto di una trasposizione cinematografica decisamente più magistrale, solida e compatta, il racconto che Placido fa di Vallanzasca sembra avere un legame più diretto con la mitizzazione del reale. Lontano dalle polemiche sull'opportunità o meno di glorificare una figura criminale, il film glorifica l'impatto che il cinema ha nel nostro mondo.
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