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5/10

Terminator Salvation regia di McG

Avventura
recensione di Gabriele Niola

Nel tanto agognato futuro come da programma le macchine combattono contro gli uomini e John Connor è il leader spirituale della resistenza. Non è ancora il tempo di mandare terminator indietro nel tempo e Kyle Reese è un ragazzo. Il problema maggiore è un nuovo personaggio dall'identità poco chiara...

Ci siamo arrivati. Siamo nel tanto temuto futuro in cui Skynet ha preso coscienza di sè e comanda un esercito di macchine nella guerra contro gli uomini per il controllo della Terra. E gli uomini, asserragliati in gruppi di ribelli, per sopravvivere si sono organizzati attorno alla voce di John Connor veicolata ogni sera dalla radio. Nelle lande desolate però si aggira un personaggio che non sembra schierato da nessuna delle due parti, gira con gli uomini ma non è attaccato dalle macchine. L'esercito di robot da par suo appare preso dalla ricerca di qualcuno che non è John Connor.

Il quarto capitolo di Terminator Salvation mette in scena quel futuro annunciato nei precedenti episodi arrivando al compimento della saga. Ma in realtà non è così. Mostrare il futuro che negli altri film era il grande spauracchio in grado di attivare la trama si rivela la scelta peggiore possibile e di certo non il compimento della saga che ha senso perchè tesa verso il futuro. Le storie avvincenti dei primi due film di Cameron, ma anche il fiacchissimo terzo episodio, utilizzando la paura per il futuro riuscivano in pieno a centrare il punto fondamentale della fantascienza, ovvero la lotta per un domani migliore, e la proiettavano nel presente grazie allo scontro tra due esseri (o due macchine). Far vedere questo futuro non solo lo svilisce, perchè nei racconti di chi arrivava nel presente era migliore, ma lo rende anche improbabile, simile ad altri film, un po' triste e decisamente non affascinante.

E il fatto che poi John Connor sia un personaggio realmente carismatico lo si deve solo al lavoro fatto dagli altri film che sono stati in grado di costruire il suo mito. Nel quarto episodio infatti è solo uno dei tanti eroi d'azione che si sono visti sul grande schermo, giusto la memoria di ciò che ne diceva la madre e del suo incredibile vissuto (gli altri Terminator che lo cercavano nel presente) ci ricorda perchè ci piacesse tanto.

Terminator Salvation non è un film della saga di Terminator, pur essendo più godibile dell'episodio precedente (ma era facile!) è un blando film d'azione a sfondo battagliero che saccheggia a piene mani da Blade Runner quando è costretto a mostrare il futuro fantascientifico e che non riesce mai a centrare il punto focale della saga: il contrasto tra ciò che siamo noi e ciò che sono le macchine. Nonostante utilizzi un personaggio che questo contrasto lo incarna non c'è mai dialettica vera e la vittoria umana è solo una vittoria del libero arbitrio non dello spirito sulla materia.

Mostrare il vecchio T-800 che porta con sè un bagaglio di sentimenti e sensazioni legati ai vecchi film decisamente non è stata una trovata furba...

V Voti

Voto degli utenti: 5,7/10 in media su 6 voti.
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marcus 7/10
alexmn 6/10
Slask 5/10

C Commenti

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Peasyfloyd, autore, (ha votato 6 questo film) alle 0:25 del 3 dicembre 2009 ha scritto:

non trovo il film così cattivo come lo descrive gabriele. Che abbia dei limiti sì, non ci piove, però mi sembra che tutto sommato è un blockbuster accettabile a livello di spettacolo e contenuti. Certo Bale è sempre un pò troppo, come dire, quadrato, però ci sta per il ruolo che deve avere. Gli effetti speciali sono buoni e la sceneggiatura cmq mi ha soddisfatto. Sulla regia quello sì, si poteva usare un pò di più, ma tant'è. Cmq il terzo terminator era chiaramente una pacchinata fatta per far ridere gli appassionati della saga. Io per lomeno risi tantissimo

alexmn (ha votato 6 questo film) alle 11:49 del 23 gennaio 2010 ha scritto:

secondo me questo film soffre del fatto di essere nato da due spinte diverse: quella della produzione che lo voleva più 'commerciale' e quella del regista che (forse) voleva qualcos'altro. quello che ne è uscito non è un film da buttare, però è, come dire, una via di mezzo...nè carne nè pesce...non è stata scelta una strada artistica precisa! La fotografia però è stupenda!