R Recensione

4/10

Terminator Genisys regia di Alan Taylor

Azione
recensione di Ivana Mette

Quando John Connor (Jason Clarke), leader della resistenza umana spedisce il sergente Kyle Reese (Jai Courtney) indietro nel 1984 per proteggere Sara Connor (Emilia Clarke) e per salvaguardare il futuro, un evento inaspettato crea una frattura nella linea temporale. Il sergente Reese si troverà in una nuova e sconosciuta versione del passato, dove si troverà di fronte ad improbabili alleati, tra cui il Guardiano (Arnold Schwarzenegger), nuovi pericolosi nemici, e una nuova missione inaspettata: Un nuovo futuro

Dopo sei anni dall’ultimo film, la Paramount ci presenta un retcon movie che, aimè, si presenta essere una vergogna nel suo genere. Le eccessive complicazioni narrative, gli intrecci non chiari e privi di filo logico, non aiutano la comprensione e il godimento di quello che, in differenti circostanze avrebbe potuto essere un bel prodotto. 

L’alterazione della linea temporale rispetto alla storia originale (in prima battuta) lascia a dir poco sbigottiti e pare cancellare tutto ciò che di buono era stato realizzato in precedenza con i film di Terminator. Anche la forte presenza scenica di Schwarzenegger non è stata sfruttata a dovere, rendendo il suo personaggio fin troppo addolcito e lontano da ciò che invece era sempre stato rappresentato fino a quel momento. Una rivisitazione delle macchine in maniera fin troppo idilliaca da una parte ed eccessivamente fantascientifica dall’altra.

Una pellicola confusionaria e poco bilanciata. Si passa da un estremo ad un altro con incredibili pecche tecniche, logiche e narrative. Carente anche nei toni, che si rivelano essere estremamente deboli e poco cupi e di tensione. In passato si è assistito a pellicole della saga alle quali, seppur peccassero in bellezza, non si poteva non riconoscere il merito di presentare atmosfere adatte alla rappresentazione distopica e apocalittica del mondo scelto per la narrazione delle vicende.

Fattore che, ripetiamo, viene a mancare in Genisys. Il film al contrario viene estremamente alleggerito con l’inserimento di comicità, talvolta fuori luogo, espressioni sarcastiche ed inevitabilmente definibili “sceme”, che fanno sorridere sul momento, ma che fanno cambiare totalmente l’atmosfera filmica. Un Terminator che, invece di essere l’inizio di una nuova era (e dunque trilogia), si impone quasi come una parodia di se stesso.

La scelta del cast (Schwarzenegger a parte, la cui presenza era quasi d’obbligo visto il flop colossale di Terminator Salvation) è altamente discutibile. I due protagonisti in se non disturbano eccessivamente, ma il nuovo John Connor (alias Jason Clarke) non ha convinto molto. Il suo passo cadenzato e la sua recitazione, più adatta a vestire i panni di un uomo d’affari di Wall Strett, non provocano timore, o angoscia, ma soltanto confermano il fatto che “sapremmo già come andrà a finire”. Ciò per aggiungere che il film non presenta colpi di scena, o distorsioni accettabili, ne tantomeno suscita lo sforzo di pensare a possibili finali alternativi rispetto a quello più comune che, ovviamente, andrà a verificarsi. Questo lo classifica come un film ridotto ai minimi termini e perciò non diverso da altre delusioni cinematografiche degli ultimi anni.

Tecnicamente parlando non c’è nulla di eclatante da segnalare. Il tutto nella norma. Qualche semplificazione tecnica ormai diventata ampiamente di “moda” nel cinema contemporaneo del genere, in cui si crea soltanto tanta confusione, distruzione e chiasso per nulla, solo per esagitare un qualcosa che già di per se esce dai canoni del normale.

"Il futuro non è scritto" diceva Sarah Connor nel secondo capitolo della prima trilogia. Temo tuttavia che se le successive pellicole di questa “nuova” trilogia seguiranno i passi di Terminator Genisys, il futuro della saga è già scritto.

V Voti

Voto degli utenti: 4,8/10 in media su 5 voti.
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IvanaM 4/10
Slask 5/10
B-B-B 5/10

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