V Video

R Recensione

8/10

Conan Il Barbaro regia di John Milius

Fantasy
recensione di Riccardo Maggioni

Nella mitica Era Hyboriana, tra la caduta di Atlantide e l’inizio della storia conosciuta, il giovane Conan (Arnold Schwarzenegger) del popolo dei Cimmeri, barbari fabbricatori di spade dalla superba fattura, vede tutta la sua tribù massacrata dagli uomini del malvagio stregone Thulsa Doom (James Earl Jones),bramoso di conoscere il fondamento della loro arte, il Segreto dell’Acciaio. Dopo anni passati come schiavo prima e gladiatore poi, Conan riconquista la libertà e giunge nella città di Shadizar, dove in compagnia dell’amante Valeria (Sandahl Bergman) e dell’amico Subotai (Gerry Lopez) si crea una fama come ladro e mercenario. Viene dunque ingaggiato dal re della città (Max Von Sydow) per una missione della massima importanza: salvare la figlia del monarca, fuggita per unirsi agli adepti di Thulsa Doom del cui perverso fascino è caduta vittima. Di fronte all’occasione di vendicarsi dell’assassino della sua famiglia, il Cimmero accetta e parte con i suoi compagni alla volta del palazzo dello stregone.

Quello di Conan il Barbaro è un personaggio che ha avuto molte vite. Nato negli anni '30 dalla penna di Robert E. Howard (creatore di personaggi come Solomon Kane e Kull di Valusia), fu protagonista di 17 fra racconti e romanzi brevi pubblicati tra il 1932 e il 1936 su Weird Tales, rivista di letteratura pulp che fra i suoi collaboratori vantava autori quali H.P. Lovecraft. Il Cimmero riacquistò nuova fama negli anni ’70 per opera della Marvel Comics, la celebre casa editrice di fumetti creatrice di personaggi quali l’Uomo Ragno e gli X-Men. Desideroso di affiancare un titolo fantasy ai suoi successi supereroistici, l’editore newyorkese acquistò i diritti del personaggio di Howard e lo rese protagonista di una serie che raggiunse i primi posti delle classifiche di vendita e gradimento del pubblico, potendo vantare ai testi e ai disegni nomi di punta dei comics dell’epoca quali Roy Thomas, Barry Windsor-Smith e John Buscema. Il ritrovato successo della creazione di Howard spinse il regista John Milius e il produttore Dino De Laurentis a lavorare ad un kolossal dedicato alle avventure del Cimmero. Uscito nelle sale nel 1982, Conan The Barbarian fu un successo di pubblico e critica ed entrò fin da subito di diritto nella lista dei film più iconici degli anni '80. Quello di John Milius è un kolossal dal grande impatto visivo (merito delle faraoniche scenografie e degli effetti speciali all’avanguardia per l’epoca, uno su tutti il mostruoso serpente che custodisce la torre dei seguaci di Thulsa Doom a Shadizar), con una trama solida e scorrevole e un cast perfettamente in parte. La pellicola non lesina momenti di azione anche di discreta violenza, concedendosi anche alcuni momenti umoristici come la celeberrima scena del pugno al cammello. Nel ruolo di Conan fa il suo esordio un semisconosciuto culturista austriaco, Arnold Schwarzenegger. Destinato a diventare una star degli action movie, il futuro governatore della California non brilla certo per espressività ma ha il phisique du role perfetto per interpretare Conan, muscoloso mercenario ombroso e taciturno. Altrettante lodi merita il suo antagonista James Earl Jones (voce di Darth Vader in Star Wars) che porta sullo schermo un luciferino ma perversamente fascinoso Thulsa Doom, malvagio stregone-serpente a capo di un culto di adepti piegati alla sua volontà. Il copione scritto da Milius e Oliver Stone crea una storia originale senza trasporre un racconto di Howard ma attingendo a tutta la produzione dello scrittore texano e dei suoi epigoni a fumetti. Scene come il furto nella torre di Shadizar, la crocifissione di Conan e la trasformazione serpentina di Thulsa Doom sono esplicite citazioni di alcuni dei più celebri racconti di Howard, rispettivamente La Torre dell’Elefante, Nascerà una strega e Il dio nell’Urna. Il personaggio di Valeria porta il nome dell’alleata di Conan in Chiodi Rossi ma il suo ruolo di compagna del Cimmero e il suo destino finale sono modellati su Belit, coprotagonista de La Regina della Costa Nera . Milius trae inoltre molti degli elementi del proprio film dalle pagine di un altro personaggio howardiano Kull di Valusia (dalle cui avventure provengono la giovinezza come schiavo e gladiatore e il personaggio di Thulsa Doom, che nella pellicola racchiude in sè anche molti elementi del classico antagonista di Conan Thoth Amon).

Quello di Milius è senza dubbio un film conservatore. Questo non stupirà chi conosce il regista, che entro pochi anni avrebbe dato alla luce l’apoteosi propagandistica dell’America reaganiana, Alba Rossa. Conan è uno dei primi eroi cinematografici ad esprimere i valori dell’America di Reagan, che nel 1981 aveva iniziato il suo mandato alla Casa Bianca. Il Cimmero è un self-made man nel vero senso della parola: da schiavo diventerà eroe ed infine re con la sola forza del suo carisma e dei suoi pugni. Conan mostra i muscoli come l’America repubblicana degli anni '80; risolve i problemi in modo sbrigativo, con la violenza e disdegnando la diplomazia, per affermare il suo predominio. È un individualista che pone di fronte a tutto il suo obiettivo: conquistare gloria e ricchezze. Come una sorta di versione fantasy degli yuppies di Wall Street. È scettico verso lo stato e la civiltà, fonte di oppressione e decadenza dei costumi. Tramite Thulsa Doom, Milius mette in scena una non troppo velata critica all’America del pacifismo e dei figli dei fiori. Il perfido antagonista non è un tiranno che soggioga con la violenza, ma una sorta di Charles Manson che seduce i giovani con il fascino sottile della sua magia oscura. I suoi adepti, persi in un sogno ad occhi aperti simile a quelli indotti dalle droghe, si adornano i capelli con i fiori e vestiti con tuniche bianche si recano in processione al palazzo di Thulsa Doom, una sorta di grande comune hippie in cui guidati da sacerdoti che ricordano gli Hare Khrishna consegnano la propria volontà al dio serpente. Sarà compito di un pragmatico Conan e della sua fede nelle armi togliere questi sogni a occhi aperti dalla testa dei giovani per sottrarli ai loro carcerieri effemminati, riportandoli ai “sani valori” della società. Conan The Barbarian è dunque uno spaccato dei valori del periodo storico che lo ha visto nascere ed è anche da questo che deriva il suo successo. È ancora oggi un divertente tuffo nell’America del passato che riesce a toccare la parte della nostra psiche di cui magari ci vergogniamo ma a cui piacerebbe in una realtà più semplice in cui tutto è bianco o nero e bastano i pugni di un eroe coraggioso per risolvere i problemi. Tutti nel profondo vogliono assomigliare a Conan, che vive alla giornata senza adeguarsi a regole che non siano le proprie e nonostante questo riesce a raggiungere i suoi obiettivi senza mai cadere nella monotonia della vita civilizzata. Resta insomma un classico che va visto almeno una volta, anche solo per fare un piacevole salto di due ore nel mondo fantastico dell’era Hyboriana.

V Voti

Voto degli utenti: 9/10 in media su 1 voto.
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1

C Commenti

Non c'è ancora nessun commento. Scrivi tu il primo!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.