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6/10

The Last Stand - L'ultima sfida regia di Kim Ji-woon

Azione
recensione di Alessandro Giovannini

Un trafficante di droga messicano (Eduardo Noriega) evade durante un trasferimento da un carcere all'altro, servendosi di un prototipo di automobile in grado di raggiungere i 500 Km/h. Sulla sua via di fuga verso il Messico si trova il piccolo paesino rurale di Summerton, dove il disincantato sceriffo Ray Owens (Arnold Schwarzenegger) si è fatto trasferire dopo anni di lavoro a L.A., in cui ne ha viste di tutti i colori. Ray non ha alcuna intenzione di lasciare che una banda di criminali rompa la quiete della cittadina di Summerton e dei suoi abitanti...

Ritorno sul grande schermo di Schwarzenegger dopo dieci anni di assenza (eccettuate alcune comparsate). Oltre a questo il film segna l'ingresso a Hollywood del coreano Kim Ji-woon, noto principalmente per l'horror Two Sisters e l'omaggio agli spaghetti-western Il buono, il matto, il cattivo.

L'operazione ricicla clichè del cinema d'azione americano, con parentesi di umorismo demenziale che ricordano i primi, maldestri tentativi di John Woo ad Hollywood (tipo Nome in codice: Broken Arrow), di cui Ji-woon sembra voler rispettare la formula aurea "60% d'azione, 40% di storia". Sebbene la prima metà del film offra uno scheletro narrativo bene o male articolato, ancorchè inesorabilmente già visto, la seconda metà è una lunga scena di azione violenta condita da humor nero e costanti allusioni all'età di Ray/Arnold, che si sente vecchio ma deve ancora lottare per il bene della sua comunità. Insomma il film è più che altro una celebrazione di questo famoso corpo attoriale, una massa di carne che ha incarnato alcune memorabili icone del cinema d'azione hollywoodiano degli ultimi decenni, fra tutte Conan e Terminator. La via scelta è stata quella dell'omaggio spassionato, il che ha avuto come effetto la rinuncia a tentativi di rielaborazone creativa di una meccanica ormai rodatissima in quanto a sviluppo narrativo o dinamica delle scene d'azione; non che la regia sia malvagia o il comparto tecnico carente: è tutto perfetto, ma tutto perfettamente canonico.

E' un film che punta alla chiamata a raccolta dei vecchi fan di Schwarzy, ma non offre molti altri motivi per essere visto: in alcun frangenti può anzi apparire leggermente fastidioso (per esempio il personaggio del demente di turno simile al compagno d'avventure deficiente di Xena interpretato da Ted Raimi, se ve lo ricordate). Chi invece cerca azione senza fronzoli troverà pane per i suoi denti, assieme a battute degne di questo genere di film: il primo piano su Ray che scandisce :"I am the sheriff" dopo aver freddato il cattivo di turno strappa sicuramente un sorriso compiaciuto.

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