V Video

R Recensione

5/10

Arrivederci Amore, Ciao regia di Michele Soavi

Thriller
recensione di Dmitrij Palagi

Enrico Pellegrini (Alessio Boni) è un terrorista stanco della latitanza. Rientrato in Italia si vende al vicequestore della Digos Ferruccio Anedda (Michele Placido). Il ritorno a casa coincide con l'ingresso di Pellegrini in un universo criminale fatto di corruzione, politica e relazioni sentimentali malate. Tratto dall'omonimo romanzo di Massimo Carlotto.

Una storia marcia, quanto la classe dirigente italiana. Non c'è spazio per la redenzione. La degenerazione di un Paese tra post-terrorismo e corruzione dilagante, alla base di un Nord Est che dopo la caduta del Muro di Berlino è diventato locomotiva di un sistema di sviluppo strutturato sulla criminalità organizzata (con la politica al servizio degli affari).

Il noir di Carlotto sul grande schermo è un caso raro, purtroppo per il cinema italiano. L'occasione è sostanzialmente mancata, così come per Il Fuggiasco (2002). Non è un caso che la sceneggiatura si limiti a seguire il romanzo fedelmente, tagliando qualche parte e modificando alcuni particolari secondari. Alcune battute tornano fedelmente e quasi tutta le tensione narrativa si semplifica, cercando di galleggiare macchinosamente tra il noir e l'horror. Quello che manca completamente sono le scene d'azione, mentre gli archetipi letterari diventano semplificazioni macchiettistiche (su tutte quella dell'avvocato Sante Brianese).

L'inizio della pellicola promette un lavoro di alta qualità, tanto riesce a rappresentare efficacemente lo stile narrativo di Carlotto. Dopo poco emerge però il limite più grande, un Alessio Boni inadatto al ruolo o legato a una parte scritta male. Le poche modifiche narrative riguardano perlopiù proprio il protagonista, reso piatto e molto meno cattivo, quasi patetico nel suo strillare senza motivo. Non è il più cinico di tutti ma neanche la povera vittima del sistema: un errore di gioventù che non ha nessuna intenzione di pagare ma di cui non riesce a liberarsi. Un protagonista perso nel guado del non definito deve risultare convincente, altrimenti resta un abbozzo di personaggio: forse il peggior difetto per un protagonista noir.

L'immancabile Michele Placido (a volte forzato) compensa le mancanze appena citate e lascia sempre lo spettatore con un sorriso compiaciuto. Forse la miglior prova, insieme a Alina Nedelea. Giusto nel finale qualche personaggio secondario finisce per dare l'impressione di essere davanti a una fiction. Deludente la Ferrari.

Peccato che non si sia voluto osare di più sui ritmi e l'azione, affondando le mani nel marcio e giocando sul torbido. Mancanze nei dialoghi e nella voglia di non complicare troppo una scrittura lineare e quasi stantia. Ottima la direzione fotografica e gli inserimenti musicali (con l'eccezione di Arrivederci amore, ciao che torna fastidiosamente ogni poco).

Michele Soavi aveva abbandonato il grande schermo da qualche tempo ormai, il ritorno al cinema lo vede cimentarsi in un'impresa non semplice. Nel finale tenta di mostrare tutte le sue capacità con virtuosismi horror che ricordano i suoi esordi alla regia (e la sua gavetta). Singoli giochi di camera e trovate occasionali convincono e lasciano sperare in una continuità mai trovata. Probabilmente passerete buona parte del film a chiedervi dove siano finite le mosche che spuntano all'inizio.

Né un thriller, né un noir, né un film dell'orrore: tanti generi e una sintesi non convincente. In qualche caso si cade nel grottesco e l'aspetto politico-sociale diventa strumento rozzo in mani imbranate.

Un regista sicuramente non privo di strumenti ma che male li utilizza per questa semplificazione cinematografica. Fastidioso l'uso del flashback e male inserita la voce narrante.

Sta al pubblico stabilire se sia una fortuna il ritorno al grande schermo di Soavi, la presente recensione si limita a consigliare di leggere (anche) il libro, sicuramente più oscuro e controverso, quindi più legato alla realtà.

Uno stile più asciutto avrebbe regalato maggiore solennità.

Resta una pellicola coraggiosa rispetto al panorama italiano.

V Voti

Voto degli utenti: 6,5/10 in media su 2 voti.
10
9
8
7
6
5
4
3
2
1
alexmn 6/10

C Commenti

Ci sono 3 commenti. Partecipa anche tu alla discussione!
Effettua l'accesso o registrati per commentare.

Lezabeth Scott alle 17:28 del 29 agosto 2011 ha scritto:

è orrendo, sciatto, scritto male e malamente aggiornato per ammiccare all'horror di "cattura e tortura". Brody e la Seigner, totalmente sprecati, non so come hanno fatto a rimanere seri mentre pronunciavano dialoghi impronunciabili. Il nadir di un regista che non c'è più.

Lezabeth Scott alle 17:29 del 29 agosto 2011 ha scritto:

sorry il commento era per "Giallo" di Dario Argento, errore mio. Cancellate pure.

Marco_Biasio (ha votato 7 questo film) alle 17:18 del 14 febbraio 2014 ha scritto:

La prima parte è piuttosto caotica e confusionaria, e il personaggio di Isabella Ferrari del tutto superfluo. Nella seconda decolla alla grande ed il finale è sinceramente paralizzante, gelido, spietato. Boni è inespressivo, ma va bene così: dona ancora più cinismo al suo personaggio. Niente e nessuno si salva. Bello.