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5/10

Giallo regia di Dario Argento

Thriller
recensione di Francesco Carabelli

L’ispettore Enzo Avolfi, italiano, ma con un passato a New York, è sulle tracce di un assassino seriale che sevizia le sue vittime che sceglie tra gli stranieri di passaggio a Torino.

La sorella dell’ ultima vittima affianca l’ispettore nella ricerca e sembra ci sia una svolta nelle indagini.

Purtroppo però l’ispettore non riesce a dipanare la matassa fino in fondo….

 

Mai visto un film così irreale e con personaggi così stereotipati. L’ultimo film di Dario Argento, che per problemi produttivi non ha avuto nemmeno l’onore di una distribuzione in sala, ci delude per il suo essere più simile ad una fiction di cattivo livello che ad un film da grande schermo.

Certo, alcune scelte fotografiche sembrano essere alquanto ardite con riprese che si distinguono per la loro originalità, ma ciò non basta a fare del film del regista italiano un cult, come lo sono molte altre sue pellicole.

Il film, fin dal titolo, vuole essere un omaggio a quel filone di film che negli anni ’70 spopolò in Italia, e che ebbe appunto in Argento uno dei suoi esponenti di spicco.

In effetti il titolo è solo una scusa per raccontare una storia poliziesca ambientata a Torino al giorno d’oggi e che ha per protagonisti un ispettore italiano con parentele a New York, interpretato da un Adrian Brody alquanto imbalsamato (che per questa parte non ha incassato, a suo discapito, il cachet dovuto) e due sorelle di origine straniera, a Torino per una sfilata di moda, interpretate da Elsa Pataky e dalla sempreverde Emanuelle Seigner (che ci fa rimpiangere la prestazione di Frantic)

L’ispettore è sulle tracce di un serial killer, il quale si diverte a seviziare e deformare le proprie vittime, rigorosamente di sesso femminile, prima di ucciderle.

La ricerca ha una svolta dopo il ritrovamento di una donna di origine orientale, ancora viva e capace di raccontare la sua esperienza. Scopriremo così che il serial killer soffre di un disturbo al fegato che gli dà un colore di carnagione giallo (da qui il secondo significato del titolo della pellicola).

La trama è proprio esile e, seppur il regista si sforzi di creare suspence, non ci riesce per nulla, creando delle macchiette (in primis il serial killer con una voce cavernicola che ci ricorda quella di Freddie Krueger), che tolgono realismo alla pellicola e la fanno decadere in un pessimo b-movie.

L’intreccio è prevedibile, così come le reazioni dei personaggi e i loro comportamenti. La costruzione per flash-backs sull’infanzia dell’ispettore Avolfi non ci regala sorprese e, fin dall’inizio, capiamo il succo del discorso, risultando quindi il prosieguo superfluo.

Manca insomma quel di più che renda il film memorabile. Difficile comunque aspettarsi di più da un regista in crisi creativa che cerca (ma non riesce) di ricreare i fasti del passato.

 

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Voto degli utenti: 4,3/10 in media su 4 voti.

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Marco_Biasio alle 18:15 del 17 dicembre 2010 ha scritto:

Avevo sentito dei problemi interni al cast che avevano bloccato la distribuzione della pellicola nelle sale (credo che non solo Brody non sia stato pagato, bensì una parte più consistente dell'intero cast). Dunque alla fine è uscito comunque? Peccato. Da come descrivi la trama sembra una sorta di remake di Jenifer, episodio di Masters Of Horror diretto proprio dal regista romano. L'Argento degli ultimi vent'anni è deludente, quello degli ultimi quindici è inguardabile. Per quanto mi riguarda l'ultima pellicola degna di rilievo è "Phenomena" (1985), che rispolvera lo splatter viscerale a marca Fulci sciogliendolo però in un finale totalmente demenziale e non-sense. Arrivato a "Il cartaio" non ho sinceramente più interesse ad approfondire. Bravo Francesco, bella recensione.

alexmn (ha votato 3 questo film) alle 19:13 del 17 dicembre 2010 ha scritto:

salviamo dario argento..

servirebbe un'associazione per la salvaguardia di dario argento da se stesso...è ormai anni che sta cadendo vorticosamente verso il basso..

giallo è, per ora, il fondo...si fermerà?

alexmn (ha votato 3 questo film) alle 19:15 del 17 dicembre 2010 ha scritto:

adrian brody

ho letto che ha fatto bloccare la diffusione del dvd in america (dove non è uscito in sala) con relativo ritiro delle copie già in commercio..e ha poi fatto causa alla produzione esercitando una clausola del contratto riguardante i suoi diritti in caso di mancato pagamento del cachet.

Lezabeth Scott alle 17:30 del 29 agosto 2011 ha scritto:

è orrendo, sciatto, scritto male e malamente aggiornato per agganciarsi al filone dell'horror di "tortura". Brody e la Seigner, totalmente sprecati, non so come hanno fatto a rimanere seri mentre pronunciavano dialoghi impronunciabili. Il nadir di un regista che non c'è più.

dalvans (ha votato 2 questo film) alle 17:28 del 21 ottobre 2011 ha scritto:

Brutto

Brutto

Suicida (ha votato 6 questo film) alle 23:09 del 13 novembre 2011 ha scritto:

Il fondo l' ha toccato con "La terza madre" purtroppo.. Dopo Phenomena io salvo anche "Ti piace Hitchcock?", plot riciclato ma si difende. Questo vabbè decente.