A Recensione DVD - I due volti della paura

Recensione DVD - I due volti della paura

 

Nell’esaustiva introduzione di Claudio Bartolini a I due volti della paura vengono tracciate alcune preziose coordinate che permettono di inquadrare all’interno di una tendenza cinematografica che si era andata delineando nei primissimi anni settanta un film che riproponeva, facendoli propri, alcuni stilemi che avevano già trovato espressione nelle pellicole di Dario Argento e Sergio Martino. Diretto dall’argentino Tulio Demicheli, alias Armando Bartolomé Demicheli, regista e sceneggiatore molto attivo tra gli anni quaranta e ottanta, I due volti della paura, nel cui titolo riecheggia il più celebre I tre volti della paura, film a episodi di Mario Bava, è un discreto giallo in cui il tipico triangolo amoroso cede il passo, come viene affermato da uno dei protagonisti (il commissario interpretato dal multiforme Fernando Rey), a un quadrilatero in cui le coppie si scambiamo, mosse da un movente sentimentale e, chiaramente, economico.

Veniamo immediatamente catapultati in situazione, e con una soggettiva seguiamo i movimenti dell’assassino che, penetrato nella casa della vittima, cerca alcuni documenti. Successivamente assistiamo, sempre in soggettiva, all’omicidio, che si compie davanti ai nostri occhi, seguito da una rovinosa caduta, ripresa con il ralenti. Questo è l’antefatto che segna lo svolgimento dell’azione in cui sono coinvolti i quattro protagonisti, intrepretati dall’immarcescibile George Hilton, la sensuale Anita Strindberg, l’apprensiva Luciana Paluzzi, e infine, Luis Dávila (che però esce assai presto dalla scena). Su tutti incombe il sagace ispettore Nardi, che con astuzia, ma anche con una buona dose di umorismo, riesce a smascherare chi tramava nell’ombra per ottenere amore e denaro. È interessante notare nel film il diffuso contrappunto umoristico che accompagna l’evolversi della situazione, allentando a tratti la tensione (e anche in questo caso viene ripresa una caratteristica assai presente nei film gialli italiani di quel periodo).

Ma ciò che rende questo film un piccolo cult da recuperare è la famosa sequenza dell’operazione a cuore aperto, nella quale Demicheli, grazie alla cortesia di un chirurgo spagnolo che davvero eseguì un delicato intervento sulla moglie del regista, ci mostra, probabilmente per la prima volta nella storia del cinema, l’organo palpitante su cui si posano i bisturi e le pinze dei medici per tentare di correggere una grave patologia.  Sequenza che, nonostante la massiccia presenza di sangue, non provoca disgusto, piuttosto attenzione e apprensione per le sorti della paziente. Il film, per il resto, anche se si conclude in un modo tutto sommato prevedibile, riesce a mantenere viva l’attenzione dello spettatore, che segue il gioco di posizione dei personaggi, con l’ispettore che gravita intorno ai quattro in attesa di quell’errore fatale che farà manifestare il colpevole. Non mancano corse sfrenate in automobile in una Roma già affollata e soffocata dal traffico. C’è anche una ridotta parentesi erotica: Anita Strindberg  mostra senza veli il suo asciutto fisico – molto anni settanta – con poco seno, bacino basso, eppure assai sexy. I due volti della paura è un film onesto che non mancherà di intrattenervi piacevolmente nell’arco degli 84 minuti di durata.

Pubblicato da Surf Film e distribuito da CG Entertainment, I due volti della paura è disponibile in dvd, in formato 2.35:1 con audio in italiano (DD 2.0) e sottotitoli per non udenti opzionabili. Nei contenuti speciali: Il giallo e il nero (introduzione al film a cura di Claudio Bartolini).

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