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10/10

Zombi regia di George Romero

Horror
recensione di Gabriele Repaci

Un gruppo di quattro sopravvissuti composto da Francine (Gaylen Ross) e dal suo fidanzato Steven (David Emge) entrambi giornalisti e da Peter (Ken Foree) e Roger (Scott H. Reiniger), membri di una squadra SWAT, decide di barricarsi in un centro commerciale dove però gli zombi, per coazione a ripetere ciò che facevano da vivi, continuano ad affluire.

Dawn of the Dead, uscito in Italia con il titolo Zombi, è il secondo capitolo della saga dei morti viventi del regista George Romero dopo Night of the Living Dead del 1968. Mentre il primo film trattava il fenomeno del razzismo negli Stati Uniti, in particolare nel sud del paese dove esso aveva assunto dimensioni talmente grandi da divenire una piaga sociale, Zombi è una critica impietosa della società dei consumi. Guardando i non-morti aggirarsi senza uno scopo all’interno del centro commerciale Francine (Jane nella versione italiana) chiede al fidanzato Steven (Stephen nella versione USA) «Ma perché ritornano in un grande magazzino?» e lui le risponde «deve essere l’istinto, il ricordo di quello che erano abituati a fare. Era un posto importante quando erano vivi». Il morto vivente invece di recarsi nella propria casa oppure nella parrocchia del proprio quartiere decide di affollare un supermercato in quanto è il simbolo più importante della sua esistenza quando era vivo.  Nell’epoca del capitalismo maturo dove ormai è venuta meno la funzione di istituzioni quali la famiglia tradizionale o la Chiesa, l’individuo trova rifugio solo presso i grandi magazzini che hanno oramai assunto il ruolo di luoghi di culto del sistema capitalistico in cui la merce rappresenta la nuova frontiera del sacro. Lo zombi di Romero altro non è che l’uomo ad una dimensione di Herbert Marcuse, reso incapace non solo di desiderare ma anche di immaginare un mondo diverso da quello della società industriale avanzata. Questa situazione è il risultato dell’effetto combinato del benessere diffuso dalla società opulenta e tecnocratica e dei corrispondenti fenomeni di chiusura dell’universo di discorso  e dell’universo politico ovvero della marginalizzazione e dell’azzeramento di ogni prospettiva verso un mondo altro attuato attraverso il fenomeno della «tolleranza repressiva». Nel film inoltre si fa riferimento all’origine dell’epidemia zombi aspetto che viene trascurato nel precedente lungometraggio di Romero. Peter racconta che suo nonno uno stregone voodoo di Trinidad disse che «Quando non ci sarà più posto all’Inferno i morti cammineranno sulla terra». Tra i cameo importanti ricordiamo quello del truccatore e tecnico degli effetti speciali Tom Savini, collaboratore di lunga data di Romero nonché regista del remake del 1990 de La notte dei morti viventi, che appare nella parte di Blade il capo dei motociclisti. Al fine della realizzazione e della buona riuscita del film decisivo fu il ruolo del co-produttore, il regista Dario Argento, che oltre a essere anche coautore della sceneggiatura curò la distribuzione della pellicola in Europa e in Giappone. Inoltre a lui si deve la scelta del gruppo rock progressivo Goblin per la realizzazione della colonna sonora del film. Per concludere Zombi di Romero rimane un’opera unica nel suo genere ben più di un semplice horror in quanto attraverso la metafora dei morti viventi riesce a portare avanti tematiche politiche e sociali di estrema attualità che ci costringono a riflettere ancora oggi.

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Voto degli utenti: 8,4/10 in media su 5 voti.
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misterlonely (ha votato 10 questo film) alle 0:25 del 14 agosto 2013 ha scritto:

Capolavoro assoluto.

alejo90 (ha votato 6 questo film) alle 14:51 del 4 settembre 2013 ha scritto:

gli preferisco di gran lunga il primo capitolo. Il colore non ha giovato per nulla, con la ridicola tonalità blu degli zombi....la struttura ad assedio del film è la stessa del primo, solo in scala più grande.

Gabrepa1990, autore, (ha votato 10 questo film) alle 21:32 del 12 settembre 2013 ha scritto:

non è tanto la struttura di assedio (comune a quasi tutti i film del genere) quanto il significato politico e sociale del film a renderlo un capolavoro

alejo90 (ha votato 6 questo film) alle 2:44 del 13 settembre 2013 ha scritto:

sì certo, condivido sulla potenza comunicativa e la sua portata denunciataria, però essa è un'estensione, per così dire, dei temi enunciati dal predecessore, che per questo mi pare imbattibile.

misterlonely (ha votato 10 questo film) alle 11:39 del 13 settembre 2013 ha scritto:

eh un'estensione mica da poco, la notte è l'embrione, zombi è il capolavoro, dal punto di vista registico (pensa solo alla gestione degli spazi con la questione delle due porte a vetro nel supermercato), dal punto di vista del make-up, della colonna sonora leggendaria dei Goblin e poi appunto della fenomenale critica al consumismo mostrata attraverso gli zombi che vanno al supermercato perché si ricordano ciò che facevano in vita. poi dal punto di vista sentimentale si puo' discutere quanto vogliamo che la notte conservi un fascino incomparabile, ma insomma analizzare un film significa soprattutto riconoscerne obbiettivamente la portata, mettere sullo stesso piano la notte e zombi è un grandissimo errore...

alejo90 (ha votato 6 questo film) alle 12:36 del 13 settembre 2013 ha scritto:

il make-up è abbastanza ridicolo veramente, se ti riferisci gli effetti speciali allora condivido...la colonna sonora può piacere o meno, io la trovo un po' pedante, inoltre nella versione italiana (che mi pare sia quella qui recensita a giudicare dalla durata indicata) è presente in modo sovrabbondante rispetto a quella americana e dopo un po' stufa. Poi a mio parere ci sono evidenti cadute di tono come l'incursione dei motociclisti che sembra buttare tutto in farsa.

Gabrepa1990, autore, (ha votato 10 questo film) alle 19:41 del 13 settembre 2013 ha scritto:

Credo sia sbagliato contrapporre la Notte dei Morti Viventi a Zombi in quanto il secondo è il portato necessario del primo. Nei film di Romero vi è una sequenza logica ovvero che gli zombi tendono ad umanizzarsi tanto da far domandare alla fine allo spettatore “ma chi è il vero mostro?” Se ci pensi è una costante della saga romeriana. Nel la Notte del ’68 sono molto disumanizzati al contrario in Zombi acquisiscono già caratteri più umani (il recarsi al supermercato). Ne Il Giorno degli Zombi dell’85 il non morto Bub impara addirittura a sparare mentre ne La Terra dei Morti Viventi acquisiscono un’intelligenza anche se ancora primitiva mentre nell’ultimo credo L’Isola dei Morti Viventi imparano a mangiare la carne di animale.

alejo90 (ha votato 6 questo film) alle 20:51 del 13 settembre 2013 ha scritto:

condivido tutto ciò che hai scritto; in effetti non ho contrapposto i due film, ma ho attribuito una preferenza al capostipite rispetto alla sua figliazione; e poi ripeto ci sono proprio alcuni elementi realizzativi che non mi convincono e che ho citato prima: musica, trucco, alcune scelte narrative/di sceneggiatura