Unknown - Senza Identita regia di Jaume Collet-Serra

A differenza di diversi suoi colleghi, connazionali e non, lo spagnolo Jaume Collet-Serra non è un cineasta emigrato negli States dopo aver essersi fatto un nome in patria. Trasferitosi giovane a Los Angeles per frequentare la scuola di cinema, Collet-Serra ha iniziato la carriera nel mondo dei video musicali e della pubblicità; questi lavori hanno attirato l'attenzione di Joel Silver, produttore di successi internazionali come Matrix e Arma Letale. Gli inizi cinematografici del regista di Barcellona non sono artisticamente incoraggianti: è del 2005 La Maschera di Cera, remake tristemente noto per la partecipazione di Paris Hilton, mentre due anni dopo la sua passione per il calcio lo porta a dirigere Goal II - Vivere un sogno.

Nel 2009 arriva però, inaspettata, la svolta: Orphan è un solido e notevole horror che colloca il nome del regista tra i più interessanti del cinema di genere spagnolo (sebbene, lo ricordiamo, Collet-Serra non sia un "prodotto" dell'industria cinematografica del suo Paese).

Confermando la cadenza bimestrale del suo corpus produttivo, l'autore torna quest'anno ampliando ulteriormente i propri orizzonti stilistici: tratto dal romanzo "Fuori di me" (2003) dello scrittore francese Didier Van Cauwelaert, Unknown segna infatti l'esordio del regista spagnolo nel thriller. Che Orphan abbia soddisfatto Dark Castle e Warner Bros lo si evince dal personale messo a disposizione del giovane regista per questa sua nuova fatica: tra gli altri, Liam Neeson (Schindler’s List), Diane Kruger (Bastardi senza gloria), January Jones (serie TV “Mad Men”), Aidan Quinn (serie TV “The Book of Daniel”), Bruno Ganz (The Reader – A voce alta) e Frank Langella (Frost/Nixon).

Pur non avendoci convinto quanto Orphan, ci sentiamo comunque di promuovere il film. Thriller adrenalinico sapientemente costruito, Unknown è non solo un'hitchcockiana rincorsa del protagonista verso la propria discolpevolezza (impossibile non ricordare in particolare Intrigo Internazionale, ma d'altra parte il regista ha apertamente ammesso l'amore verso il maestro inglese e l'influenza che quest'ultimo ha avuto nella realizzazione della pellicola), bensì anche un collettivo ritratto di drammi umani dipinto in una Berlino dominata dai contrasti delle due realtà, delle due facce della città e dell'intera nazione: lo sfarzo di hotel ed ambienti lussuosi dove le maschere sociali padroneggiano (simbolo della zona ovest) vengono messi in opposizione alle realtà povere da un punto di vista materiale ma non spirituale della zona est, incarnata dal personaggio di Gina, la giovane e bella tassista serba che aiuterà il protagonista a conoscere la verità.

Le pecche del film, sorprendentemente, sta nell'altra faccia dei pregi, vale a dire l'eccessiva riverenza che Collet-Serra mostra verso gli stilemi del genere. La costruzione è ineccepibile a livello di regia e sceneggiatura (e Collet-Serra, dopo Orphan, conferma la sua capacità di realizzare finali originali e non zoppicanti da un punto di visto narrativo), ma manca una vera impronta personale, quella impronta che era riuscito a dare nella sua precedente fatica. Sorretto da una trama piuttosto banale e derivativa, il film non riesce a dare grandi emozioni, né dà spazio a riflessioni di spessore.

Film lodevole sotto l'aspetto tecnico, Unkown deficita di una qualsivoglia caratteristica che lo porti sopra la media. Chi però è alla ricerca di un thriller di pregevole mestiere, non rimarrà affatto deluso.