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10/10

Misterioso Omicidio a Manhattan regia di Woody Allen

Commedia
recensione di Gabriele Repaci

Larry Lipton (Woody Allen) e sua moglie Carol (Diane Keaton) sono una tranquilla coppia di mezz’età che un giorno sull’ascensore del condominio del proprio appartamento fa conoscenza dei coniugi House, i loro anziani vicini di casa con i quali passano un’allegra serata insieme. Il giorno dopo vengono a sapere tuttavia  che la signora House è scomparsa, apparentemente per cause naturali. Carol tuttavia non è convinta di ciò ed inizia ad investigare

Diane Keaton: "Senti, io credo che forse tornerò dal mio strizzacervelli... Credo che... io credo che..."

Woody Allen: "Vieni qui... Ma non ne hai nessun bisogno: tu non hai niente che non si possa curare con due Prozac e una mazza da polo"

Woody Allen a Diane Keaton: "Io non posso ascoltare troppo Wagner, lo sai: già sento l'impulso ad occupare la Polonia"

 

A quindici anni di distanza  da Manhattan (1979) la coppia Allen-Keaton torna insieme in una brillante commedia a sfondo giallo piena di sviluppi imprevisti e freddure a ripetizione. La pellicola segna anche il ritorno dello sceneggiatore Marshall Brickman che aveva già lavorato con Woody Allen in diversi lungometraggi negli anni settanta come Il dormiglione (1973) e Io e Annie (1977). Denso di rimandi al cinema hitchcockiano (numerosi sono i riferimenti a capolavori del regista britannico quali La finestra sul cortile La donna che visse due volte) il film di Allen è composto da un cast eccezionale che comprende, oltre allo stesso regista e a Diane Keaton, una sublime Anjelica Houston nel ruolo della perspicace scrittrice Marcia Fox. Il tutto viene condito da alcune scene memorabili come quella in cui i Lipton rimangono chiusi in ascensore e Larry viene colto da un attacco di claustrofobia oppure quando per incastrare il signor House i due coniugi, su consiglio degli amici, decidono di usare una conversazione registrata ma sbagliano a far funzionare i nastri. Sebbene possa sembrare a prima vista una commedia leggera si tratta invece di un film dal profondo significato filosofico. In un certo senso Woody Allen riprende in chiave ironica il concetto arendtiano della «banalità» del male. Come è noto la filosofa tedesca Hannah Arendt elaborò questa nozione quando assistette al processo intentato contro Adolf Eichman, uno dei principali architetti della Endlösung der Judenfrage, la famigerata «soluzione finale alla questione ebraica». Durante il dibattimento apparve chiaro ad Arendt che quell’uomo, macchiatosi di orrendi crimini, non sembrava matto, né diverso da noi. Anzi, in un certo senso appariva abbastanza comune. Anche nel caso di Paul House (interpretato dall’attore Jerry Adler) ci troviamo dinnanzi ad un individuo al di sopra di ogni sospetto il cui maggiore interesse è quello di collezionare francobolli. Ed è forse proprio attraverso questo suo conformismo che riesce a ingannare la polizia e il vicinato nascondendo a tutti la sua natura di marito infedele nonché di duplice omicida. All’interno di una società come quella contemporanea in cui vige l’anonimato il «mostro», tranne alcuni rari casi, non è più un individuo caratterizzato da malattie mentali tali da renderlo riconoscibile agli occhi di tutti ma può benissimo nascondersi dietro il proprio vicino di casa. Insomma non esistono solo serial killer, ma anche noiosi borghesi possono rivelarsi dei crudeli assassini. Interessante è anche la contrapposizione fra i due protagonisti: il marito, un monotono agente editoriale legato alla propria routine ed ancorato alle proprie certezze, e la moglie che cerca invece di immedesimarsi nel ruolo del detective per rompere la ripetitività della vita coniugale, sembrano essere la metafora dei due volti dell’individuo contemporaneo che da una parte ama la sicurezza ma dall’altro è sempre alla ricerca di nuove esperienze. Per concludere Misterioso Omicidio a Manhattan di Woody Allen è una pietra miliare nella storia del cinema che riesce ad unire con grande ironia una frizzante commedia giallo rosa e un profonda riflessione sul mondo moderno.  

 

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