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8/10

La spia che venne dal freddo regia di Martin Ritt

Azione
recensione di Gloria Paparella

Alec Leamas, agente segreto britannico di stanza a Berlino, è richiamato in patria per un delicato incarico sotto copertura: deve fingersi fuori dal giro per entrare in contatto con un agente delle Germania Est e convincerlo del tradimento del suo superiore, lo spietato capo del controspionaggio Mundt. Scoprirà di essere una pedina ignara delle regole del gioco.

Martin Ritt dirige con grande mestiere questo bellissimo film di spionaggio tratto da un apprezzato romanzo dello scrittore John Le Carré. La pellicola colpisce per la bella direzione della fotografia in bianco e nero, l’ambientazione suggestiva e la dinamica coinvolgente con cui le vicende vengono narrate, nonostante il fitto intreccio di nomi e fatti. Il cast di attori è di grandissimo livello. Richard Burton è fenomenale nei panni del protagonista Alec Leamas: crea un personaggio vero, un uomo senza grandi ideali, disilluso e consapevole della precarietà e pericolosità di un mestiere come il suo. Per questa interpretazione l’attore britannico ricevette una nomination agli Oscar e vinse un BAFTA, un David di Donatello e un premio ai Laurel Awards. Da segnalare anche le ottime interpretazioni di Claire Bloom, Oskar Werner (un Golden Globe per lui) e Peter Van Eyck. Bella la colonna sonora scritta da Sol Kaplan che si sposa bene con le atmosfere cupe e malinconiche del film.

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