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7/10

Trash regia di Stephen Daldry

Drammatico
recensione di A. Graziosi

Come ogni giorno due ragazzini di una favela di Rio scavano fra i detriti di una discarica locale e non possono immaginare che il portafoglio appena trovato cambierà le loro esistenze per sempre. Solo quando si presenta la polizia, disponibile addirittura a offrire una generosa ricompensa per la restituzione, i ragazzi, Rafael e Gardo, realizzano di avere in mano qualcosa di molto importante. Dopo aver coinvolto l’amico Rato, il trio affronta una straordinaria avventura per scappare dalla polizia e scoprire i segreti contenuti nel portafoglio.

Guardando Trash non possono che venirci alla mente alcuni dei titoli brasiliani che sono già riusciti in passato a superare con la loro fama i confini nazionali - e a mostrarci con la giusta dose di realismo e crudezza la folle e ingiusta realtà delle grandi favelas - come ad esempio City of God e Tropa de Elite. Un particolare legame è da sottolineare con quest'ultimo dove Wagner Moura interpretava Roberto Nascimento, capo della polizia speciale molto contrariato dall'inaudita violenza del suo corpo militare e che nel seguito del film (Tropa de Elite 2)  ha una evoluzione ulteriore che non può che ricordarci l'icona che interpreta qui in Trash, quella del martire Josè Angelo.

Adesso unite questo contesto drammatico ai tocchi english di Steven Daldry e di Richard Curtis, i quali mettono il tutto in un'ottica in parte favolistica (come accade analogamente in The Millionaire) in particolare grazie al punto di vista dei tre ragazzi protagonisti, uno piu bravo e adorabile dell'altro: grazie a loro la favela diventa uno spunto di un'avventura leggermente imbevuta di un pensiero e un realismo magici.

La regia di Trash, soprattutto all'inizio, è velocissima, complice un montaggio estremamente serrato che restituisce la sensazione di un posto dove fermarsi e nascondersi è piu difficile che mai, praticamente impossibile se ci sono interessi che remano in senso contrario. Un film gradevole, una favola contemporanea, una piccola finestra su un mondo a noi lontano ma i cui meccanismi ingiusti e speculativi tendono a somigliare molto a certe situazioni nostrane. Del resto grandi interessi economici e benessere della popolazione raramente remano nella stessa direzione e in uno dei "brics" come il Brasile sembra quasi inevitabile si vengano a scontrare in modo per nulla soft reflussi di socialismi e neoliberismi, creando situazioni controverse, da anni oggetto del cinema brasiliano. Qui si tratta ovviamente di una coproduzione anglobrasiliana e di una situazione volutamente più edulcorata rispetto alla realtà e al cinema di casa. Il vero peccato del film è il poco spazio riservato a Rooney Mara e a Martin Sheen.

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