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9/10

Becket e il suo re regia di Peter Glenville

Storico
recensione di Gloria Paparella

Re Enrico II è legato profondamente al suo cancelliere Tommaso Becket, tanto che lo nomina Arcivescovo di Canterbury, affichè unisca il clero e la corona. Ma una volta al comando, egli si schiera contro il Re a difesa della libertà della Chiesa: nasce così uno scontro durissimo tra i due uomini e i due poteri fino alla distruzione dell’amicizia e a esiti drammatici.

Quando un’opera di stampo teatrale riesce a coinvolgere in maniera appassionante lo spettatore cinematografico, ciò significa solo una cosa: qualità. Una qualità che si riscontra in Becket e il suo re innanzitutto nella coppia di attori protagonisti: Peter O’Toole è Enrico II di Inghilterra, re capriccioso, forte bevitore e pazzoide, parte che è perfetta per l’attore dalla recitazione sopra le righe (O’Toole interpreterà nuovamente Enrico II nel 1966 a fianco di Katharine Hepburn ne Il leone d’inverno); Richard Burton è, invece, Tommaso Becket, prima compagno di avventure del re, poi suo nemico a difesa dell’integrità della Chiesa inglese. Entrambe le performance sono di altissimo livello, profonde, travolgenti e vibranti, con un tocco di sentimentalismo nella descrizione di un rapporto che va ben oltre l’amicizia (tra l’altro, Burton e O’Toole erano ottimi amici al di fuori dello schermo): il sovrano, infatti, impazzisce all’idea che il suo vecchio amico, da lui stesso nominato Arcivescovo, preferisca l’amore per Dio e la Chiesa al suo, tanto che sua moglie, la regina Eleonora d’Equitania (Pamela Brown) deride il suo amore non corrisposto. Non si sa se si tratti di omosessualità (anche perché il film mostra chiaramente che al sovrano piacciono le donne), ma la sceneggiatura è in questo senso intrigante, poiché allo storico contrasto tra corona e Chiesa, narrato nella pièce di Jean Anouilh da cui il film è tratto, si aggiunge il tema della vicinanza tra due uomini di potere.

Ottima anche la messa in scena ed i costumi tipici dell’Inghilterra del XII secolo, all’epoca della conquista normanna; il film, da vedere assolutamente in lingua originale, vanta anche la presenza di uno dei più grandi attori di teatro, John Gielgud, e, seppur in una breve apparizione, di Paolo Stoppa e Gino Cervi.

Nominato a 12 Oscar e vincitore della Migliore Sceneggiatura non Originale nel 1965, Becket e il suo re è uno dei migliori film del regista Peter Glenville, il quale mette in scena non solo un contrasto politico, ma anche personale tra due amici divisi dal potere.

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