R Recensione

8/10

So che mi ucciderai regia di David Miller

Noir
recensione di Gloria Paparella

A San Francisco una ricca e famosa commediografa sposa un attore. Casualmente scopre che il marito sta elaborando un piano per ucciderla ed ereditare il suo patrimonio, in complicità con la sua giovane amante. Decide di escogitare un piano per far cadere in trappola gli amanti diabolici, ma qualcosa andrà storto…

So che mi ucciderai di David Miller è un thriller dalla trama molto semplice e convenzionale, ma che lascia col fiato sospeso fino alla fine grazie all’immensa bravura dei suoi protagonisti. Abituata al ruolo della “cattiva” (tanto che il suo volto ispirò i desegnatori Disney nella rappresentazione della crudele strega di Biancaneve), Joan Crawford diventa qui una ricca commediografa che si innamora perdutamente di un attore che lei stessa aveva rifiutato per una sua pièce, Lester Blaine (Jack Palance); ma l’uomo nasconde un perfido piano, cioè di uccidere la futura moglie, con l’aiuto dell’amante, per impadronirsi del suo patrimonio.

Il film è un noir di ottima fattura, ben costruito e recitato al massimo da tutti gli interpreti: Joan Crawford dà il meglio di sé, distaccandosi dagli ultimi personaggi interpretati nel periodo successivo alla vincita dell’Oscar per Il romanzo di Mildred nel 1945. Straordinaria è la sua intensità emotiva, sia nel rappresentare una donna sinceramente innamorata, sia nella parte di una vittima che cerca la sua vendetta. Duro e ingannevole Jack Palance nel ruolo di un finto marito felice, così come le espressioni del suo volto, rimasto sfigurato durante gli anni della guerra. Merito anche di Gloria Grahame, che interpreta l’amante di Palance e co-realizzatrice dell’oscuro piano, i tre attori (la Crawford e Palance ottennero una nomination agli Oscar) riescono a portare a galla, sotto la regia di Miller, il marciume, l’ambiguità e la nevrosi devastante della società altolocata. Il regista, dal canto suo, oppone alle commedie colorate e trionfanti di questo periodo, un thriller cupo e ricco di suspense: uno dei suoi lavori più riusciti.

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