R Recensione

8/10

Tutto può accadere a Broadway regia di Peter Bogdanovich

Commedia
recensione di Giulia Betti

New York. Arnold Albertson, un regista di successo teatrale e televisivo, arriva nella Grande Mela per mettere in scena la sua ultima produzione di Broadway. La protagonista dello spettacolo sarà sua moglie, accanto a lei il divo del cinema Seth Gilbert. La prima sera che Arnold si trova a New York, chiede la compagnia di una escort a un servizio apposito, che gli manda una giovane e affascinante ragazza: Isabella. Nel corso della serata Arnold le regala 20mila dollari; in cambio però Isabella dovrà lasciare il suo lavoro e intraprendere la carriera dei suoi sogni, quella di attrice.

 

Arthur Schopenhauer asseriva che la vita d'ogni singolo, se la si guarda nel suo complesso, rilevandone solo i tratti significanti, è sempre realmente una tragedia; ma, esaminata nei particolari, ha il carattere della commedia. Perché l'agitazione e il tormento della giornata, l'incessante ironia dell'attimo, il volere e il temere della settimana, gli accidenti sgradevoli d'ogni ora, per virtù del caso sempre intento a brutti tiri, sono vere scene da commedia.

La tesi del filosofo pessimista tedesco, può essere precisamente confermata dalla brillante commedia Tutto può accadere a Broadway presentata alla penultima Mostra del Cinema di Venezia. Una riuscitissima Screwball comedy con la quale il regista e critico cinematografico Peter Bogdanovich, sceglie di tornare al cinema dopo tredici anni dal suo ultimo film, Hollywood Confidential.

Scrutata la vicenda senza il filtro cinematografico, che la rende “opera scoppiettante e lietissima” grazie alla felice adozione d’un ritmo incalzante ed una costruzione dei personaggi superlativa come non la si vedeva da un po’, si può notare come le storie d’ognuno dei singoli individui coinvolti possano essere comunemente raggruppate nel sottoinsieme “tragico” delle nature.

Di che natura può essere la vita di una giovane donna che nasce e cresce in una famiglia povera tanto di denaro quanto di cultura, e che è costretta a prostituirsi sin dalla giovanissima età per sopravvivere e mantenere acceso il suo sogno di diventare attrice?

E di che natura possono essere le vite di due coniugi, lei attrice e lui regista, che si rendono conto lei di invecchiare e dover abbandonare i ruoli principali a favore di colleghe più giovani e belle, e lui di dover sotterrare chissà quale senso di colpa impegnandosi ad andare a letto con giovani ragazze squillo per poi ripagarle con mance da 30.000 dollari, donandogli la possibilità di cambiare vita, iniziare a rispettare il proprio corpo e dedicarsi a realizzare il proprio sogno?

Tragiche naturalmente. Drammatiche nel loro patetismo, eppure, attorcigliate a modo e ad arte in un complesso di vite pietose (oltre a quelle citate, se ne aggiungono altre ugualmente fallite, ma esilaranti), costituiscono le trame di una solida rete che riesce ad imprigionare il pubblico costringendolo ad un loop di risate incessabile, trattenendolo immobile nella sua estasi, incollato allo schermo e al lembo della manica adoperato per asciugarsi le lacrime (di gioia...sia chiaro).

Tutto può accadere a Broadway è intuitivamente sfruttabile non solo come personale anti-noia e anti-inverno, ma anche come strumento di paragone nei confronti di Rock the Kashba, l’ultimo film (attualmente in sala) di Barry Levinson e scritto da Mitch Glazer. Non per ciò che riguarda le storie, naturalmente molto distanti fra loro, neppure per ciò che riguarda l’intenzione del film, anche in questo caso mai più distanti quella dell’uno da quella dell’altro, ma per le diverse capacità dei registi di gestire un coro di attori eccezionali, presenti in entrambe le opere, e degli sceneggiatori di imbastire sulla loro immagine un personaggio a tutto tondo, ben caratterizzato, efficiente nel suo inserimento nella vicenda, soddisfacente nella sua interpretazione, eccellente nella sua riuscita, nonché indispensabile con la sua esistenza ai fini della narrazione.

Tornando al paragone, se ciò viene condotto sapientemente e riesce in maniera squisita in Tutto può accadere a Broadway, scarsa è la sua realizzazione in Rock the Kashba, che delude le aspettative nonostante presenti tutte le carte in regola per una prevedibilmente ottima riuscita.

La somma di parti perfette, non dà sempre un perfetto risultato, ahimè.

 

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